Revenge of the Savage Planet è un sequel su cui nessuno avrebbe scommesso, il seguito di una divertente e ironica avventura sci-fi in prima persona che ebbe solo la colpa di uscire nel momento sbagliato. È un titolo più maturo, complesso, sfaccettato, un prodotto che sa di rivalsa e che merita di essere scoperto con il sorriso sulle labbra. Bentornati esploratori!
Sviluppatore / Publisher: Raccoon Logic Studios / Raccoon Logic Studios Prezzo: 39,99 Euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Coop (Locale e Online) PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam, GOG, Epic Games), Xbox Series X/S, PS5 Data di Uscita: 8 Maggio 2025
Immaginate per qualche minuto di essere nei panni di Alex Hutchinson: avete un nome che non sfigurerebbe in una serie action anni 80 e siete australiani, quindi abituati a convivere con ragni e meduse letali. Avete messo su un’ottima carriera nel mondo dei videogiochi e il vostro curriculum include ruoli di primo piano in serie come The Sims, Far Cry e Assassin’s Creed, ma l’ambizione vi spinge a fondare un vostro studio che in pochissimo tempo diventa parte della grande famiglia Google, pronta a spaccare il mondo con un nuovo, rivoluzionario progetto chiamato Stadia.
Grida di giubilo, pacche sulle spalle, magnum di champagne stappate fino a tarda notte e finalmente il primo gioco vede la luce, Journey to the Savage Planet. Non è davvero niente male e viene anche accolto da ottimi consensi ma poi… il disastro: Stadia fallisce in tempi record e Typhoon Studios viene chiuso a soli quattro anni dalla sua fondazione. Le grida diventano di rabbia, le pacche sulle spalle un ricordo e le bottiglie di pregiato vino sostituite da bevande gassate e zuccherose. In molti si sarebbero scoraggiati e avrebbero cambiato mestiere, ma Alex no. Lui si è rimboccato le maniche, ha fondato il Raccoon Logic Studios e ha deciso di realizzare Revenge of the Savage Planet, che già dal titolo fa capire quanta voglia di rivalsa abbia dentro Mr. Hutchinson.
UN MEZZO TAGLIO CON IL PASSATO
Quanto di buono fatto con il precedente capitolo non è stato ovviamente buttato tutto alle ortiche. Revenge of the Savage Planet ha mantenuto lo stile luminoso e pieno di colori del suo predecessore, lo stile ironico della narrazione e un gameplay incredibilmente accessibile e soprattutto divertente. Una cosa però è cambiata e in questo c’è lo zampino dei fan del primo gioco, che non avevano gradito troppo la visuale in soggettiva. “Journey” era un titolo che invitava il giocatore ad esplorare ogni angolo del bizzarro pianeta alieni in cui era ambientato, concedeva una certa libertà d’azione ma proprio la visuale a volte impediva di godere al meglio il fattore esplorativo, anche a causa di alcune imprecisioni tecniche.

Per catturare alcune creature dovrete scoprirne il punto debole e stordirle in qualche modo. Successivamente potrete teletrasportarle nei vostri zoo personali e analizzarle.
Questo è il motivo per cui “Revenge” è passato ad una visuale in terza persona, che permette di vedere in tutto il suo splendore il colonizzatore che andrete ad interpretare e i mondi che lo circondano. Una scelta che abbinata ad un’attenzione maggiore alla realizzazione tecnici, ha dato vita ad un gioco simile al precedente ma al tempo stesso più grande, solido e rifinito. Ancora una volta il gameplay ruota intorno alla ricerca e catalogazione di tutte le specie vegetali/animali che popolano i pianeti e al reperimento delle risorse che permettono di creare nuovi strumenti con cui andare sempre più a fondo nell’esplorazione. La struttura da pseudo-Metroidvania funziona bene e la progressione è incentivata dalla continua scoperta di nuove specie, oggetti da scansionare, risorse da accumulare e soprattutto da nuovi strumenti che consentono un’immersione sempre più approfondita nella storia e nel gameplay stesso. Il tutto è poi condito dallo stesso umorismo apprezzato nel primo gioco, ereditato da altre popolari saghe ma che quasi nessuno è riuscito a replicare, vedi il deludente High On Life.
