MachineGames ha chiarito ogni dubbio: Indiana Jones e l’Antico Cerchio è uno dei giochi da non perdere di vista nel 2024, un’esperienza che riporta l’archeologo con la frusta ai fasti della prima, gloriosa trilogia cinematografica.
Sviluppatore / Publisher: MachineGames / Bethesda Softworks Prezzo: TBA Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 16 (provvisorio) Disponibile su: Xbox Series X/S, PC (Steam)
Mentre vi accalcavate sulle spiagge a ferragosto sgomitando con il vicino portatore sano di peperonata, noi eravamo in prima linea a lavorare per voi.
Ebbene sì, incuranti della calura siamo stati invitati a un evento digitale dove abbiamo potuto ammirare in anteprima il nuovissimo Indiana Jones e L’Antico Cerchio, per giunta scambiando quattro chiacchiere con Jerk Gustafsson e Axel Torvenius, rispettivamente Game e Creative Director di MachineGames, vera e propria autorità quando si tratta di prendere a pugni in faccia qualche nazista. Una squadra da non sottovalutare, specie con un veterano come Todd Howard nel ruolo di produttore esecutivo.
A SPASSO PER IL MONDO CON INDIANA JONES E L’ANTICO CERCHIO
Essere tra i primi ad ammirare il gameplay di una nuova avventura di Indiana Jones è stata un’esperienza elettrizzante, specie perché le sensazioni evocate sono state talmente autentiche da curare seduta stante il nostro spirito, mortalmente provato dalla visione de Il Quadrante del Destino. Come i nostri simpatici interlocutori hanno chiarito, un’attenta ricerca è stata perseguita per rendere la vicenda affascinante e credibile, a partire dalla collocazione temporale all’interno della trilogia originale, tra I Predatori dell’Arca Perduta e L’Ultima Crociata. L’anno è il 1937, Marcus Brody è ancora in forma smagliante e non ci sono teschi di cristallo fra i piedi, lo scenario perfetto per adottare un approccio totalmente cinematografico: una delle prime cose che i ragazzi di MachineGames hanno creato è stata infatti un’illustrazione sullo stile dei flyer del grande Drew Struzan che potesse rappresentare i vari elementi della storia e trasmettere il senso di un’avventura in giro per il mondo.
Da qui, l’onore di “saccheggiare” gli archivi dello Skywalker Ranch è stato determinante per restituire giovinezza e prestanza a un’icona come Harrison Ford e al mondo di Indiana Jones, tra scatti e filmati esclusivi dietro le quinte e memorabilia che noi umani non potremo mai sperare di ammirare. Infine c’è la ricerca, quella che fa la differenza tra un ciarlatano e un vero archeologo e che rende un gioco come questo intrigante, con paesaggi esotici e misteriosi capaci di trasmettere un senso di curiosità costante. Ad esempio, per replicare l’atmosfera del tempio tailandese di Sukhothai sono state esaminate scrupolosamente fotografie e illustrazioni provenienti dalle primissime spedizioni, al fine di creare un palcoscenico veritiero e affascinante, degno dell’Indiana Jones che conosciamo e amiamo.
IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO
Dimenticatevi per un attimo di Sophia Hapgood: per questo nuovo viaggio Indy sarà accompagnato da Gina, una giornalista italiana sulle tracce della sorella sparita. Quale sia il suo legame con i nazisti non ci è dato saperlo al momento, ma la sua presenza permetterà all’archeologo con la frusta di aggiungere la macchina fotografica al suo bagaglio, uno strumento di analisi con cui scattare foto per ottenere indizi sugli enigmi e racimolare punti avventura. Investendoli potremo acquisire nuove abilità, da reperire sul campo esplorando con certosina dovizia il mondo di gioco. Mi spiego con un esempio: in una sezione abbiamo visto il nostro uomo d’azione sgattaiolare per i corridoi di Castel Sant’Angelo e raccogliere un un libro sulla strategia scacchistica che, una volta sfogliato, ha reso disponibile una sorta di “seconda possibilità” con cui rialzarsi in seguito a una sconfitta, spolverando il mitico fedora prima di cominciare un secondo round.
