Il PC Gaming Show è diventato ormai un appuntamento fisso in questo periodo dell’anno. Arrivato alla sua sesta incarnazione, l’evento organizzato dalla redazione di PC Gamer ci ha permesso anche questa volta di dare uno sguardo alle novità in arrivo sui nostri monitor. Naturalmente in apertura non poteva mancare un breve accenno alla situazione negli Stati Uniti, dove migliaia, se non centinaia di migliaia di persone stanno manifestando contro la brutalità delle forze dell’ordine e contro il razzismo sistemico che purtroppo affligge la società americana (e non solo), con l’invito a supportare economicamente la causa dei manifestanti acquistando il Bundle for Racial Justice and Equality su Itch.
CERTEZZE E CONFERME
La formula del PC Gaming Show è ormai estremamente collaudata, tanto che la pandemia di Coronavirus non sembra aver avuto alcuna ripercussione sul format della trasmissione, al contrario di altri eventi digitali organizzati in questi giorni di “non-E3”. Ciò si deve soprattutto alla struttura che ci accompagna da sei anni, nonché al carisma dei due presentatori: Sean “Day9” Plott e Frankie Ward, sempre sul pezzo e in grado di far sentire a proprio agio gli ospiti intervenuti in remoto durante la trasmissione.
Una trasmissione in cui abbiamo potuto vedere una cinquantina di giochi in uscita nei prossimi mesi. A fianco alle molte certezze di questo stream, non sono mancate alcune sorprese, anche se smorzate dai leak degli ultimi giorni. Il riferimento è ovviamente all’arrivo di Persona 4 Golden su Steam: il JRPG di Atlus è stato pubblicato sulla piattaforma digitale di Valve proprio in contemporanea con la messa in onda del PC Gaming Show, segnando così il debutto della saga su computer. Ma tra le uscite contemporanee non si può non citare Torchlight III, anch’esso già disponibile su Steam, sebbene in Early Access.
ben vengano nuovi trailer di titoli già noti da tempo, soprattutto se questi video portano con sé del gameplay inedito
A tal proposito, non aiuta l’eccessiva lunghezza della trasmissione. Più di due ore di stream, nonostante l’ottima presentazione di Sean Plott e Frankie Ward, sono innegabilmente troppe, soprattutto se in questi centoventi e passa minuti ci ritroviamo a vedere gli stessi titoli mostrati più e più volte nei giorni e nelle settimane passate. Forse per il futuro sarebbe il caso di rivedere un po’ la formula, magari rendendola più asciutta ed evitando le sovrapposizioni di contenuti.
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