Roguelike, o il fascino del déjà vu

Il filone più affascinante è quello che punta sull’utilizzo di un mazzo di carte per randomizzare l’esperienza di gioco

Il concetto alla base di questi videogiochi è talmente semplice da essere davvero alla portata di tutti, prestandosi tra l’altro a partite molto rapide la cui durata raramente supera i trenta minuti. In sostanza il giocatore si ritrova ad affrontare dei combattimenti alternandoli con degli eventi casuali, e nel mentre raccoglie carte con le quali costruire un mazzo che rappresenta le tipologie di attacchi e abilità a disposizione del suo avatar virtuale. Al mazzo di carte si vanno poi ad affiancare delle reliquie che forniscono bonus (o malus) variabili. Naturalmente le carte e le reliquie non modificano i loro effetti di partita in partita, ma il giocatore non sa mai quali carte gli capiteranno durante una run, pertanto qui risiede il fattore casuale.

STAPPO, MUOIO E RISORGO

Grazie proprio all’immediatezza di una ricetta di gioco tanto elementare quanto assuefacente, il successo di Slay The Spire – come dicevo poc’anzi – è stato davvero eclatante. Come spesso accade in praticamente ogni ambito commerciale, una formula vincente porta all’imitazione e ora non passa un mese senza che su Steam non spunti perlomeno un titolo simile al fenomeno di Mega Crit Games.

Tra gli emuli più riusciti di Slay The Spire spicca il brillante Monster Train.

E come sempre, al fianco dei tantissimi cloni spudorati vi è anche qualcuno che – è proprio il caso di dirlo – prova a mischiare le carte in tavola. Tra quei qualcuno vi sono anche i ragazzi di Klei Entertainment, che nel campo dei rogue-qualcosa non sono certo i primi arrivati, d’altronde con Don’t Starve prima, e Invisible Inc poi, lo studio canadese aveva già dimostrato di saperci fare quando si parla di algoritmi di generazione procedurale.

Al fianco dei cloni spudorati vi è anche qualcuno che prova a mischiare le carte in tavola

Proprio per questo il team ha deciso di cimentarsi in qualcosa di molto simile, ma anche profondamente diverso. Prendendo spunto dai deckbuilding roguelite, nel loro Griftlands assistiamo all’aggiunta di un elemento aggiuntivo: quello narrativo.

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