The400 Mini – Recensione

Dopo aver rinverdito i fasti del Commodore 64 e dell’Amiga, Retro Games Ltd riporta in auge la linea di computer a 8 bit di Atari col suo nuovo The400 Mini.

Il periodo intercorso tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta fu a dir poco seminale per l’informatica di oggi. È proprio tra il 1979 e il 1985 che aziende come Atari, Commodore, Sinclair e Amstrad imbastirono una guerra senza esclusione di colpi per dominare il mercato dei computer a 8 bit (senza contare il piccolo esercito di produttori giapponesi che abbracciarono lo standard MSX). Ma prima ancora che il C64 sbaragliasse tutta la concorrenza salendo sul trono che ancora oggi gli riconosciamo, i computer da gioco per eccellenza erano prodotti da Atari.




Macchine capaci di fare musica grazie ai quattro canali audio del chip Pokey, dotate di una ricca palette di colori e di configurazioni di memoria che vanno da 8 a 64 KB, arricchite libreria di videogiochi e rimaste sulla cresta dell’onda almeno fino al 1983, per poi perdere progressivamente terreno a causa degli alti costi di produzione e vendita. È proprio questa gloriosa famiglia di computer quella che Retro Games Limited, già nota per le sue repliche del C64 e dell’Amiga 500 in versione mignon, ha deciso di celebrare con il suo nuovo prodotto, la mini-console The400: replica moderna, in scala ridotta, dello storico Atari 400.

THE400 MINI, MULTISISTEMA

Come premesso, The400 Mini non emula soltanto l’Atari 400, ma l’intero range di computer a 8 bit prodotto da Atari. Mancano, probabilmente per non sovrapporsi all’Atari 2600+, soltanto le console Atari 2600 e 7800, mentre è invece possibile emulare l’Atari 5200. Chi dispone di entrambe le mini-console, insomma, può emulare tutta la produzione classica dell’azienda americana.

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Aprendo la scatola sembra di tornare negli anni Settanta. Il modernariato è assicurato.

Un po’ come capitò con i prodotti precedenti, la release iniziale del firmware si limita a fare quel che promette la pubblicità: eseguire i 25 giochi già inclusi nel dispositivo (accessibili tramite Carousel) e volendo pure quelli usciti negli anni Ottanta, sotto forma di immagini disco e cartuccia. Basta inserire una chiave USB nell’apposita porta posteriore per accedere ai suoi contenuti, con un file manager del tutto simile a quello presente sugli altri prodotti Retro Games Limited.

La release iniziale del firmware si limita a fare quel che promette la pubblicità

I formati leggibili sono cas, atr, atx, xfd, dcm, com, xex, crt, rom e bin, e siccome nel corso degli anni si sono succeduti diversi tipi di cartucce, è possibile “forzare” il formato cambiando l’estensione del relativo file in .cXX, dove XX è l’identificatore esatto. Sotto questo aspetto, The400 Mini si presenta già più “evoluto” e “aperto” di quanto non lo fosse stato TheC64 Mini al suo debutto, più o meno come fece anche l’emulatore Amiga TheA500 Mini. Quando carichiamo la ROM di una cartuccia, o l’immagine di un programma su disco o cassetta, possiamo scegliere l’esatto modello di computer Atari destinato a eseguirlo, se avere o meno il supporto del BASIC, modificare l’offset video e configurare i comandi, assegnando agli otto tasti del TheCXStick funzioni ben precise. Un bel passo in avanti rispetto ai file testuali da dare in pasto al TheC64 Mini! Di contro, va precisato che non si possono emulare espansioni ‘moderne’, talvolta già previste dagli emulatori che girano su PC.

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Possiamo andare a leggere i nostri giochi da una chiavetta USB.

Non c’è modo di lanciare gli homebrew che chiedono più dei 128K a disposizione dell’Atari 130XE, per esempio, così come non funzionano nemmeno quelli pensati per la scheda video VBXE. Ma possiamo comprendere le priorità di RGL: prima era necessario assicurarsi che i giochi originali funzionassero correttamente, poi ci sarà sempre tempo di affinare il prodotto e aggiungere funzioni con le release successive del firmware. Sotto questo aspetto, l’azienda ha sempre svolto un lavoro eccellente in passato e non abbiamo motivo di credere che stavolta farà eccezione.

DA UNO A OTTO TASTI: UN BEL SALTO

Uno degli aspetti più interessanti del prodotto è sicuramente l’adattamento del joystick. L’originale aveva 4 direzioni e un solo pulsante di fuoco, mentre la sua riedizione ne ha sette di più, anche se quasi non si vedono! Retro Games Limited ha nascosto quattro tasti nella corona di plastica che circonda la leva, trasformando un particolare puramente estetico in una nuova funzionalità, dopodiché ha aggiunto un pulsante di fuoco secondario in un angolo della base e due ulteriori tastini neri sul lato superiore.

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A vederlo sembra il vecchio CX40. Ma è molto, molto più evoluto.