LET’S MAKE THESE PLANETS GREAT AGAIN
I più attenti di voi avranno notato che poche righe fa abbiamo scritto “pianeti” al plurale. A differenza del titolo precedente infatti, Revenge of the Savage Planet si svolge su più pianeti, che visiterete con il procedere della storia e vi trasporteranno in biomi completamente diversi, tra deserti, foreste, picchi e distese ghiacciate. Gli orizzonti progressivamente allargati amplieranno anche la quantità di missioni primarie e secondarie, il cui numero è sorprendentemente alto. Purtroppo quantità spesso non fa rima con qualità e il mission design alla lunga soffre un po’.

La vostra base all’inizio sarà piuttosto spoglia ma con il tempo potrete arredarla con decine di elementi, che ovviamente avranno un costo.
Le prime ore sono fresche e la varietà non manca tra catture di animali selvaggi, selfie in luoghi improbabili, arredamento d’interni, ritrovamento di forzieri nascosti, etc.. Il trasferimento sui pianeti successivi annacqua un po’ questi elementi, con la riproposizione di piccole varianti di specie già viste e un continuo sovrapporsi di missioni che crea un po’ di confusione. La voglia di portare a compimento rimane tanta, ma per godersi al meglio i contenuti è consigliabile usare del metodo: molte side-quest sono legate al ritrovamento di un particolare oggetto o allo sblocco di un nuovo accessorio quindi la cosa migliore è portare avanti la storia principale fino a che non si sono sbloccati tutti i pianeti per poi tornare sui propri passi e portare a termine quanto lasciato irrisolto.
La struttura da pseudo-Metroidvania funziona bene e la progressione è incentivata dalla continua scoperta di nuove specie, oggetti da scansionare, risorse e strumenti
Un po’ di ripetitività va messa in conto ma specialmente i completisti andranno a nozze con questo gioco, che prevede svariati elementi collezionistici capaci di moltiplicare le ore necessarie per arrivare all’epilogo. Volendo potrete portare con voi un amico visto che Revenge of the Savage Planet può essere giocato anche in modalità coop locale e online. Farlo non aggiunge nulla alla storia e non toglie nulla al fattore scoperta, ma può dare vita a situazioni ancora più buffe e divertenti derivanti dalla bizzarra natura sia dei nemici che degli strumenti che gli esploratori hanno a loro disposizione. In questo senso il gioco vi da un consiglio fondamentale fin dall’inizio: sperimentate! Provate a fare cose anche diverse, potreste ottenere risultati imprevedibili e ancora più divertenti.
In Breve: Un’avventura sci-fi contraddistinta da toni leggeri e un gameplay fresco, capace di regalare soddisfazioni… a patto che siate giocatori curiosi. La curiosità è fondamentale per apprezzare al meglio la sfaccettata componente esplorativa di Revenge of the Savage Planet e scoprirne tutti i suoi segreti. Se No Man’s Sky e Outer Wilds avessero avuto una relazione, questo sarebbe stato il loro figlio legittimo.
Piattaforma Di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Revenge of the Savage Planet è un gioco migliore del precedente: più vasto, più vario e tecnicamente molto più curato. La progressiva apertura dell’esplorazione concede al giocatore un grado di libertà invidiabile ma inevitabilmente presta il fianco a qualche problemino tecnico tra cali di frame rate (stranamente più al chiuso che all’aperto), pop-in e qualche sporadico comportamento strano dei nemici. Nulla tuttavia in grado di rovinare un’esperienza capace di intrattenere in modo fresco e spensierato.