Quello che avrebbe dovuto essere un gioco di squadra si è trasformato in qualcos’altro, visto che a livello delle strade le cose si erano fatte molto più interessanti
Finché un giorno, quello che avrebbe dovuto essere un gioco di squadra, con i compiti più noiosi da affidare ai detective non controllati direttamente, si è trasformato quasi per caso in qualcos’altro quando Cole ha deciso di farsi un giro in prima persona nella sua nuova città, scoprendo che a livello della strada le cose si sarebbero fatte molto più interessanti.
SHADOWS OF DOUBT ROUTINE
Il passaggio in soggettiva ha finito per stravolgere Shadows of Doubt, sia nell’aspetto che nelle meccaniche. Il team di detective, ad esempio, è stato sostituito da un investigatore solitario, ma i cambiamenti più radicali hanno riguardato la città stessa.

Gli interni, generati proceduralmente, rispecchiano la vita degli abitanti: gli squattrinati avranno case piccole e mal arredate.
Non più osservabile a volo d’uccello, bensì esplorabile in ogni suo vicolo, la giungla di cemento è immersa in un’oscurità puntellata da insegne al neon, in cui le luci delle finestre non solo regalano suggestive skyline, ma rappresentano anche indizi fondamentali.
POICHÉ LA CITTÀ È COMPOSTA DI EDIFICI GENERATI PROCEDURALMENTE E TOTALMENTE ESPLORABILI, UNA FINESTRA ILLUMINATA PUÒ ESSERE IL SEGNALE CHE IL PROPRIETARIO IN QUEL MOMENTO SI TROVA IN CASA

L’interfaccia propone alcuni utili strumenti per le indagini, come mappe, taccuini e reti di collegamenti.
L’approccio privilegiato, ovviamente visto il lavoro che il giocatore è chiamato a compiere, sarà quello stealth, favorito anche da un sistema di condutture all’interno dei palazzi che consentirà una discreta libertà di movimento. Seppure la data di uscita non sia imminente (la realease è prevista per fine 2020 o prima parte del 2021), sul diario degli sviluppatori di Shadows of Doubt su Steam sono già presenti video che consentono di saggiare versioni preliminari di alcune missioni secondarie.
Tutto è lasciato alle scelte del giocatore mentre attorno a lui la città pulsa e vive, e il gioco tiene traccia di ogni avvenimento
Una simile mole di calcoli è possibile solo grazie all’uso dei voxel, tecnologia che in cambio di un look un po’ cartoonesco solleva la CPU da buona parte del lavoro. Certo Cole Jefferies avrebbe preferito un low-poly avveniristico, ma quando la propria ambizione punta tanto in alto bisogna saper scendere a compromessi. Perché ci vuole un attimo a finire in una nuvola di vaporware, o peggio, fare la fine di Republic, e Shadows of Doubt proprio non se lo merita.
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