In Carrier Command 2 si percepisce chiaramente che il gameplay ha quel qualcosa di seminale cui ormai non siamo più abituati
DATE WITH A NIGHT
Abbiamo anche la possibilità di passare al controllo diretto di qualsiasi dei nostri mezzi, il che consente di avere una visione in prima persona dello scontro e anche di utilizzare le loro armi, anche se la IA fa già bene il suo dovere. Entrare nel vivo significa però togliersi dalla gestione tattica, il che non è sempre consigliabile perché il nostro ruolo ci richiede di mantenere più di un occhio su diversi aspetti, come, per esempio, il già citato sistema di riparazioni delle varie parti che compongono il nostro vascello.

Questo è lo schermo deputato alla componente tattica di ogni scontro. Un po’ bruttino per i miei gusti.
Proprio dopo aver passato molto tempo sul display tattico di comando dei mezzi in dotazione al Carrier, ritengo piuttosto grave la mancanza di aggiornamento di tale sistema. Capisco che ai tempi dell’originale fossimo alla fine degli anni Ottanta, e allora poteva essere accettabile che il livello grafico di un radar fosse equiparabile a quello del preistorico Pong.
CARRIER COMMAND 2 AVREBBE POTUTO BENEFICIARE DI UNA SVECCHIATA DI ALCUNI SUOI SISTEMI

Quel vascello di supporto è sotto il mirino dei cannoni del Carrier, e tra pochi secondi non ne rimarranno che ceneri fumanti.
Al termine di ogni battaglia è fondamentale rifornire le proprie scorte, e qui ritorna l’incubo: per ogni arma di ogni drone dobbiamo controllare il tipo di proiettile, farne un appunto mentale e poi ricordarcelo al momento di completare l’ordine. Cosa ci voleva a creare un semplice bottone “Replenish all ammo/vehicle”? Anziché inseguire meccaniche old school un po’ fini a se stesse, avrei di molto preferito un’iniziativa diversa, per esempio se insieme al gioco fosse anche fornito un bel manuale, di quelli di una volta. L’avrei anche pagato volentieri qualcosa in più per la consegna; questa sì che sarebbe stata una bella operazione nostalgia.
In Breve: Andare a prendere Carrier Command con l’idea di farne un seguito era geniale; guardare così indietro nel tempo ci ricorda di quando la struttura di un gioco era ancora ridotta all’osso, e quello che contava era l’idea alla base. Nessuna classe di specializzazione o complessi skill tree: dateci un mondo di gioco e la libertà di farci quello che vogliamo, tanto basta. Non altrettanto geniale è invece stato dimenticarsi di decadi di sviluppo tecnologico e, soprattutto, di migliorie che hanno sempre più aiutato i giocatori ad avere esperienze accessibili, per quanto toste nella sfida, senza frustrazioni non necessarie.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: La grafica scarna fa filare tutto liscio come l’olio anche a 4096×2160. Registro comunque effetti di luce piacevoli, sia per l’illuminazione generale e l’alternanza giorno/notte, sia per le esplosioni dei missili e le tracce dei proiettili di diverso calibro.
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