Cinque anni sono lunghi, soprattutto se trascorsi combattendo l’Impero Galattico in una guerriglia disperata. Cinque anni è proprio il tempo trascorso tra gli eventi Fallen Order e quelli di Star Wars Jedi: Survivor.
Sviluppatore / Publisher: Respawn Entertainment / Electronic Arts Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 12+ Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store, EA App), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: 28 aprile 2023
Gli Jedi sono stati quasi interamente annientati in seguito alla Grande Purga: i pochi sopravvissuti cercano di sfuggire alla morsa dagli inquisitori di Darth Vader, mentre soltanto delle sparute cellule di resistenza provano a istigare una ribellione pressoché vana contro l’oppressione dell’Impero Galattico. Una di queste cellule può contare sul supporto di Cal Kestis, divenuto Cavaliere Jedi alla fine dell’arco narrativo di Fallen Order e ora in combutta con Saw Gerrera. Peccato che Cal sia stato catturato proprio mentre stava portando a termine un’operazione su Coruscant.
IL LATO OSCURO DI STAR WARS JEDI: SURVIVOR
Eppure sin da subito avverto che qualcosa non torna. La Forza è potente in Jedi: Survivor, ma già dal primo combattimento mi accorgo di essere di fronte a un videogioco non per forza peggiore o migliore rispetto al suo diretto predecessore, ma semplicemente diverso. Nonostante abbia impostato la difficoltà sulla penultima delle cinque disponibili, mi rendo conto che gli scontri adesso risultano relativamente meno ragionati. Se in Fallen Order bastava poco, un minimo errore nella finestra di parata o una schivata fuori tempo massimo, per compromettere – a volte irrimediabilmente – un combattimento, questo sequel mi ha dato immediatamente l’impressione di essere molto meno punitivo.
La Forza è potente in Jedi: Survivor, nonostante una sfida più contenuta
Attenzione, però, giacché Jedi: Survivor non è comunque un videogioco da prendere sottogamba. Nonostante la difficoltà degli scontri si sia tendenzialmente abbassata, ciò non significa che sia un titolo facile, nell’accezione più ampia del termine. Diversi boss riescono a dare del filo da torcere al buon Cal, laddove alcune situazioni con più nemici a schermo richiedono una buona prontezza di riflessi per essere superate con successo. Peccato che spesso questi scontri sia necessario andarseli a cercare dal momento che sono legati ad attività secondarie.
VITA DI FRONTIERA
Ecco, proprio sulle attività secondarie credo sia opportuna aprire un’ampia parentesi. Dopo l’avventura su Coruscant, per motivi che non ho intenzione di svelare per non rovinarvi la sorpresa, le vicende di Jedi: Survivor si spostano ai margini della galassia, nei pianeti del cosiddetto Orlo Esterno. Qui l’Impero Galattico non è ancora riuscito a estendere la sua morsa opprimente, ma ciò non significa che questi mondi siano dei paradisi idilliaci, anzi. Cal deve fare i conti con un nutrito gruppo di banditi che è riuscito a riconvertire un’armata di droidi usati dai separatisti durante le Guerre dei Cloni, arrivando a controllare di fatto questa piccola porzione della galassia.
Mentre affronta questi fuorilegge, Cal fa la conoscenza di alcuni personaggi secondari che affidano allo Jedi delle missioni secondarie. Spesso queste portano Cal a esplorare aree dei pianeti altrimenti mai raggiunte durante la storia principale, offrendo combattimenti contro boss opzionali, punti esperienza aggiuntivi, potenziamenti di vario tipo, risorse da scambiare i commercianti, ma anche elementi di personalizzazione estetica come vestiti, acconciature o pezzi della spada laser. Da questo punto di vista, Jedi: Survivor rende l’esplorazione molto più soddisfacente rispetto a Fallen Order, anche se si ha la costante sensazione che il tutto sia diventato un po’ troppo dispersivo. Siamo passati da un eccesso a un altro: laddove nel primo gioco le attività opzionali rappresentavano una porzione quasi insignificante dell’esperienza complessiva, qui una volta che l’Orlo Esterno si apre alla libera esplorazione si ha l’impressione di essere sopraffatti, quasi soffocati dalle cose da fare.
L’esplorazione è molto più soddisfacente rispetto a Fallen Order
UNO JEDI PER OGNI OCCASIONE
Per fortuna, pad alla mano, il gioco si comporta in maniera straordinaria. È vero che la difficoltà generale si è abbassata, ma è altresì vero che gli scontri sono sempre soddisfacenti grazie anche alle novità introdotte in questo secondo capitolo. Tra queste è impossibile non citare un ventaglio più ampio di stili di combattimento.
Se in Fallen Order il protagonista combatte usando una spada singola, bilanciata e adatta pressoché a ogni situazione, la lama doppia utile soprattutto negli scontri con più nemici, oppure due spade laser sacrificando la difesa in favore di una maggiore agilità; in Jedi: Survivor vengono aggiunti altri due stili: uno prevede l’atipica accoppiata spada laser più blaster, per colpire i nemici dalla distanza, mentre l’altro impiega uno spadone con guardia incrociata simile all’arma utilizzata da Kylo Ren nell’ultima trilogia cinematografica, quest’ultimo adatto principalmente contro alcuni boss dal momento che Cal colpisce più duramente ma i suoi attacchi diventano più lenti. Va detto che lo stile guardia incrociata è quello più soddisfacente e coreografico, ma è anche quello più situazionale che difficilmente può essere utilizzato in ogni scontro. In ogni caso non è possibile impiegarli tutti e cinque contemporaneamente: Cal può utilizzarne solo due alla volta, ma gli stili attivi possono essere impostati quando riposa nei punti di meditazione.
C’è pure un sistema di benefici ispirato al modello di Hollow Knight
L’ENIGMA DELLA FORZA
Ottime anche tutte quelle sezioni che non prevedono combattimenti, dalle fasi platform rese molto più fluide e dinamiche dalla presenza di nuove abilità di movimento (tra cui lo scatto a mezz’aria), fino alle adrenaliniche sequenze scriptate che sono il vero marchio di fabbrica di Respawn, passando per i puzzle disseminati in giro per l’Orlo Esterno.
Le fasi platform sono state rese molto più fluide e dinamiche
Un sequel, questo Star Wars Jedi: Survival, che perde l’effetto novità del suo predecessore e paga lo scotto di alcuni elementi che non si incastrano bene tra di loro. Siamo comunque al cospetto di un’opera di qualità, un solido action game che continua a fare della spettacolarità il suo punto di forza, anche se purtroppo il piccolo passo indietro rispetto a Fallen Order c’è stato ed è davvero difficile da ignorare.
In Breve: Star Wars Jedi: Survivor è un buon secondo capitolo ma chi si aspettava un sequel migliore del predecessore potrebbe rimanere leggermente deluso. Purtroppo a fronte di molte novità ben strutturate legate agli stili di combattimento e agli enigmi disseminati nei mondi di gioco, sono presenti anche delle sbavature tutt’altro che trascurabili come una trama fin troppo votata al fanservice e una quantità eccessiva di contenuti secondari. Quello confezionato da Respawn ed Electronic Arts è comunque un videogioco d’azione più che soddisfacente, con un gameplay solido e un comparto artistico/grafico di prim’ordine.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Sulla console ammiraglia di Sony sono presenti sia la modalità qualità (4K e 30 fps) che quella performance (1440p e frame rate sbloccato). Purtroppo quest’ultima non riesce a mantenere stabilmente i 60 fotogrammi al secondo, soprattutto nelle aree più aperte e in presenza di acqua.