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Diablo IV

PC PS4 Xbox One

Diablo IV – Anteprima Open Beta

Dopo numerosi trailer, rumors e soprattutto anni di attesa, finalmente Diablo IV ha compiuto lo step finale in vista della pubblicazione: nel recente accesso anticipato alla Open Beta, il sogno s’è mostrato in tutta la sua cupa realtà.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard Entertainment / Blizzard Entertainment Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: PvP/Co-op online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Windows Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: 6 giugno

Il prossimo passo sarà l’Open Beta del weekend 24 – 26 marzo, poi toccherà attendere il 6 giugno per mettere piede definitivamente su Sanctuarium e darci dentro come ai vecchi tempi.

L’ultimo mio soggiorno in quelle lande maledette risale alla recensione di Diablo II Remastered. Sarà una casualità? Qualcuno pensa che il caso non esiste. Dopo quel che ho visto nei nuovi Inferi Fiammeggianti di Blizzard, comincio a pensare che forse non sia così distante dalla verità.

UN’EREDITÀ PERICOLOSA

Il paragone è rischioso non tanto per la mia incolumità, quei forconi e quelle torce fuori dalla finestra di casa mia non traggano in inganno: lo è piuttosto per il quarto capitolo del leggendario franchise. È lui che è chiamato a un compito degno di un Dio, è lui che dovrà dimostrarsi degno del suo divino retaggio dopo un terzo capitolo incapace di sostenere il pantagruelico fardello. Eppure, oltre agli innumerevoli cadaveri, la breve prova di Diablo IV ha lasciato dietro di sé svariate sensazioni positive legate al gameplay e al feeling, ma non solo.

Diablo IV dovrà dimostrarsi degno del suo divino retaggio dopo un terzo capitolo incapace di sostenere il pantagruelico fardello

Prologo, Atto I, level cap al 25 e Vette Frantumate sono meno di un assaggio di un gioco titanico che dà il meglio di sé nell’endgame, è palese, tuttavia i primi passi del mio Barbaro – con barra spaziatrice da premere col giusto tempismo per schivare i colpi dei nemici – sulla nuova Sanctuarium sono stati accompagnati da una piacevole atmosfera greve. Non si tratta solo di una palette cromatica voluttuosamente tendente al dark, è qualcosa di più radicato, una sorta di avvertimento implicito nella direzione artistica stessa: Diablo IV intende riallacciare il nodo sentimentale con chi ha nostalgia del gotico, del tetro, dell’inquietante, dell’ipnotico e del Macellaio.

Diablo IV

La schermata di selezione del personaggio: dobbiamo parlare, Negromante.

Durante una delle varie cutscene o nel bel mezzo di un dungeon, i sentori sono stati questi. E allora è già il caso di dirlo quel “bentornato Diablo” che tanti, troppi non vedono l’ora di gridare come fosse una liberazione? No, un attimo: nonostante i pregi e l’oggettiva difficoltà ad accettare la chiusura dei server, un buon segno circa il lavoro svolto in quel di Irvine, in fondo è stata solo una Open Beta, coi suoi problemi – in parte – fisiologici e alcune incognita, inoltre qualcosa da Diablo III è stato recuperato. La gestione delle risorse è un buon esempio di ciò che intendo, con ogni classe dotata di una risorsa specifica e di dinamiche uniche per generarla. A proposito di classi, nella Beta erano disponibili solo Barbaro, Incantatore e Tagliagole, tre personaggi su un totale di cinque (Druido e Negromante gli assenti) di cui solo il primo testato a sufficienza a causa del poco tempo disponibile ridotto al minimo sindacale dal più prevedibile degli imprevisti, le chilometriche code all’ingresso del casello Battle.net il primo giorno (per me sarà bollino nero al dayone, ma Blizzard s’è detta fiduciosa).

Tanti non vedono l’ora di gridare “bentornato Diablo”, ma è meglio pazientare: in fondo è solo una Open Beta, coi suoi fisiologici problemi e qualche incognita, inoltre qualcosa da Diablo III è stato recuperato

A ogni modo, una volta pagato il pedaggio, mi sono ritrovato ad ammirare il curato editor con cui plasmare il pg dei propri sogni. Più ricercati ancora si sono rivelati i modelli e le animazioni dei personaggi, mentre potenzialmente interessante è apparso lo scontro fra Lilith e… peccato per i poderosi problemi tecnici che, di tanto in tanto, su PC hanno spezzato tanto la magia quanto il frame rate, ma si tratta pur sempre una Beta, inutile stupirsi troppo, del resto lo cantava De Gregori già qualche anno fa: non è mica da questi particolari che ti giudica un giocatore.

