L’11 novembre dell’anno scorso in molti hanno tremato. L’annuncio era nell’aria, Microsoft ufficializzava l’acquisizione di Obsidian Entertainment, sviluppatori, tra l’altro, di Fallout: New Vegas, South Park: Stick of Truth e Pillars of Eternity, e in quel momento al lavoro su un altro RPG, The Outer Worlds appunto. Anche nella nostra redazione non è mancato chi si è lasciato prendere dai dubbi in merito al rischio di vedere un altro studio dalla grande storia soccombere alle fredde logiche aziendali di una grande multinazionale, nonostante le dichiarazioni provenienti da Redmond promettessero il massimo rispetto del lavoro dello studio di Irvine. E certo, non che l’avrebbero detto, se avessero avuto l’intenzione di sfruttarli allo sfinimento per poi gettarli come un limone spremuto.
FLAWS
Negli ultimi mesi, tutto sommato, il lavoro di Obsidian Entertainment su The Outer Worlds è proseguito senza scossoni e abbiamo cominciato a scoprirne alcune caratteristiche di un certo interesse. Il gioco è un RPG in prima persona ambientato sul sistema solare di Halcyon, una parte dello spazio lontana dalle luci della ribalta dove di recente sono arrivate diverse megacorporazioni a spartirsi la torta del business e relativi guadagni da portare a casa grazie a una cara vecchia dose massiccia di capitalismo intergalattico. Non siamo al livello di ambientazioni da post-apocalisse, ma il tono scanzonato e provocatorio della narrazione e dell’ambientazione aliena a me richiama lo stile di Borderlands, anche se mi aspetto più profondità nella costruzione dei vari brand, che spero non rimangano nomi a mala pena distinguibili tra loro come Vladof, Torque o Maliwan. Hyperion invece no, lì il discorso è diverso.
Il sistema dei difetti è un modo inventivo di incentivare l’aspetto ruolistico del gioco
I pianeti visitabili sono due, di cui uno non ancora soggetto a terraforming, per cui è facile pensare che vi troveremo una fauna più prolifica ed aggressiva rispetto al mondo civilizzato. Una volta che riusciremo a riattivarla, la nostra astronave farà da hub dove ricevere missioni e chiacchierare con i nostri compagni di squadra, ognuno dei quali avrà una quest personale il cui completamento sbloccherà certe sue abilità in combattimento.
Questa parte strizza un po’ l’occhiolino a Mass Effect, ma saranno assenti le opzioni romantiche tipiche di Bioware e, ultimamente, di Assassin’s Creed, perché, a detta del co-direttore Leonard Boyarsky, avrebbero richiesto un sacco di sbattimento. Già, proprio così.
Una novità interessante e in linea con lo stile del titolo è quella dei “difetti”: il gioco terrà traccia di tutto quello che facciamo in-game, e potremo sviluppare fobie in base alla nostra esperienza, per esempio nei confronti di un determinato tipo di nemico che ci ha inflitto molto danno nel corso dell’avventura; magari invece finiremo ad avere paura delle altezze se ci capiterà spesso di subire danno da caduta. Starà a noi la scelta di accettare questi difetti e relativi malus, ma se decideremo di tenerceli saremo ricompensati da un perk aggiuntiva a nostra scelta. Insomma, un modo inventivo di incentivare l’aspetto ruolistico del gioco con qualcosa di nuovo sul fronte videoludico.
BAD BLOOD
In uno dei video di gameplay già pubblicati, abbiamo assistito a una missione in una base/laboratorio segreto incentrata sul combattimento, non dissimile dalla serie Fallout ma con in più una peculiare meccanica di rallentamento del tempo (proprio come appena visto in Star Wars Jedi: Fallen Order, a quanto pare quest’anno va tantissimo!). In occasione del PAX East 2019, abbiamo poi avuto un assaggio di uno dei centri abitativi principali che esploreremo, in una vaga reminescenza di quella che Rapture sarebbe apparsa se non fosse stata fondata in fondo all’oceano e i suoi abitanti non fossero tutti impazziti, o morti.
Obsidian vuole mettere il giocatore al centro della storia e permettergli di viverne una ritagliata a misura su di lui attraverso le proprie scelte
La
conferenza Microsoft dell’E3 ha scelto di aprire il suo ritmo intenso proprio con un nuovo
trailer di
The Outer Worlds, che pur non mostrando molto di nuovo, ha sottolineato l’importanza che Obsidian vuole dare alle azioni dei giocatori. L’esempio evidenziato è piuttosto classico, e ci mostra che
per completare una missione ci sono più strade: per ottenere un certo oggetto potremo semplicemente ammazzarne il proprietario, o magari potremo ottenerlo con le buone in cambio di un favore. Scegliere la strada pacifica non vuol dire poi che non sia possibile cambiare di colpo idea e freddare a tradimento il poveraccio, anche dopo che ci ha ceduto l’obiettivo della quest! Secondo precedenti dichiarazioni,
gli sviluppatori stanno cercando il modo di permettere un playthrough completo senza uccidere nessuno, ma sarà anche possibile terminare l’avventura facendo strage di chiunque ci si pari davanti. Di natura ben diversa ma comunque molto particolare sarà invece il “dumb playthrough”, in cui in sostanza il nostro alter ego sceglierà costantemente le uscite da buffone in ogni dialogo; qui si vede come Obsidian ci tenga a mettere il giocatore al centro della storia e permettergli di viverne una ritagliata a misura su di lui attraverso le proprie scelte. Sono quindi molti i motivi per cui attendiamo
The Outer Worlds, e il trailer appena pubblicato ci ha detto con esattezza quando potremo metterci nei panni dell’eroe/bandito/psicopatico/imbecille di Halcyon: tocca aspettare ancora fino al
25 ottobre.