The Spectrum – Recensione

Retro Games Limited propone The Spectrum, rivisitazione in chiave moderna dell’iconico computer di Sinclair Research, vera e propria star negli anni Ottanta.

the spectrum

Correva l’anno 1982, quando sul mercato europeo degli home computer, fino ad allora terra di conquista americana, fece capolino un oggetto tanto piccolo quanto grande: lo ZX Spectrum di Sir Clive Sinclair, un elaboratore economico e dalle dimensioni molto contenute, dotato di una CPU Z80 affidabile e veloce, di un discreto quantitativo di memoria (almeno per il più costoso modello da 48KB) e senza necessità di un monitor dedicato visto che, com’era prassi per l’epoca, bastava collegarlo alla presa d’antenna di un comune televisore e cercare il suo segnale col pomello della sintonia. Per quanto fossero obiettivamente limitate le sue qualità multimediali, con una pagina grafica di soli 256×192 pixel e un massimo di 15 colori, e il sonoro limitato a un ‘buzzer’ pilotato dalla CPU, grazie a un costo praticamente dimezzato riuscì a fare breccia nel cuore degli appassionati di elettronica, diventando di fatto l’unico concorrente capace di infastidire il Commodore 64, più lento, più ostico da programmare, ma indubbiamente superiore per grafica e musica e, alla lunga, indiscusso dominatore del mercato.

AL DI À DELLA CORTINA DI FERRO, LO SPECTRUM TROVÒ UN FORTE IMPULSO ALLA SUA DIFFUSIONE

Ma se la battaglia in Occidente era persa, con un mesto Clive Sinclair costretto a vendere tutti gli asset ad Amstrad soltanto nel 1986, la popolarità della piattaforma era destinata non solo a perdurare, grazie all’uscita di modelli più potenti sotto l’egida di Alan Sugar e di un’infinità di cloni – per lo più non autorizzati – nel difficile mercato del blocco sovietico, dove la relativa semplicità dell’architettura e l’uso di componenti abbastanza facili da reperire diedero ulteriore impulso alla sua diffusione. Ancora oggi, in Russia e dintorni sono attive piccole software house capaci di realizzare giochi di straordinaria bellezza, e la loro importanza va ben oltre il banale gusto per l’aneddotica, in quanto il loro contributo alla ‘scena’ spectrumista ha sicuramente aiutato a tenere in vita l’interesse per questa macchina a livello globale. Nell’Europa orientale, così anche come in Spagna e nella natia Inghilterra, ci sono ancora dozzine di programmatori che si dilettano a scrivere giochi per lo ZX e risale soltanto al 2020 l’uscita dello ZX Spectrum Next, ultima evoluzione autorizzata dagli aventi diritto in salsa FPGA.

THE SPECTRUM: IL VICERÉ È TORNATO

Tanto amore per lo ZX Spectrum non poteva fare altro che sfociare nel mare magnum delle mini-console, riproduzioni ufficiali di macchine storiche che, nel corso degli anni, hanno riproposto i sistemi e i giochi di Nintendo, Sega, Commodore e più recentemente Atari. Lo ZX mancava ancora all’appello ma, sorprendendo un po’ tutti con un annuncio a breve distanza dall’uscita del suo The400, Retro Games Limited ha posto finalmente fine alla sua latitanza. E lo ha fatto in grandissimo stile, proponendo uno Spectrum – anzi, un The Spectrum – a dimensioni naturali, ricalcato fedelmente sulle fattezze dello storico modello a 48K – in tutto e del tutto simile all’originale, con tanto di tastiera in gomma funzionante e capace naturalmente di emulare anche i modelli successivi, o almeno quelli prodotti da Sinclair e da Amstrad.

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Manca infatti l’emulazione dello ZX Next, ma possiamo benissimo comprendere la ritrosia, visto che è un computer ancora in vendita a un prezzo almeno tre volte superiore. Se il nuovo arrivato di RGL lo emulasse a soli 100 euro, chi mai lo comprerebbe più? Manca anche l’emulazione del Sam Coupé e di altri computer ‘ispirati’ allo Spectrum che tentarono di esserne la prosecuzione, ma in tutta onestà la cosa non dovrebbe sortire alcuna delusione per chi amava le macchine originali. Con The Spectrum possiamo infatti goderci anche i giochi usciti per la versione a 128K, con le loro colonne sonore per il chip Yamaha AY-3-8912, qui emulato assieme a tutto il resto.

