Super Mario Party: Jamboree – Recensione

Switch

Pronti a lasciarvi spalle amicizie, rompere legami di fratellanza e pure qualche mobile in giro? Super Mario Party Jamboree, sviluppato e pubblicato da Nintendo, si apparecchia al tavolo come uno dei migliori videogiochi del franchise, dicendoci chiaramente che sì, è tempo di perdersi nel gioco dell’Oca, e non solo.

Sviluppatore / Publisher: Nintendo / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Locale competitivo, locale cooperativo PEGI: 16 Disponibile su: Nintendo Switch Data d’uscita: 17 ottobre 2024

Nintendo Switch è una console fantastica. Lo è soprattutto grazie alle sue proposte, supportate e perseguite da Nintendo in quasi una generazione e mezzo. È questa la data effettiva, anche se forse sarebbe bene raccontarlo in uno speciale, ma non è da tutti uscirsene con così tante pubblicazioni a stretto giro. Penso a The Legend Of Zelda: Echoes of Wisdom, oppure al prossimo Mario &: Fraternauti alla carica, in arrivo a breve. Non sembra, ma il 2024 di Nintendo Switch è stato piuttosto buono, ricco di opere e di tantissima varietà.

È logico aspettarsi questo da Super Mario Party Jamboree, che giunge sul mercato espandendo il concetto di gioco della serie. Si fece conoscere, al tempo, su Nintendo 64, quando ancora confondevo un sonaglio con il pad, e viceversa. Adesso, a distanza di così tanto tempo, un numero esagerato di console portatili, qualche Zelda in più e un film su Mario, una delle serie di punta del mondo Nintendo si prepara a coinvolgere non soltanto gli appassionati, ma pure coloro che, attirati da una serata di divertimento, non possono che augurarsi una bella serata. Giocato sia in singolo che con qualche amico, Super Mario Party Jamboree, predisposto alla grande per esaltare le caratteristiche vincenti del passato, è ora più grande, più maturo e più pregno di contenuti, una sorpresa che non mi sarei aspettato in un party game che, in passato, ha dovuto inserire nuove aggiunte nell’ossatura del suo game design. Ecco, e non scherzo: il nuovo capitolo della serie è la prova di cosa significhi elevare il passato e renderlo mirato all’intrattenimento.

È logico aspettarsi questo da Super Mario Party Jamboree, che giunge sul mercato espandendo il concetto di gioco della serie

In novanta minuti può cambiare tutto, d’altronde, oppure nulla: è il bello di sedersi, affrontare un amico o il PC e perdersi in quella che è una sfida reale, fresca e tangibile, potente e inaspettata. Come raccontato nelle nostre anteprime passate, questo nuovo capitolo porta con sé centotredici minigiochi, più modalità e dei livelli di sfida maggiori. Tutto questo, come esplicato nella recensione, è stato rispettato a dovere. È stato realizzato un lavoro concentrato a rinforzare ogni meccanica, sistema e minigioco. C’è ora molta più tattica, ma è meglio non rivelare troppo. Non ora.

IL GAME DESIGN CHE CERCHI E NON PENSAVI DI VOLERE

Come tanti esponenti del franchise, Super Mario Party Jamboree non ha una storia, bensì solo i classici personaggi di Nintendo. Il roster è di per sé parecchio numeroso, con molti protagonisti da impersonare lungo le varie sessioni. Prima di accedere alla mongolfiera, infatti, è importante selezionare il personaggio che si preferisce e, in seguito, procedere nelle tante opzioni messe in campo dall’opera di Nintendo. Non scherzo quando dico che ora sono molte di più.

In novanta minuti può cambiare tutto, d’altronde, oppure nulla: è il bello di sedersi, affrontare un amico o il PC e perdersi in quella che è una sfida reale

Quando tutto parte dalla Piazza Party, un hub in cui è possibile accedere anche multigiocatore (è pure consentito vedere in modo ben schedulato i risultati raggiunti precedentemente nelle varie modalità dell’opera), si sa che novanta minuti potrebbero diventare cinque o sei ore a seconda della situazione. Niente male, vero? Per nulla. Visivamente, la produzione dà un benvenuto con i fiocchi, introducendo il giocatore alle dinamiche di gioco in modo chiaro. Sette isole da esplorare, con cui giocare e dove gareggiare in singolo o in multigiocatore. Questo è il piatto offerto da Nintendo, che non scherza affatto in termini contenutistici, offrendo probabilmente il videogioco più grosso e maturo dell’intero franchise. A farmelo dire, d’altronde, è proprio la sensazione che dà affrontare ogni isola.