DIABLO IV TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Anche la gestione delle abilità profuma di ritorno al passato, con i punti abilità da investire in talent tree ramificati in cui sbloccare nuove skill e/o potenziare/cambiare gli effetti di quelle già note (occhio: i respec si pagano a peso d’oro quasi subito), mentre ci sono alcune meccaniche da scoprire, penso al Barbaro che equipaggia contemporaneamente diversi tipi di armi e, usandole a seconda delle skill, aumenta di conseguenza il valore di Perizia con ognuna di esse ottenendo bonus diversi. Nuova è anche la possibilità – preclusa, nella Beta – di comprare una mount con cui velocizzare gli spostamenti, l’emblema di un modus operandi che sa d’innovazione.

Diablo IV

La Perizia conferisce bonus specifici a seconda del tipo di arma utilizzata.

Al netto di ogni novità, infatti, a stranirmi è stata soprattutto l’impostazione à la open world di Diablo IV, una new entry assoluta per la serie pari all’assenza della generazione procedurale a livello mondiale (c’è ancora nei dungeon). Niente aree inaccessibili, soltanto un vasto mondo selvaggio e cinque macro zone liberamente esplorabili – a patto di essere forti abbastanza: c’è l’autolivellamento ma non c’è pietà per i novellini – traboccanti di orrori, morte, avventure, missioni, dungeon, roccaforti, eventi casuali e naturalmente tesori.

Niente aree inaccessibili, soltanto un vasto mondo selvaggio liberamente esplorabile traboccante di orrori, morte, avventure, missioni, dungeon, roccaforti, eventi casuali e naturalmente loot

Saltare o arrampicarsi oltre un ostacolo poco cambia ai fini pratici da quel che ho sperimentato, la virata open world invece è di quelle ben più decise. C’è da rimanere disorientati sulle prime, la nuova rotta punta al concetto alla base di MMO come Lost Ark o, per restare in casa Blizzard, World of Warcraft, entrambi dotati a modo loro di enormi mappe colme di contenuti e, talvolta, scontri tarati per gruppi di avventurieri organizzatisi più o meno casualmente sul campo oppure presso uno dei tanti centri urbani/HUB dove, oltre agli altri giocatori, si incontrano i classici mercanti. Fioccheranno i Clan, questo è poco ma sicuro, esattamente com’è già ora certo che, in un contesto simile, l’esplorazione assume tutt’altro significato, spessore e fascino grazie all’irresistibile misto di paura e attrazione per l’ignoto insito in ciascuno di noi.

Diablo IV

Ci vuole poco per capire che opprimente aria tiri in Diablo IV.

E chi vuole solo immergersi nel gameplay loop di Diablo in totale solitudine? Potrà farlo, tuttavia probabilmente dovrà accettare qualche compromesso contenutistico (va da sé che sarei ben lieto d’essere smentito). Al di là delle numerose meccaniche ancora da analizzare, dei contenuti e delle novità assenti nel test, tra un bilanciamento comprensibilmente work in progress, una difficoltà generale forse meno arcigna del previsto, dei dungeon e delle side quest che hanno mostrato il fianco a una lieve monotonia, questa forse è l’incognita più grande. È difficile dire adesso come la prenderanno i lupi solitari, passi l’always online ma il discorso qui è un po’ diverso.

Il primo approccio con l’atteso ritorno del Demonio è stato positivo, ma con lui bisogna andarci cauti: in fondo si parla di storia dei videogiochi, di ricordi e di sentimenti

Allo stesso modo è complicato stabilire oggi, a distanza di due mesi dalla pubblicazione e dopo una Open Beta limitata, se Diablo IV sarà capace di caricarsi sulle spalle un franchise che non sarà mai come gli altri e accompagnarlo, con passo rispettoso per la tradizione ma anche con piglio inequivocabilmente moderno, verso un futuro glorioso tanto quanto lo è stato il suo immortale passato. Il primo approccio con l’atteso ritorno del Demonio è stato indubbiamente positivo, ma con lui bisogna andarci cauti: in fondo si parla di storia dei videogiochi, di ricordi e di sentimenti.

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