Richardson riesce a rielaborare le sue influenze, in particolare quella esplicita dei Monty Python, facendo emergere un suo personalissimo stile
L’ispirazione esplicita e manifesta sono gli sketch dei Monty Python col loro non-sense tra il surreale e lo humor nero, in cui non mancano gli sconfinamenti oltre la quarta parete. Richardson, ad ogni modo, riesce a rielaborare le sue influenze facendo comunque emergere un suo stile personale, tagliente e caratterizzato da un’ironia ben riconoscibile che mescola alto e basso, sacro e profano.

Il mago che trasforma l’acqua in vino rischierà di vedersela brutta quando le guardie scopriranno il trucco.
E TIRA FUORI ‘STA SPADA!
Pur senza raggiungere le vette del comparto narrativo, anche il game design di The Procession to Calvary si difende bene. Il sistema di controllo, alquanto minimale, sfrutta appieno i tre tasti del mouse. Posizionandosi su una qualunque area interattiva, evidenziabile premendo il tasto centrale, si attiva il tris di possibilità rappresentato da osservazione, interazione e dialogo.
IL TASTO DESTRO DEL MOUSE INDUCE LA NOSTRA LADY A SGUAINARE LA SPADA, AGGIUNGENDO UN PO’ DI PEPE E QUEL BRIVIDO DEL PROIBITO AL COMANDO “INTERAGISCI”

Alcune opere sono facilmente riconoscibili, quelle meno famose tuttavia regalano i dettagli più assurdi.
Dopo una partenza piuttosto scolastica, tuttavia, i puzzle iniziano a incastrarsi e concatenarsi, aderendo comunque alla logica del gioco, per quanto bizzarra o stralunata la logica stessa sia.
The Procession to Calvary è un vero e proprio inno alla libertà, alla gioia di poter prendere per il culo tutto e tutti
In Breve: The Procession to Calvary non inventa certo la ruota, al massimo vi spinge a usarne una a cui è crocifisso un povero disperato, prendendovi anche in giro per esserci cascati. Dallo stile grafico alla sagace scrittura tutto è azzardato eppure funziona alla perfezione, al netto di qualche giro a vuoto. O forse sono io che non sono abbastanza intelligente per alcune battute, ma non ho certo intenzione di ammetterlo.
Configurazione di Prova: Intel i5 3670k, 12 GB RAM, GeForce GTX 970, HHD
Com’è, Come Gira: Usando il mio solito “scaldapizzette” come banco di prova dei requisiti minimi, posso affermare che The Procession to Calvary giri pressoché ovunque, con giusto qualche scatticchio in fase di caricamento tra una schermata e l’altra sugli orologi digitali.
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