The Elder Scrolls V: Skyrim – Dieci anni e non sentirli

IL TRAILER DI PRESENTAZIONE DI SKYRIM, POCO PIÙ DI DIECI ANNI FA, SCOSSE GLI ANIMI DALL’EMOZIONE CON IL SUO CRESCENDO DI EPICITÀ

Quel trailer era un’ode all’avventura, un richiamo antico simile ai corni del Valhalla uditi dalle valchirie, un’esperienza immortale che dal prologo, diventato persino un meme da qualche anno a questa parte, ti gettava nel mezzo di una landa impervia solo per insegnarti a suon di batoste che non erano solo i draghi a minacciare questa porzione terrestre di Tamriel, ma anche i dissapori politici, confraternite di assassini, ladri e tagliagole, banditi, culti daedra e molto altro ancora.

Skyrim è ambientato duecento anni dopo gli eventi di Oblivion, durante l’anno 201 della Quarta Era, nella fredda provincia settentrionale di Tamriel. Queste terre sono in tumulto a causa dell’uccisione del Re dei Re Torygg per mano di Ulfric Manto della Tempesta, evento che contrassegna l’inizio di una terribile guerra civile. La causa scatenante è il concordato Oro Bianco, un trattato che l’Impero si è visto costretto ad accettare per porre fine alla sanguinosa guerra contro il Terzo Dominio Aldmeri, il regno degli elfi alti, scuri e dei boschi.

E CHE LE ALI DELLA LIBERTÀ NON PERDANO MAI LE PIUME

Sperando che la maggior parte di voi abbia colto la citazione, ciò che impressionava di più di Elder Scrolls V: Skyrim era proprio la libertà di azione, una libertà che poneva il giocatore al centro dell’esperienza videoludica, fornendogli il miglior sistema di gioco possibile immaginabile: vuoi interpretare un guerriero che non ha paura di usare la spada anche in mezzo a uno stallo messicano?! Nessun problema, usa la spada che vuoi, addestrati e vedrai che un giorno lo diventerai. Ma se nel frattempo vuoi tentare di apprendere qualche rudimento di magia, sebbene la tua intelligenza sia paragonabile a quella di un orchetto in fasce, puoi comunque provare e riprovare, al punto da riuscire a imparare qualcosa senza sacrificare la tua abilità con quell’arma bianca. Insomma, se c’era una cosa di Skyrim che piaceva a noi che amiamo i giochi di ruolo era proprio questa sensazione di libertà, questo non dover necessariamente essere confinato nella storia di un altro, o magari essere costretto a seguire i connotati di una classe ben definita.

skyrim speciale

Esiste poi una coerenza interpretativa del personaggio: conosco persone che seguono un vero e proprio codice morale a seconda dell’avatar creato, che li spinge magari a scegliere la via del guerriero per un uomo irsuto di razza Nord, tutto onore e idromele, piuttosto che creare degli abomini interpretativi senza un vero e proprio background solido a supportarli. A seconda della razza scelta l’esperienza cambia, grazie ai benefici passivi di queste ultime; alcune saranno innegabilmente più portate a certi aspetti come la magia o il tiro con l’arco, ma resta comunque encomiabile la scelta operata dagli sviluppatori nel creare un combat system semplice, immediato quanto efficace, che ancora oggi non ha niente da invidiare praticamente a nessuno. La possibilità di operare su più fronti, scegliendo le abilità da utilizzare senza limiti (o quasi) garantiva a tutti di essere qualsiasi cosa, bastava solamente indossare ciò che ci piaceva e cominciare a usarlo senza sosta.

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