Destiny 2 : Ombre dal Profondo - Recensione

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Sembra ieri che parlavo de I Rinnegati (Forsaken in lingua originale), e invece è passato più di un anno dalla prima rivoluzione di Destiny 2. Sembra ieri perché da allora ho calcato i server dello shooter targato Bungie un giorno sì e l’altro pure, sbloccando quasi tutto ciò che c’era da sbloccare e approfittando di ogni successivo aggiornamento che ha introdotto contenuti sempre nuovi. E ora eccomi qui a parlare ancora dell’FPS online dei creatori di Halo, questa volta in occasione del lancio di Ombre dal Profondo (o Shadowkeep per gli amici).

Quest’ultima “grossa” espansione di fatto rappresenta anche la seconda rivoluzione di Destiny 2, costretto a rinnovarsi dopo la separazione apparentemente consensuale tra Bungie e Activision che ha messo fine a un sodalizio tutt’altro che idilliaco. Ombre dal Profondo appare dunque come l’occasione perfetta per dare un taglio netto con il passato e far partire la rinascita, l’ennesima, di questo franchise così pieno di potenzialità. L’occasione perfetta per dimostrare che i problemi di Destiny 2 fossero attribuibili solo in minima parte agli sviluppatori e scaricare tutte le colpe sulle spalle dell’ormai ex publisher. Peccato che quella di cui Bungie è protagonista non sia una fiaba in cui il bene vince sempre sul male. Parafrasando una passaggio della campagna di Ombre dal Profondo, questa espansione dimostra che Activision in realtà non fosse né un amico né un nemico della software house di Bellevue, e che forse le criticità di Destiny 2 siano in realtà inscritte nel DNA dei suoi sviluppatori.

HELLO DARKNESS MY OLD FRIEND

Il peccato più grave di questa espansione è solo uno: il riciclo costante e spudorato di nemici, zone e livelli. La Luna è un’area tutt’altro che nuova visto che la stragrande maggioranza della sua superficie è stata riprodotta dalla controparte presente nel primo Destiny. Sì è vero, c’è qualche lieve differenza e sono presenti alcuni dungeon secondari – i cosiddetti Settori Perduti – inediti, ma chiunque abbia fatto un salto sul precedente capitolo della serie saprà esattamente cosa aspettarsi dal satellite della Terra. Quasi tutta la campagna si svolge in livelli già visti. La beffa arriva poi con i nemici: secondo Bungie basta tingere di rosso i soldati dell’Alveare, fornire più salute e dare l’attributo Incubo ai mob normali per creare un nuovo avversario. Senza contare che i boss da battere sono una selezione di quelli già affrontati negli ultimi anni.
Destiny 2 Ombre dal Profondo Recensione PC PS4 Xbox One 12

La Luna è un’area tutt’altro che nuova

Intendiamoci, le missioni sono sempre divertenti per meriti che nulla hanno a che vedere con la nuova espansione, come l’eccellente gunplay che accompagna Destiny 2 sin dal 2017 (o dal 2014 se consideriamo il suo predecessore). Peraltro la campagna è sostanzialmente brevissima, addirittura più corta di quelle presenti ne La Maledizione di Osiride o La Mente Bellica, con una longevità gonfiata artificialmente per via delle ormai immancabili fetch quest. Insomma, da una software house che aveva tutto l’interesse a riscattarsi sarebbe stato lecito attendersi ben altro. Invece sul versante della campagna Ombre dal Profondo rappresenta un deciso passo indietro rispetto a quanto venne offerto al tempo da I Rinnegati, sebbene la modalità collegata all’invasione Vex – un’attività endgame che assomiglia a un mini raid – offra qualcosa di relativamente nuovo.

BINGO BANGO BUNGO

È chiaro che l’approccio scelto da Bungie sia quello di fornire una campagna diffusa lungo tutta la durata del prossimo anno, ma ciò non giustifica l’assenza di contenuti al momento del lancio. Si tratta di un approccio già sperimentato nel post-Forsaken, con le varie stagioni che hanno offerto anche nuove missioni PvE per fare luce su altri aspetti della storia. L’intenzione degli sviluppatori è quella di continuare su questa linea, e se la qualità dell’offerta dovesse essere equiparabile ai contenuti diffusi nel corso dell’ultimo anno difficilmente sarà possibile rimanere insoddisfatti. Il problema sorge però nell’immediato dal momento che adesso l’offerta appare piuttosto deludente.
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È chiaro che l’approccio scelto da Bungie sia quello di fornire una campagna diffusa lungo tutta la durata del prossimo anno

Detto questo, Ombre dal Profondo e la versione free-to-play Una Nuova Luce portano con sé anche alcune migliorie funzionali che coinvolgono in particolare le dinamiche di gestione delle armature e il sistema di progressione. Quest’ultimo adesso è incentrato su un pass stagionale che permette di sbloccare nuove ricompense al passaggio di livello, con dei premi prestabiliti lungo tutti i cento livelli. Da notare che sono disponibili due scale di progressione: una comune a tutti i giocatori (compresi quelli della versione f2p), e un’altra aggiuntiva riservata agli utenti in possesso del pass a pagamento. Per quanto riguarda le armature, invece, adesso viene data massima libertà agli utenti circa i bonus da attribuire a ogni singolo pezzo di equipaggiamento, garantendo la possibilità di installare le mod che più si addicono al proprio stile di gioco. Un cambio radicale rispetto al vecchio sistema, che invece randomizzava ogni attributo.

Insomma, non siamo di fronte a un completo passo falso dal momento che adesso la gestione del personaggio ha molto più senso, inoltre il grinding è stato radicalmente ridotto, sebbene alcune missioni che richiedono numerosi passaggi e la ripetizione di determinati incarichi siano ancora lì. Certo è che non posso nascondere la delusione dopo aver trascorso più di trenta ore in compagnia di Ombre dal Profondo, ben sapendo che continuerò comunque a passare molto altro tempo sui server di Destiny 2, perfezionando il mio equipaggiamento e cercando di sbloccare tutti i nuovi oggetti esotici.

Ombre dal Profondo è un’espansione estremamente pigra che offre agli utenti di Destiny 2 appena il minimo indispensabile di novità. A poco servono un paio di nuovi set di armature, qualche arma aggiuntiva, diversi oggetti esotici inediti e una piacevole attività endgame addizionale quando tutto il resto è di fatto la sagra del riciclo. Certo, l’ottimo gunplay è ancora lì e il divertimento in gruppo è assicurato, ma da Bungie è lecito aspettarsi qualcosa di più. Quella messa in piedi dallo studio di Bellevue è senz’altro un’operazione a lungo termine, speriamo solo che la quantità e la qualità dei contenuti futuri siano da giustificazione e facciano in qualche modo da contrappeso rispetto alla scarsità di quelli attuali.

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Pro

  • La Luna è un’ambientazione affascinante…
  • C’è tantissima ciccia per gli appassionati di lore.
  • Il sistema di progressione rinnovato funziona alla grande.

Contro

  • ...ma è la sagra del già visto.
  • Pochissimi contenuti davvero nuovi.
  • Tutto dipenderà dal supporto post-lancio.
7.2

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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