Non è finita: da bravo mancino ho sempre detestato l’abitudine di Atari di mettere il tasto fuoco nell’angolo superiore sinistro della base. Per me che uso la mano destra per sparare è un vero tormento. Ebbene, basta premere una particolare combinazione di tasti per andare in “modalità mancino”: le direzioni della leva ruotano di 90° e noi mancini ci ritroviamo il fuoco principale a portata della mano destra, ma il lavoro è a mio avviso svolto solo a metà. I tasti aggiuntivi sulla corona restano infatti invariati, e così le funzioni del tasto “Top” (che normalmente sta a nord) vengono spostate sul lato destro. Non è un grosso problema, ma viene spontaneo chiedersi perché RGL non abbia fatto anche 31, già che aveva fatto trenta.

I tasti aggiuntivi sulla corona restano invariati, e così le funzioni del tasto “Top”

Detto questo, si tratta di un passo avanti enorme per la comodità di questo joystick, che comunque di suo non era (e non è) propriamente brillante. Il movimento è un po’ goffo e legnoso, si sente la mancanza di una meccanica solida a microswitch, esattamente come capitava anche sui CX40 originali. Come sulle altre mini-console della stessa casa, è possibile usare altri controller USB come quelli prodotti in precedenza da RGL stessa, oltre ad alcuni joypad standard (Xbox, PlayStation), eventualmente modificando la corrispondenza dei comandi rispetto al TheCXStick in dotazione per mezzo di appositi file di testo (la procedura è spiegata sul sito del produttore).

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Richiede un po’ di pazienza, ma la fase di configurazione dei comandi è davvero molto utile.

Naturalmente è possibile collegare a qualsiasi porta USB una tastiera standard per PC, con cui sopperire alla mancanza di un dispositivo simile sulla console. Utile con tanti giochi, ma anche per programmare qualcosa direttamente sulla macchina.

I GIOCHI INCLUSI

La selezione di 25 titoli già inclusi nella console non può essere considerata rappresentativa, visto che per questa famiglia di computer furono realizzati migliaia di titoli e, grazie a una delle più vivaci community del panorama retroludico, ne escono molti ancora oggi. L’elenco è presto fatto: Airball, Asteroids, Basketball, BattleZone, Berzerk, Boulder Dash, Bristles, Capture the Flag, Centipede, Crystal Castles, Elektraglide, Encounter, Flip and Flop, Henry’s House, Hover Bovver, (Bruce) Lee, Millipede, Miner 2049er, Missile Command, M.U.L.E, O’Riley’s Mine, Seven Cities of Gold, Star Raiders II, Wavy Navy e Yoomp!. Classici che spaziano tra i diversi computer che componevano la line-up di Atari a 8 bit, con il controller già configurato per avere tutte le funzioni di gioco a portata di polpastrello.

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La funzione rewind ci consente di tornare indietro sui nostri passi, fino a 30 secondi di gioco.

Ecco, forse qui si notano alcune piccole incoerenze, come la presenza di giochi che partono col tasto fuoco e altri che invece richiedono un pulsante diverso sulla ghiera, ma d’altronde stiamo parlando di diversi autori e produttori, ognuno dei quali poteva decidere di far iniziare la partita con un tasto specifico della tastiera invece che con il fuoco dello stick. Insomma, ci sta. Come prevedibile, possiamo salvare la posizione in quattro slot diversi e, novità davvero interessante che vorrei tanto vedere anche su TheC64 e TheA500, c’è anche una comodissima funzione di ‘rewind’ che ci consente di tornare indietro fino a 30 secondi, in ogni gioco, e ripartire da un punto a scelta in questo intervallo di tempo. Siamo ‘morti’ in modo oggettivamente stupido? Non c’è problema! Basta tornare un po’ indietro sui propri passi e ritentare.

CARO BABBO NATALE…

In definitiva, trovo che RGL abbia fatto davvero un ottimo lavoro con il The400 Mini, portando avanti quella che sta diventando una lodevole tradizione. Magari non sarà il prodotto che i fan di Atari aspettavano con ansia e trepidazione, visto che sicuramente già dispongono di macchine originali o di altri apparati destinati all’emulazione, ma chi vuole riscoprire un mondo a 8 bit alternativo alle macchine Commodore, ma altrettanto valido, oggi ha un’ottima occasione per farlo a prezzi tutto sommato contenuti, assaporando un po’ del fascino dell’epoca grazie al look del dispositivo.

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Il menu comprende note informative su ogni titolo e spiega tutte le funzioni dei pulsanti del joystick.

Se potessi chiedere agli ingegneri di Retro Games Limited qualche piccola aggiunta al firmware a mo’ di letterina natalizia, probabilmente sarebbero il supporto alle espansioni di memoria, l’emulazione VBXE e la rotazione dei tasti sulla corona dello stick quando si passa alla modalità per mancini. Poi vivrei felice e contento, giocando una partita a Crystal Castles e a Miner 2049er dietro l’altra. O, perché no, anche agli homebrew attuali che meritano. Sarebbe bello avere anche qui l’emulazione del 2600 e del 7800… ma poi l’Atari 2600+ chi lo compra più?

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