Shift Legacy Collection - Recensione

PC

Nella vita non può essere tutto o bianco o nero! O forse sì? Sicuramente è così in Shift Legacy Collection, puzzle platformer a schermata singola nato come gioco Flash e diventato virale in breve tempo.

Sviluppatore / Publisher: Antony Lavelle / Armor Games Studio  Prezzo: 4.99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam), Mac Data d’uscita: Già disponibile

I lettori più stagionati sapranno elencare tutte le Grandi Rivoluzioni Videoludiche, partendo dagli otto bit per poi arrivare all’Amiga, alla Sound Blaster, alla 3dfx e così via. Non possono assolutamente mancare, nella storia della passione più grande della nostra vita, un paio di paginette dedicate all’epoca dei giochi Flash. Nel primo decennio di questo secolo, questi semplici browser game erano in grado di girare su qualsiasi computer senza necessità di installare software aggiuntivi. Non parliamo dunque dei PC ipertrofici da gaming che svettavano sulle scrivanie degli appassionati, ma di macchine presenti nelle scuole o negli uffici.

Ti si apriva Internet Explorer? Potevi giocare. E quanto costavano questi videogame? Nulla, erano completamente gratuiti. Lo svago era servito su un piatto d’argento, alla faccia di professori e datori di lavoro. Alzi la mano chi non ha mai sottratto qualche minuto alla propria produttività lanciando piccoli capolavori quali Line Rider, Bloons, Fancy Pants Aventure o Shift. E proprio quest’ultimo torna tra noi con Shift Legacy Collection, raccolta che include le quattro release ufficiali chiamate Shift, Shift 2, Shift 3 e Shift 4. Che fantasia, vero? In ogni caso la mancanza di creatività nei nomi è compensata da un gameplay semplicissimo e immediato, ma allo stesso tempo molto impegnativo per chi cercasse il miglior tempo nelle speedrun. Non era forse questa la filosofia dei giochi Flash?

SHIFT E ARMOR GAMES

Nato dalla mente di Antony Lavelle nel 2008, Shift viene sponsorizzato dal portale Armor Games. All’epoca funzionava in questo modo: realizzavi un gioco Flash, lo proponevi ai vari big del settore, e cercavi di spuntare un accordo favorevole per inserire il loro logo nella schermata principale o lasciare che lo ospitassero in esclusiva sul loro sito per un certo numero di giorni. Il successo è tale che vengono realizzati tre sequel, alcuni level pack e vari port per iOS, Nintendo 3DS e PlayStation Network. E ora, tutto lo scibile della serie è comodamente disponibile in un’unica raccolta. Aspetta un momento: perché mai bisognerebbe comprare dei giochi da installare quando poco fa è stato detto che erano disponibili gratis su browser? Principalmente perché per vicissitudini di mercato Flash è morto, dunque senza plugin di terze parti – chi ha detto “Ruffle”? – tutto l’ecosistema è andato perduto per sempre. E poi perché su Steam ci sono i trofei, e noi amiamo i trofei, vero? Ovviamente, sarebbe inutile negarlo, c’è un po’ di operazione nostalgia, però gli affari sono affari.

Siete rimasti bloccati? Con shift, il livello si capovolge e diventa il negativo di sé stesso, rivelando passaggi laddove prima c’erano ostacoli

Veniamo ora al gioco, che si basa sulla dicotomia bianco e nero. Controlliamo un omino nero – “omino”, sentite che termine vintage per definire il protagonista di un videogame – che correndo e saltando su varie piattaforme nere su sfondo bianco deve raggiungere una porta, anch’essa bianca. Non teme l’altezza quindi può precipitare da dove gli pare e non ci sono nemici pronti a fargli la pelle. Facile? No, perché la maggior parte delle volte troveremo un muro a sbarrarci la strada o una piattaforma sulla quale saltare fuori dalla nostra portata, rendendo impossibile terminare il livello. Errore del designer?

Quando si shifta, si capovolgono anche le scritte con le istruzioni. Leggetele finché vi sarà possibile!