(QUASI) TUTTO NELLA SCATOLA

The Spectrum è proposto in una scatola di dimensioni molto compatte. Oltre all’unità centrale contiene anche un cavo HDMI, una breve guida cartacea introduttiva, un cavo USB da tipo A a tipo C per l’alimentazione e un sottile coperchio in plastica trasparente per la tastiera, che una volta estratto dalla confezione può essere usato per proteggere il computer dalla polvere. Mancano purtroppo l’alimentatore (ma potete usarne uno USB qualsiasi, purché eroghi almeno 2A) e soprattutto un joypad, che sicuramente avrebbe contribuito a rendere un po’ meno ostico il “ritorno al passato” a chi, superati ormai i 50 anni, preferirebbe evitare l’uso della tastiera in gomma. Ma, del resto, non possiamo criticare Retro Games Limited più di tanto per questa decisione: il suo The Spectrum si avvicina in questo modo alla filosofia delle macchine che emula, economiche ma del tutto autosufficienti. Tutti i 48 giochi contenuti nella sua memoria si possono giocare direttamente con la tastiera, e questo era esattamente ciò che facevano tantissimi spectrumisti anche nell’epoca d’oro della piattaforma, visto che esistevano almeno tre standard diversi per la connessione dei joystick ed erano incompatibili tra di loro.

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Le interfacce Kempston e Sinclair sono comunque emulate e, in qualsiasi momento, si può collegare un The Gamepad (lo stesso che veniva fornito di serie con l’emulatore Amiga TheA500 Mini, ma da oggi disponibile anche in un’elegante versione colorata di nero) o un joystick di quelli pensati per i due TheC64, o ancora qualche altro joypad di terzi compatibile, anche se sarà probabilmente necessario smanettare un po’ con i file di configurazione per adeguarne i pulsanti.

IL THE SPECTRUM CONFERMA GLI OTTIMI STANDARD A CUI RETRO GAMES LIMITED CI HA ABITUATO NEGLI ULTIMI ANNI

Insomma, nulla di veramente nuovo sotto il sole, perché dal punto di vista della configurazione e dei comandi siamo esattamente sugli ottimi standard a cui Retro Games Limited ci ha abituati negli ultimi anni. Ci sono fin da subito la possibilità di leggere altri giochi tramite chiavi USB (preclusa, almeno alla release, sul TheC64 Mini) e perfino quella di “riavvolgere il tempo” e tornare indietro sui propri passi fino a 40 secondi di gioco, per rimediare agli errori. E ovviamente è possibile salvare la propria posizione in almeno 4 slot per ogni gioco incluso nel carosello, eventualità che comporta la visualizzazione di una grossa cassetta sullo schermo (a suo modo, una piccola chicca che farà impazzire i nostalgici).

UNA VASTA CRONOLOGIA DI GIOCHI

Come abbiamo già scritto, con la macchina sono forniti in dotazione 48 giochi, in ordine alfabetico: Alien Girl (Skirmish Edition), Ant Attack, Army Moves, Auf Wiedersehen Monty, Avalon, Bobby Bearing, Cosmic Payback, Devwill Too ZX, Exolon, Fairlight, Firelord, Football Manager 2, Freddy Hardest, The Great Escape, Head Over Heels, Highway Encounter, The Hobbit, Horace Goes Skiing, Jack the Nipper, Knot in 3D, The Lords of Midnight, Manic Miner, Match Day II, Movie, Nodes of Yesod, Penetrator, Phantis (Game Over II), Pheenix, Pyracurse, Quazatron, Robin of the Wood, Saboteur! Remastered, Shovel Adventure, Skool Daze, Snake Escape, Spellbound, Starquake, Starstrike II, El Stompo, Stonkers, Target: Renegade, TCQ, Technician Ted – The Megamix, Tenebra, Trashman, The Way of the Exploding Fist, Wheelie e Where Time Stood Still.