Spero esca un buon numero.

Quella centrale, nonché più rilevante del pacchetto offerto, è quella Mario Party. È la più divertente e centrale della produzione, poiché al suo interno ogni sfida è imprevedibile, diversificata rispetto al passato, sia per ritmo che per complessità. La produzione è generosissima, in tal senso, in fatto di scenari: oltre al supermercato e al vulcano, sono presenti altrettanti scenari, ognuno di essi con una conformità propria che cambia a seconda dei piazzamenti dei giocatori. Intanto, la sfida è un tutti contro tutti, ovvero quattro giocatori si contendono il classico numero di stelle da raccogliere per vincere lo scontro.

Quella centrale, nonché più rilevante del pacchetto offerto, è quella Mario Party. È la più divertente e centrale della produzione, poiché al suo interno ogni sfida è imprevedibile, diversificata rispetto al passato

Ecco, ora la gara è piuttosto longeva: novanta minuti di puro agonismo sportivo, tante maldicenze e dispetti agli avversari. Come accennavo prima, ci sono moltissimi scenari con difficoltà diverse. Se si giocasse in singolo, spesso potrebbe cambiare a seconda della situazione, con gli avversari talvolta notevolmente più forti. Al contrario, se si decide di prendersi a giocare con qualche amico, il tutto diventa ancora più divertente. Comunque, il classico Mario Party è un gioco dell’Oca che ci ha creduto: lanciati i dadi in cielo, si conoscono i turni da rispettare. Rappresentano comunque i reali protagonisti dell’esperienza, essendo da lanciare al cielo con l’auspicio di fare il numero maggiore per piazzarsi il più vicino possibile alle stelle, anche se non è affatto semplice come appare. Lo scenario che ho preferito è quello dedicato a Mario Kart, e che offre, dunque, una notevole cura per trasmettere al giocatore quanto possa essere immenso il Regno dei Funghi. Se in passato la modalità Mario Party era imprevedibile, ora lo è ancora di più, arricchita peraltro da nuovi stilemi ludici intelligenti.

Fa caldo, troppo…

L’inserimento dei partner, ad esempio, è la scelta migliore mai realizzata in un Mario Party prima di oggi. Si tratta di personaggi provenienti dai meandri del Regno dei Funghi, che possono apportare al fortunato che riesce ad accaparrarsene dei bonus interessanti, come gli sconti al negozio o la possibilità di acquisire una stella a un prezzo inferiore, riuscendo a fregarne ben due agli avversari, in determinate occasione. A differenza del passato, ed è una novità graditissima, non sono presenti eventuali tempi morti che rallentano l’azione. Ora è tutto più rapido, con una sequela di avvenimenti sempre piuttosto imprevedibili e mai eterogenei, il che rende la principale attività di Super Mario Party Jamboree assolutamente fantastica per chi cerca sempre una varietà di cosa da fare che sappia mettere al centro un coinvolgimento. Nel corso dell’esperienza, sarà fondamentale poi utilizzare saggiamente gli oggetti: mai come ora, infatti, è fondamentale usarne il più possibile. Come mai dico questo? Perché avevo collezionato ben quattro stelle e Yoshi solamente tre, ma aveva usato più oggetti di me, riuscendo a prendersene una e ribaltando, in seguito, il risultato, facendomi finire ultima. Mai una gioia, direbbe qualcuno.

Ecco, ora la gara è piuttosto longeva: novanta minuti di puro agonismo sportivo, tante maldicenze e dispetti agli avversari

E nell’imprevedibilità di cui parlavo pochi istanti fa, ovviamente, non possono mancare i minigiochi. Sono tanti, esagerati e sempre diversi, sbloccabili quando si conclude un turno (in totale sono dieci), portando i giocatori a doversi barcamenare tra dolciumi di vario genere e un Bowser impazzito che ha voglia di mettere i bastoni tra le ruote. Insomma, ripeto: la varietà qui è assoluta ed è onnipresente. Ammetto, comunque, che novanta minuti sono parecchi per stare attaccati allo schermo. A mente lucida, tuttavia, ammetto di averci fatto l’abitudine per le altrettante ore che ho passato a giocarci in singolo.

