System Shock 2: 25th Anniversary Remaster – Recensione

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Nightdive Studios prosegue con la sua opera di preservazione dei videogame più iconici dei pixellosissimi anni ‘90, e dopo System Shock ora è il turno del sequel System Shock 2: 25th Anniversary Remaster. Diamo dunque il via alle celebrazioni delle nozze d’argento, e speriamo che SHODAN abbia portato le bomboniere.

Sviluppatore / Publisher: Nightdive Studios, Looking Glass Studios, Irrational Games / Nightdive Studios Prezzo: € 28.99 Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Co-op online e in LAN PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, GOG, Epic Store)

Siamo nei primi anni ’90, e tutto ciò che serve per sopravvivere in un first person shooter è un mix di riflessi felini e dimestichezza con il grilletto. Pensate che in Doom, classe 1993, non è nemmeno previsto il salto. Il 3D – o spesso, la sua mera illusione – è una novità, e il pubblico è così rapito da questo modo di giocare da non chiedere altro che una sana carneficina. Arriva il 1994, e Looking Glass Studios, già nota per Ultima Underworld: The Stygian Abyss, droppa sugli scaffali – quelli veri, di legno o metallo – System Shock, rivoluzionando il genere. Niente più corse frenetiche in corridoi pieni di mostri, ma passi incerti in una stazione orbitale silenziosa, inquietante, da esplorare con cautela, senza nemmeno un indizio sul da farsi. A parte, ovviamente, cercare di rimanere in vita. Nascono così gli immersive sim, che negli anni si evolveranno dando i natali a capolavori come Deus Ex, BioShock, Prey e Deathloop.

La trama è abbastanza Skynet-like: nel 2072, SHODAN, un’intelligenza artificiale impazzita che considera gli esseri umani insetti da schiacciare, prende il controllo della stazione spaziale Citadel, trasformando l’equipaggio in cyborg e aberrazioni genetiche. Nei panni di un hacker senza nome, tocca a noi fermarla e salvare la Terra. SHODAN alla fine viene distrutta, o perlomeno così crediamo tutti fino al 1999, quando esce System Shock 2 e l’incubo ricomincia. Ambientato quarantadue anni dopo gli eventi del primo capitolo, ci catapulta a bordo della Von Braun, prima astronave capace di superare la velocità della luce e teatro di un misterioso disastro biologico. A complicare la situazione, torna anche lei, l’intelligenza artificiale più psicopatica del cosmo. Se sapesse che in Real Life le sue colleghe vengono usate per scrivere post e recensioni sui siti di videogame! [guarda che così ti scoprono, n.d. Automatic Recension Scrittor]

SYSTEM SHOCK 2: 25TH ANNIVERSARY REMASTER PIACERÀ ANCORA?

Alle spalle di System Shock 2: 25th Anniversary Remaster troviamo sempre Nightdive Studios, gruppo di archeologi digitali dediti a riscattare videogame sepolti dalla polvere del tempo quali Turok, Star Wars: Dark Forces o Blade Runner. Un’importantissima opera di preservazione culturale che permette ai giocatori moderni di provare capolavori del passato ottimizzati per hardware e sistemi operativi disponibili ai giorni nostri.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster

I combattimenti corpo a corpo sono piuttosto goffi.

Il gameplay rimane però identico, e la domanda da un milione di dollari è: può un’esperienza nata alla fine degli anni ’90, con tutti i suoi ritmi, complessità e spigolosità, piacere ancora nel 2025? Il raffinato incrocio tra first person shooter, RPG e survival horror, tanto rivoluzionario al tempo, ora è il minimo indispensabile per distinguersi nel mare di release che popolano i negozi digitali, e questa nuova incarnazione di System Shock 2 mostra il fianco principalmente sul versante grafico, rimanendo ai livelli della riedizione del primo capitolo, uscita nel 2023.

La struttura semi aperta invita a esplorare, tornare sui propri passi e scoprire ciò che prima era nascosto

Anche il combattimento corpo a corpo fatica a reggere il peso degli anni: più che un sistema dinamico, sembra uno scambio di mazzate a turno, fino a quando uno dei due rimane senza HP. Progressione nel gioco e crescita del personaggio invece sono in grado di far scuola anche oggi; innanzitutto non si è più abbandonati a se stessi come nel capostitpite, dato che con il pretesto di farci arruolare nella UNN, organizzazione militare che rappresenta una sorta di Nazioni Unite del futuro, saremo sottoposti a un addestramento che funge da tutorial. Inoltre, la scelta della carriera tra Marine, Navy o OSA – agenti con poteri psionici – definisce classe di partenza e skill che poi potremo potenziare presso appositi terminali.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster

Mentre aspetto che si calmino le acque, mi faccio una bella partita a Trova le Pannocchie, aka Campo Minato.

