Tanto carico di meraviglie quanto di novità in termini di game design e non solo, Super Mario Party: Jamboree, la nuova opera di Nintendo, si prepara ad apparecchiarsi ben volentieri alla tavolata dei giocatori della console ibrida della Grande N dal prossimo 17 ottobre, portando con sé notevoli novità. Abbiamo provato qualcosina, approfondendo con chiarezza alcune meccaniche. Vediamo cosa.
Sviluppatore / Publisher: Nintendo / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Locale competitivo, locale cooperativo PEGI: 16 Disponibile su: Nintendo Switch Data d’uscita: 17 ottobre 2024
Non è passato neanche un mese da quando ho parlato del prossimo videogioco della serie Mario Party, una costola importante che circonda l’idraulico baffuto e vestito di rosso che tanto si è fatto amare da tutti, da grandi e piccini. Un mese da un viaggio a Milano per partecipare a un evento a porte chiuse, in cui ho toccato con mano le prime notevoli novità dell’opera Nintendo, che da qualche giorno ha rilasciato l’ottimo The Legend Of Zelda: Echoes of Wisdom, dimostrando ancora una volta di essere capace di creare un grande videogioco spremendo al massimo l’hardware ormai vetusto di Nintendo Switch.
Con Super Mario Party:Jamboree si aggiunge, quindi, un’altra grande opera che si può decidere di affrontare da soli contro il computer, oppure con qualche amico, cosa che raccomando per aumentare notevolmente il coinvolgimento al suo interno. Sarebbe sciocco, comunque, non citarlo, perdendo un’occasione per generare l’ennesimo flame della porta accanto: sto parlando del divertimento. Il divertimento, parola talvolta discriminata quando si tratta di analizzare un’opera, è comunque fondamentale per gran parte del viaggio; anzi, dirò ancora di più: è la reale assenza del progetto.
Con Super Mario Party:Jamborre si aggiunge quindi un’altra grande opera che si può decidere di affrontare da soli contro il computer
IL CUORE DEL GAME DESIGN
Come accennavo nella precedente anteprima pubblicata, Super Mario Party: Jamboree unisce una struttura di gioco particolareggiata con una mole più grande di minigiochi, tantissimi minigiochi. Desidero concentrarmi un istante su come avviene la scelta nella modalità libera, che consente di optare per il minigioco che si preferisce affrontare assieme ad altri giocatori. Ammetto che è strano, al momento, affrontarli da solo: insieme a qualcuno, tuttavia, la situazione cambia inaspettatamente. Centrale e mai banale, dunque, riesce a convogliare quanto fatto in passato con energia e passione, mettendo al centro del villaggio il game design.
Espresso attraverso una miriade di minigiochi, compie il suo salto di qualità – per quanto ho potuto vedere – nelle possibilità che è possibile optare. Ben prima di partire per la mongolfiera, che consente di scegliere i luoghi in cui andare, è possibile accedere all’online con altri giocatori. L’opzione, essendomi concentrato unicamente su Bowser e la sua isola, non l’ho ancora provata; c’è ancora tempo per farlo. Cosa ho potuto notare, al momento, è la proposta semplice ed efficace che garantisce sin dal primo momento un caldo benvenuto, che è un po’ cosa mi aspettavo, avendo giocato anche ai precedenti capitoli della serie.
L’ISOLA DI BOWSER IN SUPER MARIO PARTY: JAMBOREE
Al momento, ho passato molte ore di gioco sull’isola di Bowser. Essendo uno dei miei personaggi preferiti, era il minimo: chi non inizia dal nemico di tutti? Comunque, ho scelto Mario come personaggio da usare e mi sono gettato sin da subito nell’avventura. Esattamente come le passate produzioni, è possibile optare per il personaggio desiderato: è un roster, come già detto in passato, estremamente numeroso; ciò garantisce tanta varietà.
Nell’isola di Bowser, comunque, è necessario dover affrontare un percorso come se si avesse davanti Mario Kart. Ci sono tre giri in tutto da superare e, per chi accumula un maggior punteggio, sale di classifica. Ben prima di continuare, è possibile decidere quale difficoltà scegliere: ho scelto la più complessa, proprio per spingere al massimo le mie abilità, pur sudando un sacco per arrivare all’obiettivo.
L’isola di Bowser mi ha strappato un sorriso perché mi ha ricordato Mario Kart