La peculiarità di Shift, nomen omen, è che con il tasto shift possiamo shiftare i colori, con il bianco che diventa nero e il nero che diventa bianco, senza alcuna eccezione: porta, omino, piattaforme, tutto cambia colore. Perdipiù, il livello si capovolge, ribaltando letteralmente la situazione. A questo punto controlleremo quindi un omino bianco che correndo e saltando su piattaforme bianche su sfondo nero deve raggiungere una porta, anch’essa nera. Ciò che prima era un muro, ora è un passaggio. Ciò che prima era vuoto, ora è solido. Il pavimento diventa il soffitto, e vice versa. La struttura rimane la stessa ma, come i negativi delle vecchie fotografie, tutto si inverte e in più finisce sottosopra. L’altura che ci bloccava ora è un precipizio dal quale possiamo saltar giù tranquillamente, e la parete che si frapponeva tra noi e l’uscita ora è un corridoio da attraversare di corsa. Presto o tardi però esclameremo “oh, shi(f)t!” perché rimarremo incastrati da qualche altra parte.

Nessun vero contenuto extra

Niente paura, con un nuovo shift si rishifterà tutto di nuovo, tornando alla configurazione iniziale, nella quale però sicuramente ci troveremo in una posizione più vantaggiosa per avanzare un pochino prima di dover shiftare nuovamente, e così via fino a raggiungere l’agognata uscita. Dopo i primi tre o quattro livelli volutamente banali per farci prendere confidenza con il gameplay, la curva di difficoltà comincia a impennarsi e richiedere una buona dose di pianificazione. Spuntoni mortali, timer, porte e piattaforme semoventi, interruttori e trappole varie richiedono un massiccio utilizzo delle meningi, e i tempi delle migliori run che campeggiano ovunque non giovano all’autostima. E finora vi ho parlato del primo Shift, mentre Shift Legacy Collection contiene tutti i quattro capitoli, con un totale di oltre cento livelli nei quali vengono costantemente introdotti nuovi elementi per aggiungere sempre un po’ di pepe, avvicinandosi addirittura a una struttura metroidvania.

IL MINIMO INDISPENSABILE

Se il gioco funziona alla grande ora come allora, la mancanza di contenuti extra denota una certa pigrizia nella realizzazione di questa raccolta, come se si fosse voluto includere il minimo indispensabile. Molte altre riedizioni di vecchi classici, come la collezione Llamasoft: The Jeff Minter Story, offrono materiale inedito in grado di scaldare il cuore dei fan con pochissimo sforzo.

I livelli creati dagli utenti sono decisamente infidi.

Sarebbe bastato un piccolo video del making of, qualche appunto dell’epoca o magari il codice sorgente dell’originale per dimostrare che Antony Lavelle ama noi quanto noi abbiamo amato i suoi videogame. Invece nulla di tutto ciò, tuttavia veniamo accolti da una frase molto evocativa: spero che i miei giochi abbiano reso più divertenti le noiose ore di scuola. Ci puoi giurare!

In Breve: Shift Legacy Collection sposa perfettamente la definizione “a blast from the past”, riportando ai giorni nostri un gioco che ha rappresentato un’epoca felice del gaming. Sono passati sedici anni, ma il gameplay è ancora in grado di catturare e impegnare come il primo giorno. Dispiace però che non sia stato aggiunto materiale inedito alla collezione dei quattro capitoli di Shift, a voler essere pignoli si potrebbe affermare che stiamo pagando per una serie di giochi che una volta erano gratuiti e che tutt’ora si possono lanciare sui browser, però l’obolo richiesto è modesto e ci consente di avere tutto bello pronto nella nostra libreria.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: L’originale è un browser game dunque dovrebbe girare a dovere anche su una lavatrice. Non si possono ridefinire i tasti, del resto il gioco si chiama Shift perché bisogna usare shift, altrimenti si sarebbe chiamato Ctrl o Spacebar, oppure Alt.

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Pro

  • Puzzle platformer ancora interessante / Un pezzo di storia dei videogame

Contro

  • Nessun vero contenuto extra
8

Più che buono

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