The Siege and the Sandfox – Recensione

PC

Un anno dopo il metroidvania di Prince of Persia, The Siege and the Sandfox prova ad essere quello di Assassin’s Creed. In modo assolutamente apocrifo.

Sviluppatore / Publisher: Cardboard Sword / PLAION Prezzo: €14,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: No PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, GOG, Epic Games) Data d’uscita: 20 maggio 2025

Il primo impatto con The Siege and the Sandfox rimanda a Prince of Persia. Quello di Jordan Mechner più che quello di Ubisoft, uscito nell’89 per Apple II e destinato a segnare una parte dell’immaginario del videoludo. Si torna lì con la memoria se si è abbastanza vecchi da esserci stati, ma altrimenti ci si arriva per suggestioni.

L’ambientazione arabeggiante. L’inizio nelle segrete. Una setta di pseudo-assassini che servono nell’ombra la casa regnante, che è sostanzialmente l’idea di quel Prince of Persia: Assassin che poi è diventato il primo Assassin’s Creed.

PURE STEALTH METROIDVANIA

La caratteristica su cui The Siege and the Sandfox punta fin dal suo annuncio di nove anni fa è la centralità dello stealth, tant’è che sulle prime si era provato a coniare l’etichetta “stealthvania” per definirlo. A gioco effettivamente giocabile bisogna riconoscere che la furtività è effettivamente il cardine su cui poggia tutta l’esperienza: costretta a dimostrare la sua innocenza nell’assassinio del Re, la Volpe deve muoversi nell’ombra evitando di farsi vedere dalle guardie del palazzo. Quasi subito, in realtà, si sblocca (come da tradizione nei metroidvania) il power up che permette di stordirle colpendole sulla testa con un manganello, ma le guardie che indossano un elmetto di ferro sono immuni a questi colpi e anzi, provarci causa la cattura (e il game over) immediata. Più avanti, ad ogni modo, non mancheranno le strategie per tramortire pure questi nemici.

The Siege and the Sandfox gioca spesso con le luci.

Se corri, ti sentono. Però non è detto ti prendano…

Stordire, quando possibile, è sempre meglio, perché ogni passo che la Volpe fa da in piedi emette un suono, che è udibile anche da più lontano quando si decide di correre. I nemici a portata di orecchio sentono, e quando sono insospettiti anche nascondersi dentro vasi o casse presenti sullo scenario è rischioso. E bisogna stare attenti anche quando passando vicino ad una torcia si decide di spegnerla (manovra utile per potersi muovere non visti), perché un nemico abbastanza a portata della sua luce entra subito in modalità ricerca. Man mano che si prosegue nuovi ambienti propongono sfide diverse e anche altre tipologie di nemici, per esempio i demoni delle sabbie che non possono essere messi ko direttamente ma spariscono solo se si distrugge il vaso che li ha generati. Come arrivarci spesso è una questione di platforming, oltre che di furtività.

THE SIEGE AND THE PLATFORM

The Siege and the Sandfox vive in equilibrio tra queste due anime. Quando ci sono dei nemici a schermo la segretezza viene prima di tutto, anche perché altrimenti è game over. Però la Volpe deve potersi muovere, guardie o meno, il che spesso si traduce in puzzle da risolvere in movimento tenendo conto di tutto quello che c’è a disposizione. Correndo contro un muro la Volpe può scalarne una parte, una volta raccolto il power up che lo permette, ma spesso si fa affidamento anche sul salto da fermi, che poi permette di scalare eseguendo una serie di salti a muro che richiedono di premere i tasti col giusto tempismo per non cadere. In più, bisogna considerare che le luci non valgono solo per i nemici, ma anche per la Volpe: durante il platforming a seconda della posizione raggiunta e della visibilità che offre alcune parti dello schermo sono in ombra, cosa che costringe ad affidarsi alla memoria e all’indicatore dei suoi per capire se e dove ci sono guardie che stanno facendo la loro ronda.

Non sarebbe un metroidvania senza i power up (e relative stanze per provarli appena sbloccati).

Meglio aspettare quantomeno la prima patch

Sulla carta funziona tutto molto bene, ma quando si passa alla pratica c’è qualche problema. Al di là di un paio di strani bug per cui una volta appeso su una sporgenza il personaggio può essere spostato da solo attraversando anche i muri, non sempre la disposizione dei checkpoint è ottimale, e in alcune aree un errore vuol dire ricominciare da capo una sezione particolarmente tediosa da portare avanti. Anche l’IA delle guardie è sicuramente perfettibile: lasciando perdere i problemi per cui a volte non escono dallo stato d’allerta (noti ai dev e per cui si spera arrivi una patch poco dopo l’uscita) spesso capita che sia più conveniente farsi scoprire per fare in modo che i nemici si spostino, contando sull’agilità della Volpe per farla franca e poi poter ricominciare ad esplorare una volta che si sono tranquillizzati nelle nuove posizioni.

THE BUG AND THE SANDBOX

Molti dei problemi riscontrati giocando potrebbero essere risolti da un aggiornamento o dall’altro, ma la sensazione è che in questo momento a The Siege and the Sandbox servirebbe un po’ di polishing per riuscire a mettere in mostra quello che ha da offrire. Una volta che si inizia a capire che lingua parla il gioco, e quindi per esempio quando nell’area c’è un elemento come un vaso o un carro si sa già che può essere usato per nascondersi e non fa parte dei fondali, si inizia anche ad apprezzare la pixel art del gioco. E bisogna anche dire che la mappa in-game, per quanto non abbia delle idee di quality of life trascendentali (come invece era riuscito a fare Prince of Persia: The Lost Crown) è sempre leggibile e non lascia mai il sospetto di essersi persi.

In Breve: The Siege and the Sandbox è un metroidvania che porta intelligentemente l’idea di stealth nel platform esplorativo, ma che ogni tanto ti farà un po’ rosicare per i checkpoint un po’ troppo aleatori e un’IA dei nemici che… Beh, è in linea con Assassin’s Creed (e non è un complimento).

Piattaforma di prova: PC
Configurazione di prova: AMD Ryzen 7 5800X, 80 GB di RAM, GeForce RTX 4070, SSD
Com’è, come gira: Al netto dei bug sopra citati nulla da segnalare lato performance. Anzi, sia requisiti minimi che consigliati sono decisamente abbordabili

 

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Pro

  • Belle meccaniche stealth.

Contro

  • Serve un po' di polishing / Chekpoint un po' da rivedere.
7.5

Buono

Laureato con disonore in Informatica, gioca da quando all’età di tre anni circa ha doavuto imparare a scrivere "win" sulla tastiera del PC per far partire l’interfaccia a finestre.

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