Più che le creature aliene, abitudinarie e quindi prevedibili, a rendere questa sfida estremamente ardua è la geografia dei livelli

Ogni area è costituita da piattaforme posizionate in modo sempre più diabolico, con ostacoli letali al tocco, micidiali meccanismi e le sempre amate “piattaforme a consumo”, che si sbriciolano quando ci si passa sopra e, per tanto, possono fare da appoggio soltanto una volta o due. L’interazione fra questi elementi e i mostri alieni rende il gioco sempre più difficile da affrontare, per non dire praticamente impossibile già da metà percorso.

Ci sono macchinari ovunque ma… fortunatamente non dobbiamo interagire.

Da Jet Set Willy (1984) in poi, mi è capitato di affrontare platform dalla difficoltà disarmante, ma raramente hanno toccato i livelli di sadismo di Wormhole. Finire il gioco in modalità standard, dunque, risulta un’impresa irrealistica per la maggior parte dei giocatori che, però, dispongono di una formidabile scorciatoia.

L’ALLENATORE NEL JETPACK

Incredibile a dirsi ma il trainer, che di solito è una “feature” aggiunta dai pirati, in questo caso è disponibile fin dal menu iniziale del gioco: possiamo saltare i livelli con un solo tasto, rendere infinite le armi, le vite, le bombe, l’aria, le ricariche per il jetpack e trasformare gli alieni in buffi quanto innocui animaletti da trucidare.

L’aspetto grafico di Wormhole è notevole, con uno sfondo pulito, sempre riconoscibile, e creature aliene varie e piacevolmente animate

Attivare i trainer, però, influisce sul gioco in due modi: ci verrà negata la possibilità di inserire il nostro nome nella classifica dei punteggi (e vabbè…), ma la cosa più intelligente è che il contatore delle vite, invece di indicare il numero delle rimanenti, si metterà a visualizzare quello dei decessi avvenuti nel corso del gioco. Così possiamo sicuramente portare a termine Wormhole più in fretta e più facilmente, ma la gara con se stessi si può sempre fare, cercando di morire meno volte possibile.

Non è sempre facile districarsi tra le piattaforme di Wormhole!

Se non fosse stato così mostruosamente punitivo, comunque, sarebbe stato un capolavoro. Peccato.

In Breve: L’aspetto grafico di Wormhole è notevole, con uno sfondo pulito, sempre riconoscibile e delle creature aliene varie e piacevolmente animate. Ci sono un sacco di musiche diverse che cambiano con ogni livello, al punto che bisogna superare la metà del gioco per dire “ehi, questa l’ho già sentita!”. Insomma, tecnicamente ci troviamo di fronte a un giocone che, però, trova nell’assurda difficoltà dei livelli più avanzati un limite piuttosto marcato e la modalità trainer, a questo punto, sembra essere più un modo spiccio per porre rimedio a un’oggettiva esagerazione, che non l’idea geniale che sarebbe potuta sembrare altrimenti. Per giocare, assicuratevi di avere un buon joystick (nel caso di un C64 originale) o un joypad comodo da usare (per i TheC64 di Retro Games Ltd), perché la precisione nei movimenti qui è essenziale.

Piattaforme di Prova: TheC64, VICE su Core i5 4200
Com’è, Come Gira: Bene e con caricamenti accettabili su hardware originale, ma l’uso di emulatori o di un TheC64 è preferibile per annullare le attese fra un livello e l’altro. Nel caso dell’emulazione, è opportuno specificare l’uso di un SID 6581 per ottenere un audio migliore.