Con il primo weekend di marzo se ne va la terza chance di mettere le mani sul multiplayer di Uncharted 4 – La Fine di un Ladro: dopo il nostro primo incontro a Parigi dove ci aveva piacevolmente colpito con le sue novità, la prima sessione di open beta ci aveva mostrato un gioco dall’ottimo potenziale, con alcuni problemi di bilanciamento e qualche calo di frame rate. In questi tre giorni di stress test il multigiocatore dell’attesissimo titolo di Naughty Dog (recentemente rinviato al 10 maggio) si è comportato decisamente meglio, sfoggiando intanto un ottimo net code e un invidiabile frame rate ancorato quasi sempre a 60 fps, tranne pochi casi di solito coincidenti con la comparsa di totem ed elementi mistici in grado di creare situazioni caotiche evidentemente ancora da ottimizzare. Pesa poco, invece, la scelta di ridurre la risoluzione a “soli” 900p, dato che in ogni caso quello che si può vedere sullo schermo convince e si lascia apprezzare sotto diversi punti di vista, anche e soprattutto alla luce nella nuova mappa, che ci porta all’imbrunire sui tetti di una città probabilmente asiatica.
UN PARTY ESPLOSIVO
Ricapitolando un attimo il discorso e dando uno sguardo più generale all’intero multiplayer di Uncharted 4, l’universo multigiocatore ideato da Naughty Dog non pare essere semplicemente un’aggiunta per allungare il brodo dell’attesissimo quarto capitolo della serie di Nathan Drake. Al contrario, sembra un modo per celebrare degnamente, e per un bel po’ di tempo, la fine dell’epica saga in una sorta di fragfest d’addio, invitando al party tutti i personaggi più iconici della saga e, ovviamente, l’intera community di appassionati.
Il multiplayer di Uncharted 4 festeggia la fine della saga in un roboante fragfest d’addio
Il risultato è una modalità ben più varia e completa di quelle viste nel secondo e terzo capitolo della saga, pensata per rispondere alle esigenze di giocatori abituati alla competizione online. Il tutto si traduce, quindi, in un’ampia personalizzazione dei personaggi e, soprattutto, del loro equipaggiamento. Proprio come in ogni sparatutto che si rispetti, è possibile scegliere tra load-out personalizzati o crearne di nuovi per interpretare al meglio la nostra idea di sparamuretto online e gettarci nella mischia nella maniera che troviamo più consona al nostro stile. Si va dal classico assalto al cecchino, a chi invece è specializzato nell’uso di oggetti e nel supporto dei compagni di squadra. Per definire al meglio l’identità del nostro personaggio è possibile, infatti, spendere 25 punti nell’equipaggiamento iniziale, scegliendo tra la rosa di oggetti sbloccati via via accumulando esperienza in battaglia, in un sistema assolutamente intuitivo e, soprattutto, familiare. Se armi, granate e perk bonus rientrano nella routine del genere, quello che invece rende abbastanza interessante il setup di Uncharted è sicuramente la presenza di due elementi peculiari: gli oggetti mistici e i companion.
I primi servono a invocare il potere segreto di uno degli storici manufatti trovati da Nathan e, in sostanza, evocano un potere bonus capace di curare gli alleati, sparare all’impazzata contro i nemici e cose del genere, mentre gli alleati sono specialisti dal look abbastanza fumettoso che giungono in aiuto della nostra squadra assolvendo a ruoli specifici. In sostanza, sono super soldati che possiamo chiamare quando la faccenda si fa complessa. Ovviamente tutte queste belle cosucce non sono disponibili dall’inizio della battaglia, ma vanno acquistate da uno store immediatamente accessibile tramite d-pad in cui possiamo investire i soldi guadagnati sul campo con le nostre gesta o con i tesori disseminati in giro per le mappe. D’altronde, non sarebbe Uncharted senza qualche oggetto prezioso da prendere in prestito.
THE EXPERIENCE SO FAR
I tre giorni di beta han portato alla luce un gioco dal tasso adrenalinico altissimo, estremamente veloce (a volte anche troppo) e con degli scontri a fuoco dinamici e decisamente divertenti. Il gunplay è quello della serie, non sempre realistico ma capace di dare la giusta soddisfazione senza mai compromettere lo spettacolo dell’azione. Il multiplayer di Uncharted è l’esaltazione assoluta degli aspetti più esagerati della serie, fra sparatorie infinite, salti a rotta di collo e scazzottate epiche. Il suo pregio più grande è quello di convincere grazie alla solidità dell’esperienza complessiva, che non dà mai sufficientemente fiato per pensare al fatto che magari c’è qualche muro invisibile di troppo o che il rampino con cui balzare da un lato all’altro della mappa in diversi punti specifici a volte non è il massimo della fluidità.
La parola chiave del multiplayer di Uncharted 4 è “ritmo”
La parola chiave è ritmo e in questo il gioco di Naughty Dog non sembra essere secondo a nessuno, già dalla fase beta. In termini di varietà in senso stretto, al momento non è possibile esprimersi dato che ci è stato possibile giocare solo su tre mappe in modalità deathmatch a squadre. Se quella provata a Parigi, in realtà sembrava un playground abbastanza soffocante, già la città del Madagascar della prima fase di beta aveva ampliato parecchio gli orizzonti con un design urbano interessante e perfettamente adatto alle sfide 5 vs 5, con tantissimi punti di copertura e diverse possibilità di approcciare al combattimento in maniera varia. Con la terza mappa, disponibile in questi giorni, Naughty Dog ci descrive invece la dimensione verticale del gioco, dove la dinamicità degli scontri viene esaltata ancora di più e dove la velocità di pensiero richiesta è ancora maggiore.
Dal punto di vista grafico, come anticipato in apertura, il gioco non delude affatto e colpisce, anche al netto delle zone malamente inaccessibili, il dettaglio con cui sono realizzate le mappe e la discreta reattività alle nostre azioni dei singoli elementi delle mappe. In termini puramente estetici, poi, è difficile non essere colpiti dalla generale bellezza degli scenari, soprattutto quelli urbani. È proprio nelle mappe cittadine che il multi di Uncharted 4 dà il meglio di sé, con la sua alternanza di sparatorie caciarone a momenti puramente action assolutamente caotici e galvanizzanti con corse e arrampicate alla ricerca del punto giusto per colpire. La natura complessa e ben strutturata delle mappe, inoltre, favorisce di molto il gioco di squadra. Come al solito, dunque, il divertimento dell’intera esperienza dipenderà in buona parte dal proprio gruppo ed è facile andare incontro a imbarcate notevoli nel caso di mancata organizzazione. In questo, forse, il cap del punteggio a 35 morti a volte fa diventare le partite dei bagni di sangue estremamente rapidi, ma è anche vero che una squadra che non funziona è meglio smantellarla subito. Quando, però, si trova la partita giusta, il divertimento è assicurato e il multiplayer di Uncharted 4 – La Fine di un Ladro si candida a essere un lunghissimo e piacevolissimo rendez-vous con Nathan Drake e soci.