Paese che vai, sport che trovi. Sul pianeta Crater, si gioca a prendersi a missilate. Andiamoci!
Sviluppatore / Publisher: Strike Games / Electronic Arts Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo Online PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, Xbox One
Quando si parla di shooter PvP, la storia videloudica va divisa in due ere: avanti Fortnite e dopo Fortnite. Possiamo amarlo o odiarlo, ma i numeri parlano chiaro e ogni gioco di questo tipo che vedrà la luce sarà inevitabilmente comparato con il titolo Epic. Per onestà intellettuale, rivelo che ci ho giocato assiduamente dalla quinta stagione fino all’inizio del secondo capitolo. Lo sfidante dell’anno 3 d.F. è Rocket Arena, pubblicato da Electronic Arts e sviluppato da Strike Games, i cui membri vantano influenti ruoli in multiplayer di successo come Halo, Call of Duty e Doom. Fortnite è sempre Golia, ma questa volta anche Davide pare essere bello grosso.
NOI SIAMO UN TRIO ALL’ERTA E PIENI DI BRIO
Ambientato sul pianeta Crater, dove si svolge perennemente il Rocket Championship Tour, Rocket Arena vede due squadre composte da tre persone massacrarsi allegramente a colpi di lanciarazzi.
Siamo tutti ben consapevoli dei danni che può arrecare questo gingillo, ma non illudiamoci di oneshottare gli avversari con una singola missilata in fronte: il gameplay è molto più complesso e nonostante vi sia un solo tipo di arma, l’azione è tutt’altro che banale.
NON FA MALE! NON FA MALE! NON FA MALE!
In Rocket Arena ci si affronta in dieci mappe fluttuanti e le armi non sono letali, ma venire colpiti ci proietterà a una certa distanza, incrementando nel frattempo un indicatore chiamato Blastometro. Più questo aumenta, più lontano verremo scagliati dalle esplosioni.
Lo scopo ultimo è scaraventare gli avversari fuori dall’arena, facendo così guadagnare un punto alla nostra squadra. I tapini comunque rientreranno in gioco dopo pochi secondi, garantendo così uno scontro sempre frenetico ed equilibrato.
IN ALTO COME UN FALCO PER NON FARMI CATTURARE
Durante il match, raramente staremo con i piedi a terra per più di qualche secondo. Abbiamo a disposizione salto, doppio salto e addirittura triplo salto per raggiungere i punti più remoti di una mappa ricca di bumpers, trampolini, rampe e getti d’aria da sfruttare per spiccare il volo. Possiamo anche sparare ai nostri piedi per darci ulteriore propulsione, o scalare un ripido muro una missilata dopo l’altra.
Padroneggiare gli effetti delle esplosioni è fondamentale per muoversi agevolmente per l’arena ed evitare in extremis un KO, deviando la traiettoria della nostra caduta. Qualora ci trovassimo spalle al muro con un missile avversario che ci guarda dritto negli occhi, ricorreremo alla schivata istantanea, soggetta a cooldown, che ci permetterà di uscirne indenni.
Padroneggiare gli effetti delle esplosioni è fondamentale
NON È UN PAESE PER CAMPER
La dimensione ridotta delle mappe, la loro conformazione priva di posti sicuri, l’impossibilità di costruire strutture e la scelta dei razzi come unica forma di offesa liberano Rocket Arena da quella che sarebbe stata l’undicesima piaga d’Egitto, se soltanto all’epoca fossero esistiti gli shooter PvP: il camperone.
Continua nella prossima pagina…
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