UNA COLLEZIONE DI MINI-LIVELLI FANTASTICI, CHE SI GIOCANO UNO DIETRO L’ALTRO COME LE CILIEGIE, DOVE L’INTRODUZIONE DI UNA REGOLA PRECEDE SPESSO DI POCO IL SUO RIBALTAMENTO A SORPRESA
IL GENIO DELLA MAZZA
Non so a quale risultato abbiano condotto gli esperimenti nel mondo del gioco, oltre a una dose fuori parametro di divertimento, ma nel nostro universo hanno dimostrato che riducendolo ai suoi elementi fondamentali il golf può essere davvero qualunque cosa, al punto che il percorso del laboratorio è suddiviso in aree tematiche che ospitano le diverse interpretazioni della disciplina.
Le contaminazioni sono numerose, e spaziano dalla rielaborazione di altri sport attraverso la lente del golf alla reinterpretazione di giochi celebri (geniale la citazione di Portal) o generi. Trattandosi di esperimenti, però, vale tutto, anche partite con migliaia di palline o buche planetarie in cui la pallina deve districarsi tra ammassi di corpi celesti, tenendo in considerazione gli effetti delle forze gravitazionali combinate.
alla fine, per quanto Triband introduca elementi alieni e spiazzanti, in fondo non ci si distacca mai dalla vera essenza del golf
Sotto la follia, però, c’è un sacco di talento, perché l’abilità nel meravigliare non basterebbe da sola a sostenere il gioco se non fosse accompagnata dalla capacità di rendere all’apparenza semplice anche cose complessissime, come la fisica di ciascun elemento, decifrabile con naturalezza già dopo un singolo colpo appena sbarcati in un nuovo livello. L’enorme pregio di What the Golf è qui, nella capacità di far apparire semplice qualcosa di incredibilmente complesso ed elaborato: non c’è nulla di elementare nella decostruzione di una disciplina sportiva e nella sua rielaborazione citazionista, eppure giocandoci viene da chiedersi come sia possibile che nessuno ci abbia pensato prima.
What the golf riesce a far apparire semplice qualcosa in realtà complesso ed elaborato
Persino la grafica, minimalistica e dai colori pastello, o l’utilizzo di un solo tasto contribuiscono alla sensazione di trovarsi di fronte a un gioco estremamente semplice che, proprio perché in realtà semplice non lo è per nulla, non si rivela mai banale. Forse avrà ragione Bernard Shawn, e per giocare a golf essere stupidi aiuta, ma per creare un gioco di golf così divertente ci vuole uno slancio di genialità.
In Breve: What the Golf? è un puro estratto di gameplay condensato in mini livelli da una manciata di secondi, che hanno l’effetto di un’esplosione di sinapsi. La decostruzione e ricostruzione del golf è un’idea spiazzante e originale, ma il vero tocco di classe è la capacità di estendere l’effetto sorpresa per l’intera durata del gioco, presentando allo stesso tempo meccaniche che risultano presto familiari. La magia non è tanto quella di aver reso il golf divertente, quanto piuttosto essere riusciti a rendere così semplice da giocare un’intuizione che di semplice, sulla carta, non ha davvero nulla.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Switch palleggia What the Golf! senza particolari problemi, gestendo con rapidità anche i caricamenti. Unico neo i controlli, ma non per colpa del gioco: i miei joycon, come quelli di tutti, non sono messi bene, soprattutto lo stick sinistro.
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