Se pensate di trovare solo vecchie glorie del trapassato remoto della macchina, preparatevi a una realtà molto diversa: è piuttosto evidente che tra i responsabili del prodotto ci sia chi segue attivamente la scena, perché accanto a gloriose gemme degli anni ‘80 come Head Over Heels, The Hobbit, Spellbound, Manic Miner, The Way of the Exploding Fist e Saboteur! (qui addirittura già riproposto nella recentissima edizione Remastered), troviamo anche novità di assoluto spessore come l’eclettico TCQ di Amawek, l’ansioso Tenebra il divertentissimo Shovel Adventure di Pat Morita Team e molte, molte altre ancora. Un viaggio nel videoludo lungo più di quarant’anni che, oltre ai cliché dei grandi classici, propone anche sfumature molto più moderne, mettendo in evidenza la capacità dei programmatori più “giovani” di proporre titoli tecnicamente superiori e dalla giocabilità superba.

E SE 48 GIOCHI NON BASTASSERO?

Chiaramente, non si può pensare di ‘riassumere’ in soli 48 titoli la vastissima giocoteca dello Spectrum. Così, possiamo tranquillamente eseguire quelli che vogliamo a patto di disporre di una loro edizione digitale, in un file immagine formato .tap, che The Spectrum può caricare da una memoria USB simulando, se vogliamo, tutta la lunga fase di caricamento da cassetta, con tanto di righe colorate sul bordo e rumori. Visto che ormai siamo abituati a giocare tutto e subito, il caricamento dei file .tap si può accelerare parecchio tramite un’opzione ma, sfortunatamente, non si può evitare del tutto (come invece si può fare con l’emulatore ZesarUX). Quindi, che ci piaccia o meno, saremo costretti a osservare impazienti lo schermo almeno per qualche secondo prima di giocare. Una scelta che ci lascia piuttosto sorpresi, e su cui speriamo che Retro Games Limited operi un ripensamento con le future release del firmware.

Quanto alla configurazione dei controlli, la console dispone di impostazioni personalizzate per almeno due giocatori, per cui non dovrebbe essere un grosso problema trovare la combinazione migliore per ogni gioco. Infine, se volessimo abbandonare il carosello e ritrovarci nella classica schermata bianca del BASIC, possiamo farlo quando vogliamo e, naturalmente, impostare la macchina per accendersi sempre in questo modo. Tanto per tornare al carosello basta pigiare il tasto Home, posizionato sul retro in un angolo.

QUALCHE CONSIDERAZIONE PRIMA DI CHIUDERE

Non nascondo che, da ragazzino, ero un fortunato commodorista che non risparmiava la propria ironia a chi, con una punta d’orgoglio, si vantava delle magnifiche qualità del suo ZX. Ma in realtà non avrei toccato uno ZX neanche con un bastone. Col senno di poi, ho compreso quanto invece fosse stato importante l’apporto di Clive Sinclair al mondo dell’informatica: se non ci fosse stato il suo piccolo grande elaboratore da 48K a insegnare la programmazione a basso costo, a masse di studentelli e appassionati di elettronica e informatica negli anni Ottanta, oggi avremmo perso per strada tantissimo talento.

I PRIMI A CUI CONSIGLIEREI QUESTO PRODOTTO SAREBBERO PROPRIO I SUOI ANTICHI NEMICI, I COMMODORISTI CONVINTI

E poi diciamocelo, quei colori acidi da far paura e quelle limitazioni – come il colour clash – hanno scritto un’epoca e sono stati spesso il pretesto per una sfida tra la macchina e i programmatori, capaci talvolta di produrre giochi più belli, più veloci e più giocabili su questa piattaforma che non sull’agguerrita concorrenza. Non nascondo, quindi, di essere felicissimo di avere un The Spectrum sulla mia scrivania: non solo mi permette di recuperare il tempo perduto e di apprezzare “l’altro lato” del gaming a 8 bit, ma in qualche modo mi fa sentire un “vecchio gamer” molto più completo. Quindi se mi chiedessero a chi consiglierei questo prodotto, i primi che mi verrebbero in mente sarebbero proprio i più acerrimi ex-nemici della piattaforma, i Commodoristi più convinti. Dai, ammettiamolo che in fondo un po’ di fascino, per questa macchina, lo provavamo anche noi! Quanto agli altri… sapete benissimo cosa sono e come sono fatte queste mini-console: con soli 100 euro possiamo portarci a casa un pezzo di storia perfettamente simulato, con tanto di iconica tastiera in gomma, e usarlo sui televisori moderni proprio come se fossimo nel 1982. Se siamo fanatici dell’hardware d’epoca non fa per noi, ma se vogliamo giocare, scoprire o riscoprire una vecchia gloria, The Spectrum è forse il modo migliore per farlo.

Voto: 9

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