Unto The End – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

SI MUORE SPESSO IN UNTO THE END, ANCHE DECINE DI VOLTE DI FILA. IL CHE, DI PER SÉ, NON È UN PROBLEMA. NON LO ERA AI TEMPI DI FLASHBACK, CHE NON CITO A CASO, E NON LO È OGGI

Nemmeno questo, tuttavia, è un metodo infallibile. Può capitare di ricevere dal nulla una stoccata anche di fronte a un avversario apparentemente inerme, e persino l’effetto di quel colpo può essere imprevedibile. Di norma occorrono due fendenti subiti per morire e ripartire dall’ultimo, raro, falò incontrato lungo il cammino. Ma è una convinzione questa che mi è sorta nei primi minuti di gioco e che è che è stata poi in breve scalfita da un serie di battaglie in cui mi sono ritrovato a morire al primo o al settimo colpo, senza una giustificazione di qualche tipo legata alle armi, ai nemici o qualche altro elemento. Semplicemente, a volte va in un modo, altre va in un altro. Di mezzo ci sono le ferite che portano il protagonista senza nome a sanguinare, spesso mortalmente considerata la rarità di erbe curative, che è sempre meglio conservare.

L’ARTE DEL BARO

Ho cercato a lungo di trovare un motivo a queste dinamiche inspiegabili e in qualche modo ingiuste, che impediscono al giocatore di trovare un filo conduttore a cui affidarsi, e la risposta che mi sono dato è che siano volute. Non c’è un errore o un problema tecnico a monte, il gioco non è rotto. È piuttosto un altro lato della medaglia di quella volontà di raccontare utilizzando solamente gli strumenti unici del videogioco, solo che in questo caso il tentativo non ha funzionato.

unto the end recensione

Senza dubbio Unto The End sa presentare momenti piuttosto epici.

O meglio, la narrazione è passata, ma non in armonia col resto. Perché in qualche modo sono convinto che questo sia un modo per Unto The End di trasmettere l’ingiustizia e l’insensatezza di un mondo feroce, dove l’uomo è abbandonato in balia della crudeltà. Credo si possano incastrare in questa cornice anche gli sporadici incontri in cui si percepisce che il personaggio di fronte al protagonista potrebbe non essere un nemico e il baratto risolve l’impaccio, prima di una coltellata a tradimento. Succede anche questo. E potrebbe anche starci, se il messaggio non cannibalizzasse il divertimento, o quanto meno la soddisfazione dell’abilità. Se non basta essere bravi, avere riflessi pronti e seguire le regole imposte dal gioco per uscire vincitori, perché c’è sempre un tranello imparabile, uno scontro impari, un colpo che arriva anche se non dovrebbe, allora il gioco non sta giocando alla pari col giocatore. E non sempre il fine giustifica i mezzi.

IL TALENTO DEL PARALLASSE

Eppure non riesco ad odiare Unto The End, perché capisco ciò che vuole fare (o forse me ne illudo io, chissà) e lo trovo ammirevole. Se il modo è rivedibile, l’intento è da incoraggiare. Nessun altro gioco, quest’anno (scrivo ancora nel 2020, per qualche ora) è riuscito a raccontarmi e a trasmettermi così tanto del suo mondo, utilizzando solo strumenti suoi, senza richiedere presti ad altri media. Non solo l’animazione, ma persino il parallasse riesce ad avere un ruolo narrativo. Non tutto è andato per il verso giusto, ma è bello che qualcuno ci abbia provato.

In Breve: Fa rabbia Unto The End, per un sacco di motivi. Principalmente perché prova a fare qualcosa di molto ambizioso, ma per riuscirci a metà strada decide di barare. Quel combattimento, sulla carta bilanciato sull’abilità, ma in realtà affidato a un’aleatoria parzialità, grida vendetta. Perché il team di sviluppo abbia compiuto questa scelta, ovvero continuare a raccontare qualcosa attraverso il solo linguaggio del gioco, è chiaro. Il fatto però che questa scelta renda frustrante e ingiusto l’insuccesso del giocatore non può tuttavia essere trascurato. Vale la pena provarlo, ma anche mollarlo ai primi segnali di rabbia.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Graficamente delizioso, Unto The End su Series X gira fluido (senza particolari rallentamenti, come accade invece su alcune configurazioni PC). Non sfrutta particolari effetti visivi, se non una buona illuminazione, ma rimane un bel vedere.

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Pro

  • Atmosfera suggestiva / Si prende dei rischi / Racconta col gameplay.

Contro

  • Spesso sembra barare... / ...e così diventa frustrante.
6.5

Sufficiente

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