Abbiamo passato un po’ di tempo dispensando Muscle Buster e Giant Swing in compagnia di Tekken 8. E ne vogliamo ancora!
Sviluppatore / Publisher: Bandai Namco / Bandai Namco Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo locale/online PEGI: ND Disponibile su: PS5, PC e Xbox Series X|S Data d’uscita: ND
L’anteprima di Tekken 8 capita a fagiolo: forte di un aggiornamento sul fronte hardware, in questi giorni avevo rispolverato il settimo capitolo per riprendere un po’ la mano e riaddestrare la memoria muscolare, ormai pigramente assuefatta a causa di Street Fighter 6.
Con questo presupposto, l’incontro con l’estetica e le meccaniche della nuova creatura di Katsuhiro Harada mi ha lasciato in bocca un buonissimo sapore, quello del deciso passo avanti che è lecito aspettarsi da una delle serie più longeve nella storia dei giochi di combattimento competitivi. L’elemento più convincente è stato l’introduzione dell’Heat System, un sistema che cambia drasticamente la cadenza degli scontri, rendendoli più rapidi e brutali.
GLI SCONTRI DI TEKKEN 8 SI FANNO BOLLENTI
Lo stato di Heat può essere innestato partendo da particolari mosse chiamate Heat engager, che stordiscono momentaneamente l’avversario se colpito e vengono seguite da un fulmineo scatto (Heat Rush) con cui continuare la pressione. Durante questa condizione, scandita a sua volta da un nuovo indicatore, le normali combo producono inoltre chipping damage e ogni personaggio beneficia di abilità uniche: King, ad esempio, può prolungare il prezioso periodo eseguendo determinate proiezioni, mentre le tecniche caricate di Paul richiedono meno tempo.
Come extra, l’Heat Burst scatena una coreografica mossa dalla straordinaria potenza, terminando però prematuramente lo stato di Heat e fornendo uno strumento di recupero simile alle Rage Art introdotte in Tekken 7. Ritornare su questo capitolo dopo una lunga sessione a Tekken 8 equivale ad assistere a un film alla moviola, merito anche della splendida resa grafica offerta dell’Unreal Engine 5. Effetti particellari in abbondanza e muscolature tanto ipertrofiche quanto definite vengono incorniciate da stage molto belli (tra i presenti, la pseudo Times Square è indubbiamente quello che restituisce il colpo d’occhio maggiore) e ricchi di particolari, parzialmente demolibili per rivelare arene secondarie come la tradizione oramai vuole. Volgendo uno sguardo al futuro, è facile avvertire la volontà di creare quanti più proseliti possibili: sotto il profilo dell’accessibilità, Tekken è sempre stato un club tutto sommato esclusivo, caratterizzato da un numero di match-up spropositato dovuto a un roster enorme e a una mole di tecniche da memorizzare tendente all’infinito.
TORA NO HANA!
L’Heat System consegna nelle mani dei neofiti una manciata di mosse efficaci, grintose e facili da eseguire, mentre un sistema di controllo semplificato può essere attivato in qualunque momento con la pressione dei dorsali per accedere rapidamente a colpi caratteristici, combo aeree, Power Crush (i colpi dotati di Super Armor), attacchi bassi e l’immancabile Heat Burst. Si tratta chiaramente di una soluzione studiata per iniziare a prendere confidenza il gioco e con le distanze, da scoraggiare caldamente a favore dell’apprendimento vecchio stile, quello che comprende interminabili ore da trascorrere nella modalità pratica in stile Tana delle Tigri. No, King non c’entra, e poi lui è un giaguaro, non iniziamo a fare confusione tra i felini.
Tornando a bomba, l’allenamento ha i numeri per fornire tutti gli strumenti didattici per muovere i primi passi e affinare l’abilità del giocatore senza costringerlo a cercare aiuto online tra filmati e guide: al netto di alcune voci oscurate ma promettenti, come l’addestramento contro diversi tipi di punizione, le move list dei singoli lottatori sono organizzate in maniera più ordinata rispetto al passato, accostando alla solita lista enciclopedica una selezione dei colpi più immediati e utili, con tanto di spiegazione e suggerimenti per integrarli in sequenze efficaci a prova di novellino. Se a questo abbiniamo le sfide con cui imparare e padroneggiare combo sempre più complesse come nel recente Street Fighter 6, la sensazione è quella di un gioco in grado di soddisfare davvero tutti. A questo punto manca all’appello solo il netcode, prevedibilmente ballerino durante allo stato attuale ma ugualmente poco convincente, con scontri frequentemente terminati in un mare di improperi e scatti anche contro avversari dotati di indicatori di connessione perfettamente in salute.
Non è però il momento corretto per affrontare questo aspetto, specie nell’ottica di un Closed Network Test e considerando che il gioco è ancora in fase di realizzazione; quindi, ci tocca lasciarci con le ultime impressioni. Tekken 8 allo stato attuale pare una discreta bomba, con novità tali da rendere potenzialmente obsoleto il predecessore; il loro peso sul bilanciamento di un roster ancora misterioso (basti dire che tra i sedici personaggi ora disponibili non è presente nessun volto nuovo) è però un’incognita bella grossa, che verrà valutata solo quando avremo la versione finale tra le mani. Per ora, sappiate che la voglia di continuare a giocare ha già superato i livelli di guardia.