Manuel Berto

Shenmue è ancora qui - Parte 1 – Speciale

Dopo la delusione del terzo capitolo uno si aspetta… boh, non mi aspettavo più niente, sinceramente. Ho dato un po’ di tempo a Yu Suzuki per lanciare qualche piccola news sul quattro, cosicché lo scivolone potesse redimersi con un, speriamo, soddisfacente finale. Avevo ormai rinunciato, quand’ecco… Poco tempo fa è stata annunciata l‘Enhanced Edition di Shenmue 3, priv...[Continua]

Gamescom 2025: tante presentazioni, pochi artisti – L'Opinione

Tutti chiedono chi sono gli sviluppatori, ma nessuno chiede come stanno gli sviluppatori. Anzi, pare che alcuni eventi se ne freghino anche della prima domanda. Si è conclusa la settimana scorsa il Gamescom 2025, irrinunciabile appuntamento annuale per la comunità di gamers per farsi coinvolgere da novità, presentazioni e conferme (si spera positive) di giochi già presentati. Quest’anno non ...[Continua]

La ricchezza linguistica dei videogiochi – L'Opinione

“To speak a second language is to have a second soul”. L’internet attribuisce questa citazione a Carlo Magno. Non sono uno storico e non saprei verificare, ma sì, mi piace. La prendo. Nel 2025 un buon gamer ha la possibilità di accumulare più anime di Raziel di Soul Reaver. Ho iniziato a viaggiare relativamente tardi, ma le lingue sono sempre state abbastanza un pallino fisso per...[Continua]

Knights and Fights in Tight Spaces

Cosa succede combinando John Wick con un gioco da tavolo a caselle, l’estetica minimalista di Superhot e un deck builder card game? A questo ci risponde qualche tempo fa la recensione di Claudio di Fights in Tight Spaces. Io ho di recente messo le mani su Knights in Tight Spaces e l’esperienza mi è piaciuta così tanto (pur con le dovute riserve di cui parleremo) che ho lasciato passare...[Continua]

Hob: tra retro e necrogaming

Troppo recente per essere considerato retrogaming, troppo spirato per essere un gioco contemporaneo. No, non è un typo, c’è proprio scritto spirato. Non ispirato. C’è anche quell’aspetto, ma non è l’argomento di oggi. In questo ultimo periodo mi è capitato di conoscere Hob, gioco piccolo dal cuore grande che mi ha riservato molte sorprese. Non ne ho mai saputo granché. Il n...[Continua]

Ho giocato 180 ore a Horizon: Zero Dawn

182 ore e 10 minuti, per l’esattezza. Intervallate con diversi altri giochi nell’arco di un anno e mezzo. “Eh, bravo scemo.” No, aspettate, c’è anche un motivo. Ho voluto trattare questo gioco come ho trattato The Witcher 3, Cyberpunk 2077 e Kingdom Come Deliverance perché ho concluso che se lo meritasse. Io, di questi giochi, ho voluto vedere proprio tutto. Ogni sing...[Continua]

L'alchimista, una classe che c'è sempre stata

Mi stavo ritrovando con dei colleghi a parlare della nicchia dei giochi basati sul potion crafting. Wytchwood, Potionomics, Strange Horticulture, nel sottobosco indie ci sono molti giochi per appassionati di erbe, aperitivi e mixology. Avevo appena finito il mio terzo articolo sulle “professioni” più particolari di altre da tradurre in gameplay e ho deciso di insinuarmi nella nicchia. ...[Continua]

Il ladro, una classe ibrida – Speciale

Abbiamo qualche tempo fa visto due tipologie di personaggi tipiche dei giochi di ruolo cartacei. Due classi che, forti della loro particolarità, nella traduzione in videogioco possono ispirare soluzioni particolari, sia a livello narrativo che di interazione. C’è n’è una che invece era presente già da molto tempo, ma che sto vedendo sempre meno: il ladro. Una delle classi più cool, non...[Continua]

Ho un bias verso Expedition 33 – TGM L'Opinione

Non ci sono buoni motivi per avere pregiudizi, ma i pregiudizi nascono per un motivo. Anche quelli positivi. Diciamolo, Clair Obscur: Expedition 33 è stato subito simpatico così, di petto, a moltissimi giocatori e anche a me ha toccato rapidamente tutti i punti giusti. Perché? Beh, nel mio caso, si è proposto con uno stile artistico sognante che non vedevo da un po’ e per trovare qualcosa di...[Continua]

La predica non richiesta di un ex consolaro – L'Opinione

“Il mio gioco ha più trama”, “nel mio salti meglio”, “ptù, io ho il multiplayer online”. Sono ancora nella prima metà dei trenta, ma credo di essere arrivato a quella crisi di mezza età precoce in cui ho nostalgia di tempi più semplici e ho bisogno di parlarne. La primissima console che ho toccato è stato il Sega Megadrive, seguita da Playstation. Ma è nella gen...[Continua]

Syberia e i mondi di Benoît Sokal – parte 2

Una pausa di 13 anni con altri giochi nel mezzo, ma la storia di Syberia non era finita. Dopo Syberia 2 Sokal decide di esplorare nuove storie e alla ricerca della massima libertà creativa fonda il suo studio, la White Birds Productions. La prima opera sotto questo nuovo tetto è Paradise, uscito nel 2006. L’azione si sposta in un fittizio paese africano dove si sta consumando una guerra civi...[Continua]

Syberia e i mondi di Benoît Sokal – parte 1

Il remake di Amerzone è in arrivo e quale migliore occasione per ripercorrere la magnum opus di Sokal, che tra l’altro si colloca nello stesso universo narrativo? Benoît Sokal, venuto a mancare ormai nel 2021, non è quell’autore superfamoso che conoscono tutti nel gaming, ma non è nemmeno misconosciuto. È in quel tipo di nicchia che in un gruppo di dieci persone, due forse lo conoscono...[Continua]

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