IL MIGLIOR MARIO PARTY SULLA PIAZZA

Può accadere a tutti, tuttavia, di desiderare scontri diversi. In tal senso, gli altri tabelloni dell’esperienza sanno davvero come concatenare le fantasie più recondite dei giocatori e trasportarli in altrettante sfide diverse e sempre molto particolari, arricchite come sempre da una generosa mole di minigiochi tutti da scoprire. È qui, comunque, che si percepisce il massimo del lavoro svolto, nonché la cura del team riversata tutta per differenziare di molto questo nuovo capitolo del franchise. Nell’anteprima ho parlato dell’isola di Bowser, che propone uno scontro sulla falsariga di Mario Party, facendo giocare gli avversari in un circuito pieno zeppo di pericoli, in cui bisogna costantemente affrontare diversi minigiochi per avanzare serenissimamente nel corso dell’opera. L’utilizzo dei joycon, poi, qua è fondamentale, specie nelle sfide dedicate al cibo e al volo. Ultimo ma non per importanza, è l’inserimento di un nuovo grande minigioco: la Bowser Kaboom Squad, in cui otto giocatori devono distruggere la sagoma fittizia di Bowser.

Non sarà semplice manovrare quell’affare…

Se nei primi tentativi arrivavo prima senza problemi, è stato quando ho aumentato la difficoltà che è cambiato tutto. Lo stesso è accaduto quando, nel bel mezzo del coinvolgimento, ho deciso di andare oltre la mia comfort zone e affrontare tutta la sequela di minigiochi, passando da una sfida all’altra, riuscendo comunque a trovare il tempo per provare anche altro e farlo diventare mio. Dalla Fabbrica di Toad alle classiche lezioni di volo, piuttosto coinvolgenti se affrontati con qualche amico, le alternative all’interno della produzione non mancano affatto.

Se nei primi tentativi arrivavo prima senza problemi, è stato quando ho aumentato la difficoltà che è cambiato tutto

Non è semplice asserirlo, ma è la verità: Super Mario Party Jamboree è nettamente il miglior Mario Party sulla piazza. A darne conferma sono le attività proposte, ma soprattutto la cura riversata nelle dinamiche ludiche all’interno di ciascuna modalità, ed è qualcosa che aveva bisogno di essere rimpinguata a dovere. Non rappresenta una rivoluzione assoluta, poiché Nintendo non ne ha bisogno, quanto piuttosto l’ennesimo figlio di una consapevolezza creativa: migliorare quanto è stato proposto in modo ineccepibile e fare di meglio. Lo abbiamo visto con The Legend Of Zelda: Echoes of Wisdom, e questa filosofia è presente anche in questo nuovo videogioco del team nipponico.

In Breve: Non scherzo quando dico che Jamboree è piuttosto ricco e vario di tanti minigiochi e attività. Così tanto ricco di novità, di tante aggiunte e di nuove scoperte da essere il miglior capitolo del franchise di Mario Party da che qualcuno potrebbe ricordare. Di opere del franchise, però, ce ne sono a iosa: così tante, diverse e peculiari da essere diventate fondamentali per lo sviluppo creativo della Grande N. L’unica raccomandazione è cercare di non far arrabbiare qualche amico a causa della conquista di una stella prima che questi riesca a raggiungerla. In quel caso, fingetevi morti.

Piattaforma di Gioco: Nintendo Switch
Com’è, come gira: Non ho giocato a Jamboree in portabilità, perché è caldamente raccomandato farlo attaccati al televisore. Il gioco si comporta bene ed è liscio. Niente di particolarmente entusiastico da dire, se non che fa la sua bella figura.

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Pro

  • Ricco e pieno di attività / Minigiochi sempre superlativi e mai noiosi / Tante cose da fare e vedere / Bowserathon è una modalità fantastica / Ora ci vuole tattica e cervello

Contro

  • Potreste farvi dei nemici
9

Ottimo

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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