Dopo quasi due anni di pausa, la serie UFC di Electronic Arts torna a dispensarci epiche mazzate nei denti nel tentativo di portare finalmente la versione videoludica delle arti marziali miste a un livello di popolarità analogo a quello della disciplina simulata. Il cocktail è sempre lo stesso, con una produzione fantastica, fatta di fotorealismo, una fisica che restituisce con violenza e brutalità i colpi inferti, e un tentativo apprezzabile di riprodurre l’intero carrozzone che ha reso The Notorious, al secolo Conor McGregor, di nuovo volto di copertina, nonché il primo atleta in grado di detenere una doppia cintura mondiale (pesi piuma e leggeri), sia un’icona pop, grazie al suo innegabile carisma.
TIME TO BE GOAT
EA Sports UFC 3 ci lancia subito una sfida, e sin dalla presentazione ci fa sentire il peso della notorietà di McGregor, attraverso una intro che non lesina nella spettacolarizzazione e un incontro che ci cala proprio nei panni dell’irlandese, intento a difendere il suo titolo dei pesi leggeri.Essere portati direttamente nel cuore dell’ottagono ci conferma l’identità radicale della serie, i cui combattimenti sono tecnici, richiedono una tattica estrema e, soprattutto, una grande conoscenza della disciplina e del moveset del proprio lottatore. Sangue freddo e consapevolezza sono necessari per gestire al meglio le tre riprese, dosando l’energia, assestando i nostri colpi migliori al momento giusto onde evitare di cadere nel giogo dell’avversario. Questo vale sempre, che si impersoni il lottatore irlandese o che si parta dal basso col nostro alter ego.
per essere un’icona delle arti marziali miste bisogna non solo allenarsi duramente, ma mantenere un profilo comunicativo di livello adeguato
La carriera rappresenta chiaramente la porzione più grande dell’esperienza, e si parte dalla solita (ottima) creazione del personaggio per poi lanciarsi alla volta della scalata della hall of fame di tutti i tempi, perché GOAT non vuol dire capra, bensì greatest of all time. La struttura della modalità principale è stata rinfrescata ed è concorde all’idea esposta nel prologo del gioco: per essere un’icona delle arti marziali miste bisogna non solo allenarsi duramente, ma mantenere un profilo comunicativo di livello adeguato. Superata la fase iniziale in cui impariamo le basi del mestiere in una lega minore, infatti, il balzo in UFC apre una serie di scenari molto interessanti.
Ogni incontro è preceduto da un certo numero di settimane di preparazione, dove bisogna distribuire i propri punti allenamento tra lavoro atletico, palestra e promozione. Nel primo caso si migliorano le qualità fisiche, nel secondo si imparano nuove mosse e stili di combattimento, mentre nell’ultimo attirare l’attenzione su di noi permette di scalare più rapidamente la vetta della notorietà, per assicurarci guadagni e prestigio maggiori. A cosa servono i soldi (nel gioco, intendo)? A permetterci l’accesso a palestre più importanti, club esclusivi dove si sbloccano le mosse più efficaci. Il sistema complessivo funziona teoricamente benone, con l’alternanza di incontri minori e main event e la nascita di rivalità che culminano poi sul ring, provando a simulare l’intero carrozzone mediatico della disciplina.
A tratti, quello che emerge da UFC 3 è che la reputazione di un lottatore dipenda quasi troppo dal numero di streaming che fa su Twitch e da gelide attività di marketing
TI SPIEZZO IN DUE
Guardando al resto dell’offerta, c’è l’imbarazzo della scelta per quanto concerne la tipologia di scontri singoli, ma soprattutto c’è Ultimate Team, la modalità multiplayer oramai immancabile in ogni sportivo di Electronic Arts. Nella sua versione dedicata alle arti marziali miste – a dire il vero – delude un po’, non per la necessità di acquistare i pacchetti e investire moneta sonante, che come in FIFA e Madden non è un fattore davvero determinante, ma per la sua struttura, inutilmente complessa e frustrante.Al di là della discutibile forzatura di dover creare una rosa di lottatori per giustificare il “giro” di carte, tutte le operazioni di crescita del personaggio (come dotazione di nuove mosse e miglioramento delle abilità) richiedono tanto, troppo tempo, e si scontrano con un drop rate casuale e confusionario. Insomma, l’ho trovata ampiamente noiosa, ma sarà che non sono così impallinato di arti marziali miste così come lo sono di calcio.
Ultimate Team, nella sua versione dedicata alle arti marziali miste, delude un po’ per via della sua struttura inutilmente complessa e frustrante
L’alternativa, online, è rappresentata soltanto gli incontri veloci, mentre tutto il resto delle modalità multigiocatore è godibile soltanto sul divano, per una discutibile scelta di privilegiare Ultimate Team per l’online. Un peccato, perché è contro gli altri avversari umani che il gioco dà il meglio di sé, anche quando si sperimentano nuove frontiere del dolore, contro giocatori che ti fanno sentire davvero un punchball che perde sangue. Quando però riesci a costruire un’offensiva degna di nota, preparandola con cura e strategia, UFC 3 regala soddisfazioni notevoli.
è contro gli altri avversari umani che il gioco dà il meglio di sé
Complessivamente, è difficile non consigliare il titolo ai fan delle arti marziali miste, anche in virtù dei piccoli, ma significativi passi in avanti dal punto di vista tecnico, con un sistema di illuminazione che impreziosisce l’ottimo lavoro di modellazione dei lottatori, e l’introduzione della tecnologia Real Player Motion, che porta le animazioni a livelli sublimi. L’impatto estetico complessivo è davvero notevole, e insieme alla profondità del sistema di controllo riesce – comunque sul gong – a rendere UFC 3 il miglior esponente della serie, anche al netto delle sue imperfezioni.
Ea Sports UFC 3 è una simulazione di arti marziali miste indubbiamente ben fatta, che restituisce, complessivamente con successo, il brutale spettacolo dei combattimenti con rigore e profondità. Spiace che lo sbilanciamento tra le fasi in piedi e a terra determini un gameplay inevitabilmente poco equilibrato, che la carriera abbia dei passaggi poco convincenti e che il multiplayer online sia vessato dall’imposizione di Ultimate Team. I pregi sono comunque tanti, e gli appassionati non faticheranno ad apprezzare il titolo che resta comunque intenso ed appagante, ma l’evoluzione del titolo di Electronic Arts è leggermente monca.