A tal proposito il combattimento ci è sembrato molto coinvolgente grazie all’indubbio curriculum che MachineGames può vantare nei giochi d’azione in prima persona e a un’interfaccia minimale che garantisce la massima immedesimazione. In corpo a corpo, un sistema di parate da alzare al momento opportuno aprirà la strada a contrattacchi dal sapore cinematografico (se avete visto un qualunque film di Indiana Jones sapete di cosa parlo), mentre la frusta si conferma un vero e proprio jolly, pronta a sbilanciare e disarmare i cattivi. Generalmente, i combattimenti ci hanno conquistato con una cadenza molto fluida ed esaltante dove si passa da scazzottate a raffiche di mitra nel giro di pochi secondi, raccogliendo le armi abbandonate dal nemico (il fido revolver dovrebbe comunque essere sempre nel nostro inventario) per usarle all’occorrenza.
I nostri gentili padroni di casa ci hanno però ricordato che Indiana Jones non è propriamente un supereroe a prova di proiettili, quindi il sotterfugio farà la differenza tra l’uscire illesi da una tomba e fare eternamente parte del suo corredo.
Indiana Jones e L’Antico Cerchio sarà un mix ben bilanciato tra livelli lineari e libera esplorazione
LA X NON INDICA MAI IL PUNTO IN CUI SCAVARE
Per quanto non sia stato possibile ottenere particolari rivelazioni sulla narrazione, il bombardamento delle nostre domande ha spinto gli amici di MachineGames a sbottonarsi un attimo sulle aree “neutrali”, assicurandoci che Indiana Jones e L’Antico Cerchio sarà un mix ben bilanciato tra livelli lineari e libera esplorazione. Abbiamo visto Indiana muoversi e fare compere nel caotico mercato di Giza senza l’urgenza di schivare pallottole e pugni, e simili momenti di pausa saranno la parentesi ideale per riprendere fiato e perseguire le missioni secondarie offerte dai tanti alleati che appoggeranno il carismatico archeologo nella lotta contro l’Asse. È una struttura di gioco da loro definita una “MachineGames adventure”, una che chi ha impersonato B.J. Blazkowicz nei giochi dello sviluppatore svedese potrà facilmente riconoscere. Un elemento che ci ha fatto davvero impazzire è l’esplorazione di segrete e templi dove si respira l’Avventura con la A maiuscola, ricchi di enigmi su cui rimuginare e sezioni decisamente più spericolate dove l’uso della frusta per dondolarsi o calarsi a ridosso di un muro attiverà una provvidenziale visuale in terza persona con cui esaminare scrupolosamente i dintorni.
Le prove da superare richiedono memoria, colpo d’occhio (e qui la macchina fotografica è essenziale per attivare osservazioni rivelatrici da parte di Indy o Gina) e l’analisi di documenti e oggetti precedentemente rinvenuti, conservati in un diario – il classico Journal – organizzato come quello dell’indimenticabile papà Henry Jones Sr. davvero molto bello da consultare, tra ritagli di giornale, cartoline e mappe che progressivamente ne popoleranno le pagine. Sebbene i pochi puzzle che abbiamo visto non vadano concettualmente oltre il classico “trova l’oggetto giusto per aprire la porta”, è la messa in scena e la contestualizzazione che li rende tanto affascinanti, con Indy che bofonchia nervoso cercando di ragionare, arrivando a conclusioni del tipo “è la statua di Longino, il legionario che ha trafitto Cristo al costato” per fornire ulteriori indizi più o meno sibillini con cui affrontare gli enigmi che incontreremo più avanti. Resta da vedere quanto possa risultare stimolante la loro complessità: in un altro frangente la sfida per le meningi si è rivelata assai più banale, con una parete cedevole che si presentava provvidenzialmente affiancata da un grosso oggetto metallico in attesa di essere usato a mo’ di martello per rivelare un nuovo quanto ovvio passaggio. Una cosa è certa: la presentazione audiovisiva e la messa in scena dei vari set piece ci è parsa grandiosa e teatrale, tanto da far schizzare il gioco in cima alla lista dei più desiderati del 2024.
Sono la messa in scena e la contestualizzazione che rende esplorazione ed enigmi tanto affascinanti