Super Mario Party: Jamboree – Anteprima Hands-on

Super Mario Party: Jamboree

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Super Mario Party: Jamboree – Anteprima Hands-on

L’ultima volta era il 2021 con Super Mario Party Superstars, produzione che raccolse l’eredità incredibile di Mario Party per conferirle ulteriore prestigio. È una storia d’amore che dal 2018 è presente anche su Nintendo Switch, la console ibrida di Nintendo che non sembra voler affatto mollare il mordente. A Milano, oltre a sognare sotto al Duomo, abbiamo provato con mano Super Mario Party: Jamboree, in arrivo il prossimo 17 ottobre.

Sviluppatore / Publisher: Nintendo / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Locale competitivo, locale cooperativo PEGI: 16 Disponibile su: Nintendo Switch Data d’uscita: 17 ottobre 2024

Ammetto di avere sempre una grande esaltazione quando si parla di Super Mario al di fuori delle classiche chiacchierate con amici mentre, tra una partita e l’altra, ci si scambia la tattica giusta per affrontare una situazione. Immaginate se ciò avviene con la saga storica di Mario Party che dal 2018, ora, è diventato peraltro Super e ancora più grande e affascinante. Al tempo mancava soltanto un videogioco del genere su Nintendo Switch, un’opera capace sia di piacere molto a chi predilige un approccio da giocatore singolo e a chi, al contrario, vuole vincere e perdere con gli amici in sfide letteralmente sul filo del rasoio.

Se c’è una cosa che ha portato con sé Mario Party dal 1998, anno effettivo della sua pubblicazione, è stata la condivisione. Il suo potere permette di esplorare e interfacciarsi con situazioni di ogni tipo, affrontando gli amici – se si pensa soltanto a loro – con ogni mezzo. Super Mario Party: Jamboree, infatti, persegue questo obiettivo in modo esemplare. L’ho provato per circa un’oretta con altri colleghi della stampa specializzata e non solo, per saggiare al meglio cosa avessi davanti. E ne sono rimasto piacevolmente colpito, anche se è bene aspettare il momento delle pubblicazioni per dichiararsi felici ed entusiastici.

C’è una cosa che è bene sottolineare dalle produzioni Nintendo: il costante miglioramento delle meccaniche passate per arrivare a creare in modo sinergico un videogioco migliore

Se qualcuno se lo sta chiedendo già dalle prime righe dell’anteprima, sì, è un Super Mario Party ancora più grande che migliora interamente il predecessore. Intanto, è bene ricordare cosa significhi Jamboree: è un grande campo scout di dimensione mondiale in cui accade di tutto e di più. È il luogo scelto da Nintendo per ambientare questo nuovo capitolo all’insegna dell’imprevedibilità, che nel game design proposto dalla Grande N è l’essenza stessa delle sue opere. Qualche giorno fa, il nostro Claudio Magistrelli ha toccato con mano The Legend Of Zelda: Echoes of Wisdom, apprezzandolo completamente. C’è una cosa che è bene sottolineare dalle produzioni Nintendo: il costante miglioramento delle meccaniche passate per arrivare a creare in modo sinergico un videogioco migliore. È quanto ho notato anche in Super Mario Party: Jamboree, ed è una visione che andrà confermata quando sarà il momento.

A TUTTO GAME DESIGN

Non esiste nulla di casuale, in Super Mario Party: Jamboree. Lo si denota sin dal primo avvio e dal benvenuto all’interno dell’opera. La produzione, facente parte di una costola importante del mondo Nintendo, è in sostanza un grande contenitore di minigiochi all’interno di un videogioco. È una matrioska di tantissimi picchi in cui alla base c’è il divertimento, elemento fondamentale soprattutto per capire cosa si ha davanti. Comunque, Super Mario Party: Jamboree, in termini contenutistici, aumenta in modo significativo i minigiochi: in Superstars erano 100, mentre nel nuovo capitolo, invece, saranno in totale 110, il numero certamente più alto dell’intera serie.

E se vi dicessi che è possibile muovere quel bruco?

Prima di iniziare, si sceglie il personaggio che si vuole impersonare e si parte. Per un legame fanciullesco, io ho optato per Yoshi, che nel 1990 era riuscito a incantare talmente tanto mio padre che nel ’95 mi aveva comprato un suo pupazzetto per tenermi compagnia. Il ritrovo è nella piazza principale dell’opera, in cui si può optare per un determinato luogo in cui andare e, in seguito, svolgere le dinamiche di gioco senza troppe complicazioni.

