While We Wait Here

While We Wait Here – Anteprima Hands-On

Dopo Ravenous Devils, che si è aggiudicato una candidatura come gioco italiano dell’anno, Bad Vices Games torna con While We Wait Here, il suo nuovo videogioco horror pronto a sbarcare su PC il prossimo anno.

Sviluppatore: / Publisher: Bad Vices Games / Bad Vices Games Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC Data d’uscita: 2024

Quanti di voi sono mai stati in una tavola calda? E quanti di voi sono stati in Texas? Ora, lo Stato statunitense ben poco c’entra con While We Wait Here, ma chiunque sia mai stato a qualunque autogrill – magari fra Aosta e Torino – sa molto bene cosa potrebbe trovare. Gente poco propensa a parlare, altra annoiata, con il capo chino sul giornale e qualcuno che soffia sul tè caldo appena ordinato. Faccio parte di quella categoria di persone che, una volta entrato all’interno di un autogrill, sa cosa ordinare. Un caffè, un croissant e un bicchiere d’acqua. Naturale, ovviamente. E no, niente bibite gassate. La linea è pur sempre la linea.

Con While We Wait Here, il nuovo videogioco di Bad Vices Games, non c’è spazio per mantenersi perfetti e tonici. In realtà, nella tavola calda di Nora e Cliff, i due protagonisti di queste vicende che potrebbero in qualche modo ricordare i crudeli Pervival e Hildred (tanto da ispirare The Kindeman Remedy), non c’è tempo per i convenevoli. E al contrario della Londra vittoriana, contesto adoperato per il racconto di Ravenous Devils, il nuovo videogioco del team italiano sembra invece seguire un’altra strada.

L’EVOLUZIONE DI BAD VICES GAMES

Nel corso della mia prova, durata in tutto una mezz’ora, ho sin da subito notato degli elementi alquanto comuni con Ravenous Devils. Rivedere, in tal senso, un luogo in cui mangiare e bere mi ha ricordato gli smembramenti e i pasticci di carne – umana – cucinati dalla dolce Hildred per i clienti affamati, a loro volta ammazzati da Percival per ottenere degli abiti all’ultimo grido, ricuciti sovente ogni eventualità. Se non è questo sapore per gli affari, in effetti non so cosa potrebbe esserlo. Nel corso di questo anno e mezzo, però, il team italiano ha lavorato per arrivare a strutturare un videogioco che potrebbe effettivamente dire la propria, lasciandosi indietro un’opera che è già nello storico di Cristian Gambadori ed Eleonora Vecchi, coloro che compongono, per l’appunto, Bad Vices Games.

Nora è una lettrice affezionata di TGM. Eccola con in mano il numero 401 mentre legge la recensione di Baldur’s Gate 3 di Dan Hero.

In tal senso, la demo che ho provato – ora disponibile su Steam mentre state leggendo questa anteprima – è stata sia ingannatrice quanto parecchio eloquente. Sia chiaro, non mi sono trovato la lama di un pugnale nel cuore, ma stavolta sono tornato a servire qualcuno senza accopparlo. E in prima persona, proprio per garantire quel senso di coinvolgimento maggiore rispetto al passato. Anche se non è stato possibile approfondire la trama di gioco e, in generale, cosa potrebbe accadere nel futuro, While We Wait Here rappresenta un netto punto di svolta per lo studio di sviluppo nostrano.

UNA NUOVA ARCHITETTURA DI GIOCO CHE POTREBBE SORPRENDERE

Abbandonato il gestionale, si apre una struttura ludica ben diversa e collegata al contempo con la narrativa. All’interno dell’opera, infatti, il giocatore potrà replicare direttamente alle domande e alle affermazioni dei clienti del luogo, che avranno costantemente bisogno di qualcosa, e che necessiteranno di essere seguiti. I dialoghi che ho letto sono risultati maturi e ben scritti: ciò lascia suggerire che il team abbia cercato di replicare i mutamenti dell’animo umano come meglio poteva. I clienti, infatti, sono diversi l’uno dall’altro e reclamano tutte le intenzioni possibili, ma soprattutto la risposta giusta, poiché le conseguenze potrebbero essere incontrollabili.

LE OTTIME PREMESSE DI WHILE WE WAIT HERE

Come accennavo prima, l’opera permette di cucinare e servire dei clienti mentre si vive una storia che muta sia l’ambiente circostante quanto l’atteggiamento dei protagonisti principali. Nora e Cliff sognano un mondo diverso e più felice, capace sia di aiutare loro in qualunque situazione, e di fare del bene per chi è in cerca di aiuto.

TANTE SITUAZIONI DIVERSE FRA LORO CHE POTREBBERO FARE LA DIFFERENZA

While We Wait Here, proponendo con genialità una struttura ludica che appare ben implementata, mette nero su bianco cosa sarà essenzialmente: un’avventura fatta e finita, divergente da qualunque altra pubblicata in precedenza. Il mondo è ormai destinato a scomparire e mutare in una follia senza fine, e chiunque entri nella tavola calda, posta su una lunga strada che conduce vera città e contee, potrebbe affrontare l’ignoto o farne addirittura parte. Dopo un hamburger e della carne ammassata ovunque, ho preparato un cheeseburger che ho venduto all’istante. Intanto, ho preso il piatto di un cliente brontolone e l’ho lavato, riponendolo al suo posto.

Chi non ha voglia di ordinare qualcosa?

Sia Cliff che Nora sognano una vita diversa da quella raggiunta finora, lontano dalle dicerie e dalle abitudini. Il team, dunque, ha inizialmente fatto credere che While We Wait Here fosse esattamente questo, e invece si è dimostrato un videogioco ancora più affascinante e curioso, con tanta personalità e molto su cui riflettere. Bad Vices Games, al riguardo, non tradisce affatto la filosofia che lo ha reso celebre. E per quanto la durata della demo non sia stata affatto entusiasmante, le basi iniziali delle produzione sembrano realmente vivide e ben proposte, pensate per offrire un’esperienza carica di sensazioni e di paura, con il terrore in ogni angolo.

UN NUOVO VIDEOGIOCO HORROR DAL TEAM DI RAVENOUS DEVILS

Ed è anche su questo che il team italiano, ormai abituato a certe storie, non si è fatto intimidire, alzandosi e pagando il conto senza alcun timore, per poi scomparire nell’etere come un Bilbo Baggins qualunque, con la sola differenza che quel gioiello rimane tale. La giornata poteva concludersi in molti modi e tutto sarebbe andato per il meglio, ma invece ha inaspettatamente continuato, dando origine a un incubo senza fine. E stavolta non c’era nessuna nessuno a godersi quello spettacolo. Anzi, qualcuno sì: proprio noi.

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