The Signifier – Recensione

PC

VIA VIA CHE SI SCENDE NELL’ANIMO UMANO LE PERCEZIONI SI FANNO PIÙ DISTORTE, INFORMI E MUTEVOLI, AL PARI DELLE INFORMAZIONI CONTENUTE AL SUO INTERNO, SEMPRE MENO AFFIDABILI

Non tutto però è spiegabile attraverso il raziocinio, ed ecco dunque la necessità di esplorare lo “stato soggettivo” del soggetto preso in esame, quello dove albergano emozioni e sentimenti, paure e timori. La ripartizione su tre piani distinti e progressivi è l’asso nella manica di The Signifier e il suo punto forte. Via via che si scende nell’animo umano le percezioni si fanno più distorte, informi e mutevoli, al pari delle informazioni contenute al suo interno, sempre meno affidabili e intellegibili a causa dei glitch che ne complicano l’estrazione.

PENSIERO SFUGGENTE

In concreto, queste informazioni sono puzzle grafici, elementi dello scenario da rielaborare e collocare tra i diversi livelli di indagine per aprire un nuovo piccolo scorcio sulla note in cui si sono svolti gli eventi e procedere oltre, alla ricerca di un’altra conferma del fatto che si sia trattato di omicidio.

the signifier recensione

Il contenuto della psiche è spesso frammentario e necessità di un lavoro di interpretazione.

L’ambizione del concept, che mira a fondere psicologia, etica e un giallo tecnologico in un unico gioco, è saggiamente bilanciata da meccaniche in fondo semplici e da una durata contenuta, che consente di arrivare a un finale ben poco chiarificatore (seguito in cantiere?) in poco più di sei ore. È una scelta che ho trovato condivisibile per diverse ragioni, in primis perché The Signifier tende a guidare molto poco il giocatore lasciandolo libero di sperimentare e sbagliare nel mondo di gioco, ma alla lunga un approccio di questo tipo rischia di essere frustrante. Allo stesso modo la semplicità di base delle meccaniche funziona finché sorretta dalla forte atmosfera del gioco, ma non si può sperare che la quarta o la quinta esplorazione del subconscio facciano effetto come la prima, perciò ben venga un’esperienza breve e contenuta, che eventualmente si può allungare dedicandosi agli interessanti inserti di audio e testo consultabili (c’è persino una sorta di podcast sulla IA che si può ascoltare per intero).

THE SIGNIFIER FUNZIONA FINCHÉ FUNZIONA LA SUA ATMOSFERA E RIESCE A METTERE A DISAGIO IL GIOCATORE

The Signifier funziona infatti finché funziona la sua atmosfera concepita per fare qualcosa di diverso da tanti altri: mettere a disagio il giocatore. I primi passi in ciò che resta della psiche frantumata di una persona morta si rivelano un’esperienza che lascia il segno, disturbante sia per la raffigurazione grafica della mente che il gioco offre, in contrapposizione all’asettica pulizia del mondo reale, sia per i temi di etica e morale solo all’apparenza lontani che costringe ad affrontare. E se il gioco, va detto, finisce un po’ bruscamente, ma giusto prima di risultare ripetitivo, qualche problema tecnico lo accompagna invece per tutta la sua durata. Per qualche ragione, la nostra copia si ostina a partire sempre in russo, mentre un fastidioso bug ci ha bloccato nel secondo capitolo fino a una patch risolutiva.

In Breve: C’è tanta ambizione in The Signifier e anche una buona dose di consapevolezza dei propri limiti, purtroppo non sufficiente per elevare il gioco tra gli imperdibili. Riesce comunque a farsi notare per un’atmosfera straniante, e a tratti disturbante, ma anche per la volontà di affrontare temi che costringono ad confrontarsi con i limiti della propria visione etica. Manca purtroppo il salto di qualità, soprattutto nelle meccaniche, che gli consenta di andare oltre un’ambientazione senza dubbio riuscita. La breve durata in questo senso è una scelta opportuna, peccato non risulti del tutto soddisfacente nel chiudere tutti i discorsi.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i5 7200U @2.50, 8 GB, Intel HD 620, SSD
Com’è, Come Gira: Questa volta il tostapane è stato messo notevolmente alla frusta. Con qualche colpo a risoluzione e dettagli gira anche su configurazioni poco prestanti, ma è un peccato, perché al suo meglio gli scenari sono davvero un bel vedere e gli effetti di luce notevoli.

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Pro

  • Atmosfera intrigante / Dura il giusto / Tocca temi non comuni per un videogioco

Contro

  • Non c’è molto sotto l’atmosfera / Qualche problema tecnico di troppo.
7

Buono

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