Alone in the Dark requisiti

Alone in the Dark

PC PS5 Xbox Series X

Alone in the Dark – Anteprima

Cosa si cela realmente nell’oscurità? Alone in the Dark Prologue, un’anteprima succosa del reboot del primo capitolo della serie, apre le porte dell’orrore agli appassionati di sempre, e non solo.

Sviluppatore/Publisher: Pieces Interactive / THQ Nordic Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, Microsoft Store), Xbox Series X|S, PlayStation 5 Data d’uscita: 25 ottobre 2023

La paura, secondo la scienza, è un’emozione primaria. Quando accade qualcosa di inaspettato e improvviso, provarne è naturale. Al terrore segue l’incredulità, con le gambe che si fanno tremolanti, la testa che scoppia e il respiro affannoso, la bocca asciutta e il cuore che batte forte, sempre più forte, al passo dei misteriosi scricchiolii che si odono da ogni parte della stanza. E tutto si fa più oscuro, tenebroso e in quel buio non c’è una luce. C’è un mostro.

Alone in the Dark Prologue è un’occasione per conoscere meglio cosa aspetta i giocatori il prossimo ottobre, periodo d’uscita del remake del primo capitolo della serie che, venticinque anni fa, spaventò un numero incalcolabile di giocatori e appassionati. Villa Derceto apre le sue porte, facendoci conoscere una piccola, coraggiosa bambina che non ha idea di cosa stia accadendo. E l’ho provato su PlayStation 5.

INCUBO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

La piccola Grace, intenta a pitturare una maschera inquietante, conosce le storie di fantasmi solo per sentito dire. Le ascolta ogni notte, adora che comunque abbiano un lieto fine e che quelle anime perdute nell’etere si ricongiungano alla fine nella pace eterna del Signore. Intinge il pennello, posandolo delicatamente sulla maschera, colorandole gli occhi e i segmenti del viso. Poi sente sbattere la porta. È un rumore deciso che, oltre a spaventarla, la costringe ad alzarsi dal pavimento. Non ha paura. Come potrebbe averne, in effetti?

Il prologo di Alone in the Dark apre le sue porte a una piccola porzione di storia

Il signor Jeremy Hartwood, un uomo gentile, premuroso e pacato, spesso si comporta in modo strano. Ogni sera, a quella stessa ora, dalla sua stanza emette suoni che Grace non comprende affatto. Lo raggiunge, entra nella sua camera e lo trova in piedi. L’uomo sproloquia frasi insensate e incomprensibili, respirando a fatica. Prende dal tavolo una lettera che porge alla bambina, chiedendole di portarla al piano di sotto per imbucarla e spedirla a Emily Hartwood, sua nipote. Grace non se lo fa dire due volte. Si volta verso il camino accesso e, spinta dalla curiosità, sta per porre al buon Jeremy una domanda che ormai vorrebbe fargli da giorni. Prima che le parole fuoriescano dalle labbra, però, l’uomo scompare misteriosamente.

Alone in the Dark

Una bambina che pittura una macchina in tutta tranquillità. Cosa potrebbe andare storto?

Il prologo di Alone in the Dark apre le sue porte a una piccola porzione di storia che si focalizza sul canovaccio narrativo che ha reso celebre il capitolo originale. Grace è una bambina intelligente, una delle migliori della classe e la curiosità che prova, mista ai misteriosi avvenimenti che stanno colpendo Villa Derceto, la conducono a un passo dall’oscurità, la stessa che il signor Hartwood avverte nella sua testa. Il male è dentro di lui: non riesce a controllarlo né a mettergli freno. È ormai incontenibile, e Alone in the Dark prende forma.

ALONE IN THE DARK A TUTTA POTENZA

La demo di Alone in the Dark offre uno scenario che mette sul campo le emozioni e le sensazioni che Hartwood prova in un turbinio di ansie e paure che si avvertono dalle sue parole. Entrare nel maniero, seppure soltanto per otto minuti, dà tuttavia modo di comprendere meglio cosa sta capitando. Scegliere Grace per presentare Villa Derceto è stata un’opzione ottima, mette in chiaro sin da subito cosa si potrebbe affrontare all’interno di questo luogo degno dei migliori racconti dell’incubo attualmente in circolazione e nel reboot di Alone in the Dark.

Nei panni di Grace si intuisce subito cosa si potrebbe affrontare all’interno di questo luogo degno dei migliori racconti dell’incubo

Muovendo Grace, infatti, ho scoperto le stanze e le aule del maniero, i primi due piani e tante porte impossibili da aprire senza delle chiavi, necessarie per avanzare nell’avventura. Attraverso gli occhi innocenti della bambina, ho notato dei mutamenti che non hanno fatto presagire nulla di buono. Era il preludio alla sofferenza, che da lì a poco si sarebbe abbattuta su chiunque.

Strane figure che rappresentano dei mostri. Un preludio alla sofferenza?

La piccola sembrava in realtà avvolta dalla stessa oscurità scatenata dalla mente del signor Hartwood, che è andato ben oltre la sua macchina da scrivere, adagiata su una scrivania piena zeppa di foglietti in cui sono trascritti strani simboli e parole sconclusionate. La struttura ludica, appena accennata, si è concentrata sull’interazione con gli elementi delle location che lo prevedevano e sulla raccolta e la lettura di alcuni documenti rilevanti a livello di trama.

L’esplorazione è stata lineare, il gameplay si è concentrato sull’interazione con gli oggetti e sulla lettura di alcuni documenti

Anche se si è trattata di un’esplorazione alquanto lineare, mi sono soffermato su ogni angolo delle stanze e ne ho approfittato anche per comprendere al meglio cosa avessi attorno. Ad avermi colpito, infatti, è il mobilio e la rifinitura di ogni oggetto, trattato con parsimonia e attenzione da parte del team per approfondire a dovere ogni sfaccettatura. Durante questo breve ma particolareggiato percorso, ho incontrato delle strane creature. Per un momento ho pensato di essere fuori dall’edificio, come in una palude, invece no, ero ancora al suo interno e respiravo l’aria insalubre, percependo sulla pelle una brezza gelida.

Alone in the Dark

Già. Cos’hai in mente, Jeremy?

Oltre a creare un’atmosfera angosciante, Alone in the Dark Prologue mette in guardia il giocatore fin dalle prime battute. E no, non c’è uno spiraglio di salvezza per la piccola Grace. Se Alan Wake ci ha abituato all’incubo e all’oscurità, con la luce come unica ancora cui aggrapparsi, Alone in the Dark è pronto per giocarci assieme, buttando il malcapitato di turno nelle sue funeste braccia senza alcuna esitazione. È come avere un nodo scorsoio attorno alla gola che non può fare altro che strozzarti e portarti sempre più in fondo, verso una morte lenta e dolorosa. Quando è però la mente a essere toccata, ciò che si percepisce è la fine di tutto. E quel nodo scorsoio, purtroppo, si avvolge anche sulla gola di Grace. La storia, però, non si conclude qui. Una macchina raggiunge il vialetto di Villa Derceto. Scendono due persone: sono Emily Hartwood, interpreta da Jodie Corner (The Last Duel), e l’investigatore privato Edward Carnby, impersonato da Davide Harbour (Stranger Things). La vera storia inizia da qui.

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