Dopo aver combattuto contro iene, scheletri, scorpioni e barbari ignudi, eccomi finalmente qui a parlare dell’ultima opera Funcom, che ci ributta sulle lande di Hyboria quasi dieci anni dopo l’uscita del MMO Age of Conan. Il genere dei survival/sandbox non è affatto il mio preferito, questo non è certamente un segreto, e ammetto che l’idea di passare ore a raccogliere sassi, erbette e legnetti non mi convincesse appieno, eppure mi sono ricreduto… almeno in parte.
VUOI VEDERE IL MIO CONAN?
Inutile nascondersi dietro a un dito (o “peggio”, nel caso di Conan Exiles): il mercato attuale è letteralmente infestato da survival/sandbox fin troppo simili tra loro che condividono meccaniche al limite del plagio. Ciò che mi ha allontanato dal genere, dopo il più che naturale interesse iniziale, è la consapevolezza che – a prescindere dall’opera – il gameplay è fondamentalmente lo stesso: le medesime risorse da raccogliere, “ricette” simili grazie a cui costruire i soliti strumenti basilari e una crescita del proprio avatar scontata e lineare. Conan Exiles, diciamolo immediatamente, non si discosta troppo dal filone, e anche in questa occasione mi sono sentito immediatamente “a casa”, durante le prime ore di gioco. C’è qualcosa, però, che ha acceso in me una sana curiosità, mentre prendevo a pugni una specie di tartaruga carnivora gigante: l’ambientazione.
l’ambientazione di Conan Exiles è brulla, pericolosa e violenta
CHI NON CONAN IN COMPAGNIA…
Funcom, però, non si è limitata a fare un mero copia-incolla delle solite meccaniche, e prova a offrire un interessante ibrido tra i suddetti survival e un elementare gioco di ruolo, in cui – livello dopo livello – dobbiamo aumentare una delle poche statistiche presenti e decidere quale “ricetta” imparare.
È chiaro sin da subito che da soli non possiamo fare ogni cosa, sia per il modo in cui sviluppiamo il nostro alter ego, che per l’impossibilità di costruire tutto a causa del numero limitato di punti sbloccati a ogni livello: in questo modo, il gioco di gruppo diventa protagonista, e comunque – meccaniche a parte – ammetto che affrontare le avversità hyboriane in solitaria rischia di diventare terribilmente noioso in pochissimo tempo.
le attività di base sono poco stimolanti, ma basta la presenza di qualche giocatore avversario per rendere il tutto più adrenalinico
Nello stesso modo, la semplice costruzione di un avamposto e la spensierata caccia di bestie feroci sono attività poco stimolanti, ma basta la presenza di qualche giocatore avversario per rendere il tutto più adrenalinico: in caso di morte lasceremo tutti gli averi da noi trasportati per terra, alla mercé del primo passante, ma fortunatamente non subiremo altri malus. Certo, perdere un equipaggiamento particolare che ha richiesto ore di lavoro può essere un duro colpo, ma nulla è irrimediabile. Se poi ci basta anche solo l’idea di perdere la nostra fidata ascia, possiamo sempre decidere di affrontare l’avventura su un server PvE, in cui è comunque presente il rischio di crepare in luoghi scomodi e lontani, ma solo noi avremo modo di recuperare i nostri averi.
IL CONAN DEL DOMANI
La software house norvegese, almeno sulla carta, ha in mente grandi piani per Conan Exiles, e per il momento è interessante vedere l’esistenza di diverse religioni e i rispettivi templi, tramite cui è possibile evocare un avatar divino in grado di radere al suolo un’intera città in pochi attimi, ma il lavoro da compiere è ancora tanto.
Funcom è già a lavoro per migliorare l’offerta di Conan Exiles
Attualmente, soprattutto a causa del suo stato larvale, mi risulta difficile consigliare Conan Exiles a cuor leggero, ma nonostante ciò nutro grandi speranze su questo titolo. Sono certo che, mese dopo mese, l’opera Funcom riceverà contenuti aggiuntivi e diventerà sempre più appetibile, e anche se non apprezzo particolarmente la presenza di centinaia di server personali abitati da due giocatori, è innegabile che in questo modo chiunque possa creare il proprio universo perfetto, modificando a piacere variabili come il guadagno dell’esperienza, la facilità nel raccogliere risorse e la durata della notte, solo per fare qualche esempio.
Se amate alla follia il genere o se, più semplicemente, volete supportare il progetto e la casa norvegese, allora potete anche pensare di compiere un piccolo investimento, a patto però di ricordare che siamo ancora ben lontani da un titolo finito. Prima di raggiungere ufficialmente gli scaffali virtuali, difatti, ci toccherà aspettare ancora un annetto.