LA BUILD DI PROVA, PURTROPPO, NON PERMETTE DI VALUTARE BENE IL GRADO DI SFIDA

Il sottogioco della raccolta della spazzatura è uno spasso, praticamente Road Rash con le biciclette e i rifiuti!
In altre parole sono andato avanti nel fantomatico quinto capitolo con la grazia di un bulldozer, senza attingere a saporiti onigiri di tonno o a bislacche tecniche curative per rimpolpare i miei punti feriti. Sono categorico riguardo l’importanza della sfida, un elemento fondamentale che allo stato attuale ha reso le carismatiche risse di Yakuza: Like a Dragon una pura formalità; anche per questo non vedo l’ora di poter valutare il prodotto finale il prima possibile.
(Il) YOKOHAMA VEGLIAVA SU DI ME
Una cosa che però non mi ha fatto dubitare neppure un attimo è stata la nuova ambientazione: via finalmente Kabukicho (anche se parte dell’iconico quartiere sarà comunque presente nel gioco finale) e benvenuta Yokohama, con il distretto Isezaki Ijincho modellato sul vero Isezakicho.
LO SPIRITO DEI MIGLIORI EPISODI DELLA SERIE E PALPABILE E CONVINCENTE

Il Dragon Engine continua a ruggire, specialmente di notte. Questa vista non ha nulla da invidiare alla vera Isezakicho.
Tra un evento e l’altro c’è la solita dose di ristoranti, negozi, scorci eccezionali (il Dragon Engine fa ancora il suo lavoro) e attività secondarie vecchie e nuove; la mia preferita per ora riguarda la visione di noiosissimi film d’altri tempi all’interno di un cinema, centrando immaginarie pecore per evitare che Ichiban si appisoli durante la proiezione, perdendo la morale finale e migliorando le sue caratteristiche. La prima pellicola è Robocuoc: parte uomo, parte pentola a pressione, tutto cuoco. Devo procurarmi assolutamente il Blu-ray!
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7, 16 GB RAM, Nvidia Geforce GTX 1070, SSD
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