Yoshi è il mio personaggio preferito in assoluto, anche se Luigi è parte di me

La mappa, basata sulla costruzione logica del gioco dell’oca, è davvero grande. Ne ho vista solo una, nel corso della mia prova, eppure mi ha dato sensazioni ottime sia per il suo valore creativo che per la mole di ostacoli al suo interno da superare, da evitare, da vincere. È bastato molto poco: ho lanciato un dado, ho sperato che uscisse il numero più alto possibile e via, sono partito all’avventura. Come accennavo prima, in Super Mario Party: Jamboree è l’imprevedibilità a lasciare profondamente di stucco. La stessa si percepisce dall’inizio alla fine: non sapevo mai effettivamente dove sarei finito a seguito del mio lancio, gesto compiuto anche dagli altri compagni di viaggio seduti con me davanti allo schermo.

Prendere la stella sarà la soluzione vincente!

Ognuno di essi, sottolineo, era davvero molto bravo ed esperto di cosa avesse davanti, e ciò ha permesso di aumentare in modo significativo il mio impegno. La prova ha comunque permesso di capire meglio le dinamiche di gioco e le sfide offerte all’interno dell’opera. Purtroppo, non ho avuto modo di provare interamente tutti i minigiochi, e mi sono basato soltanto su quanto ho giocato. Esattamente come in Mario Party Superstars, sarà possibile imbattersi in vari negozi sparsi per la mappa per acquisire dei dadi, o qualche aiuto. Il game design si focalizza molto su dove la pedina potrebbe capitare. L’obiettivo, in tal senso, è acquisire più stelle possibili per vincere la partita e, in seguito, proseguire, se non accadono imprevisti. Volente o nolente, accadranno e sarà impossibile riuscire a impedirlo. In alcune situazioni, è accaduto che un ghost rubasse al mio avversario dei danari per mio conto, inserendoli in seguito nel mio taschino; anche se avere tanto oro è utile se si sa come spenderlo.

Il game design si focalizza molto su dove la pedina potrebbe capitare

Sono capitato in svariati minigiochi, nel corso della prova, davvero tanto interessanti e coinvolgenti. Molti di essi sono focalizzati sull’utilizzo completo del joycon, come fuggire da un masso à la Indiana Jones, oppure evitare di cadere nell’acqua ghiacciata a causa delle intemperie sotto forma di tempeste con il volto minaccioso di chi non prende il Sole da tanto tempo. Altri minigiochi, invece, sono basati sui rifletti e ulteriori sull’utilizzo dell’intelletto. Sembra ci sia una varietà davvero generosa di elementi che sarà utile approfondire. Un’altra novità è la modalità libera sempre inerente ai minigiochi, che ammetto però di non avere compreso abbastanza nella prova. Poco male: lo farò nel momento opportuno.

SUPER MARIO PARTY: JAMBOREE, NON SOLO CON GLI AMICI, MA PURE DA SOLI

Cosa ci può aspettare da un’opera di questo calibro? Il divertimento? Ci sarà. Come in qualsiasi altro videogioco. Com’è alla base di qualsiasi videogioco, dopotutto. Una mole di nuovi personaggi? Non mancheranno neppure loro, siccome Nintendo ha annunciato qualche giorno fa della presenza di Pauline e Ninji, che si uniranno all’immenso roster di personaggi Nintendo. Una sconfinata mole di ore di gioco? Sì, sarà esattamente così.

Sembra tutto colorato e bello, vero? Invece è la complessità totale.

Come già detto, la serie è famosissima per mettere al centro il game design. È l’obiettivo di Nintendo: esaltare il suo talento e le sue capacità per arrivare non solo agli appassionati, ma anche a coloro che non hanno mai toccato un videogioco Nintendo prima di oggi.

Potrebbe davvero sorprendere gli appassionati, e non solo

È uno scopo nobilissimo perché fa parte dell’idea alla base del team di sviluppo, che sa come muoversi e deliziare, che sa bene in che modo intercettare il giocatore. Super Mario Party: Jamboree potrebbe essere, senza alcun problema, un’evoluzione della stessa serie. Bisognerà attendere ancora un po’ per averne la conferma.

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