Sebbene vi siano decine di nemici organici e meccanici da abbattere, consiglio di coltivare l’hacking per aprire velocemente casse ricche di equipaggiamento e disattivare sistemi di sicurezza, tramite un minigame non proprio entusiasmante, ora come allora.

LEVEL DESIGN LABIRINTICO E IMPEGNATIVO

Non aspettatevi percorsi lineari o livelli usa e getta tipici delle produzioni del secolo scorso: la mappa di System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è costruita come un labirinto tridimensionale, nel quale ogni settore della Von Braun – dalla sezione medica ai laboratori idroponici, dai dormitori alle cabine di comando – è un luogo da esplorare con attenzione.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster

Non solo mostri e mutanti, la Von Braun brulica anche di creature meccaniche.

Nonostante i piani siano separati, il backtracking è costante e dovremo tornare in aree già visitate una volta in possesso di nuovi strumenti, abilità o codici d’accesso.

Hacking, ricerca, poteri psionici: le alternative al combattimento non mancano

Raccogliendo i log vocali disseminati un po’ ovunque otterremo molti indizi e testimonianze di quanto accaduto a bordo. Il gioco è difficile, e anche scegliendo il Marine, tank della situazione, con un paio di colpi si finisce a terra. Armarsi fino ai denti è una soluzione temporanea, dato che le armi da fuoco sono soggette a usura e richiedono manutenzione costante da effettuare con degli appositi strumenti di riparazione. Necessario quindi avvalersi della ricerca scientifica per analizzare resti biologici delle creature abbattute e garantirci un bonus danni nei loro confronti o sviluppare nuove armi. Ciliegina sulla torta, il percorso OSA apre le porte a un gameplay simile a quello dei maghi, con tanto di lancio di fireball.

VALE LA PENA SISTEMARE SHODAN UNA VOLTA PER TUTTE?

A venticinque – ventisei, se la matematica non mi inganna – anni dall’uscita dell’originale, l’esplorazione metodica, la tensione ambientale e la libertà d’approccio conservano un fascino raro, difficile da ritrovare persino in alcuni giochi contemporanei che a System Shock devono tutto.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster

Credo che qualcuno voglia dirmi qualcosa…

Muoversi tra i ponti della Von Braun rimane un’esperienza appagante, anche se il combattimento è penalizzato dalle regole ormai obsolete degli anni ‘90: i nemici non sono dotati di grande AI – prendi e porta a casa, SHODAN! – e risultano impegnativi solo perché sono coriacei e provocano ingenti danni. Anche la UI poteva essere migliorata, dato che pare tratta da qualche raccolta di asset grafici di pubblico dominio . Ottimo invece il tocco di modernità offerto da cinquanta trofei da sbloccare e una modalità co-op multiplayer che supporta il cross play. A conti fatti, System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è invecchiato più che bene, anche se certe rughe non si possono nascondere.

In Breve: System Shock 2: 25th Anniversary Remaster ripropone il leggendario mix tra first person shooter, survival horror e gioco di ruolo. Offre un’ampia mappa da esplorare, ricca di percorsi interconnessi e pericoli da eliminare con armi, poteri psionici e tecniche di hacking. Il sistema di ricerca aggiunge profondità tattica, permettendo di analizzare i nemici per aumentarne la vulnerabilità. Sul fronte tecnico, la remaster migliora l’esperienza dell’originale, con ritocchi mirati quali risoluzione aggiornata, supporto alle mod, cinquanta achievement e modalità co-op cross-play. La magia che ha reso il gioco un caposaldo è ancora viva, anche se certe meccaniche iniziano a mostrare la loro età.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato con la configurazione al massimo senza alcuna incertezza. Alcuni testi, soprattutto quelli che descrivono gli oggetti che stiamo evidenziando, sono estremamente piccoli e scritti con un pixel font che non ne migliora la leggibilità. Interfaccia utente un po’ caotica.

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Pro

  • Una pietra miliare del gaming / Esplorazione affascinante / Trofei e pieno supporto alle mod

Contro

  • UI migliorabile / Graficamente la rivitalizzazione non è straordinaria / Combat system datato
8.5

Più che buono

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