NON SOTTOVALUTATE CURIOUS EXPEDITION 2: ANCHE IN MODALITÀ FACILE È SUFFICIENTE UN DISGRAZIATO TIRO DI DADI PER MANDARE ALL’ARIA I VOSTRI PIANI
TE L’AVEVO DETTO DI NON TOCCARE NIENTE!
Sembra facile? Nemmeno per sogno. Nel caso degli insediamenti indigeni, la fiducia degli autoctoni va conquistata con tributi, scambi, azioni che mostrino rispetto per i loro usi e costumi o completando degli incarichi. Questa dinamica fa a cazzotti con l’obbligo di completare degli obiettivi precisi per superare con successo una spedizione (farlo ci darà Fama e Ticket per la Fiera) e in particolar modo con la necessità di “recuperare” tesori durante ogni viaggio (l’occasione fa l’uomo ladro, è noto). Non di rado capita infatti di scoprire delle antiche rovine e ritrovarsi sull’altare con il dubbio se depredare o meno i tesori ivi nascosti, anche perché farlo spesso dà il via a un evento che può cambiare la morfologia della mappa e crearci ulteriori grattacapi. Se state pensando al celebre archeologo munito di cappello e frusta ci avete preso, già.
COME IN OGNI ROGUELIKE, È PRESENTE ANCHE UN SISTEMA DI PROGRESSIONE ORIZZONTALE

Una dettagliata vista di Parigi nel 1888 e, sulla terrazza, il gruppo di avventurieri pronto a ripartire.
Ci sarebbe molto altro da dire sulla ricercatezza di Curious Expedition 2, ma lo spazio è tiranno. Sia quel che sia, una volta accettata la fisiologica casualità dei dadi (può essere frustrante, lo so) è bello scoprire come i combattimenti siano più profondi di quanto non sembri all’inizio; il discorso si confà anche alla piacevole varietà di situazioni, ai tanti sviluppi casuali e all’onnipresente brivido della scoperta che si avverte ogniqualvolta la Fog of War lascia il posto a un’inesplorata porzione di atollo. In ottica futura, infine, lasciano ben sperare i trascorsi del primo episodio perché è presumibile che gli sviluppatori teutonici facciano lo stesso con questo sequel. O, almeno, questo è ciò che mi piacerebbe accadesse nel 2021 oltre all’arrivo di questa spumeggiante produzione indie sulle piattaforme PlayStation, Xbox e Switch.
In Breve: Curious Expedition 2 è la trasposizione digitale dell’emozione provata dall’avventuriero appena sbarcato su un’isola che non appare sulle mappe. Prima ancora è un gran bel roguelike composto da screziature di gameplay diverse la cui summa è al servizio di una generazione procedurale che sa il fatto suo. Narrativamente c’è qualche frizione con il suo vero io, che piaccia o no la casualità dei dadi è una costante e nel rigiocarlo la magia viene spezzata da un malcelato senso di dejà vu, ma se adorate Verne e penne simili allora apprezzerete anche questo appassionato tributo al romanzo d’avventura ottocentesco.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i5 7400@3.00Ghz, 16 GB Ram, GeForce 1050 Ti e SSD
Com’è, Come Gira: Dato lo stile grafico tutt’altro che smargiasso, l’hardware di prova non fatica nemmeno in 4K. Non male l’accompagnamento sonoro. A forza di scorci esotici fa venire tanta voglia di viaggiare.
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