Devil May Cry 5 Special Edition – Recensione

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Dante, Nero, V e soprattutto Vergil corrono a supporto della line-up di PS5, sguainando armi e battute ancor più taglienti nella versione definitiva di Devil May Cry 5.

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo Online PEGI: 18 Disponibile Su: PlayStation 5, Xbox Series X | S

Che l’ultimo stylish action firmato Capcom fosse uno dei più affilati ed efferati esponenti del genere ve lo aveva già detto Daniele senza girarci troppo intorno, e la sostanza non cambia, ma questa Special Edition ha lo stesso compito dei lanciafiamme sul palco di un concerto: aggiungere spettacolo come se non ce ne fosse mai abbastanza, insaziabili davanti a combo da tripla S dove i nemici diventano rullanti di una batteria suonata a colpi di spada e canne mozze, esaltando il pubblico e facendo esplodere l’elettricità di chitarre e bassi in un diabolico cocktail musicale a base sakè che tira in causa metal, grunge, prog e industrial, fondendoli in una dirty bomb che spara radiazioni e chiodi fuori dallo schermo.




Dante, Nero e V sul palco ad attendere il loro frontman, colui che negli anni è diventato ancora più dannato del fratello, l’attitudine da leader, l’aria di superiorità che scatena nel giocatore la voglia di lanciargli un reggiseno come fosse una groupie, in cambio di poter vestire la sua giacca di pelle blu cobalto, facendosi attendere e arrivando solo nei momenti speciali, quelli introdotti da una targhetta celebrativa sotto il nome dell’opera.

LIKE A VERGIL, SLASHED FOR THE VERY FIRST TIME

Talmente spaccone e sicuro di sé da entrare a gamba tesa in scene dove non dovrebbe essere protagonista creando paradossi che Capcom non ha neanche cercato di giustificare e contestualizzare, lasciando libera la sua star di fare quello che vuole in scena, la macchina da presa che continua a girare e divorare pellicola, tagliando poi con le cesoie gli intermezzi narrativi e lasciando in fase di montaggio solo gameplay ed effetti speciali per dare vita a un action ermetico/sperimentale.

devil may cry 5 special edition recensione

Il portamento, l’eleganza e le movenze di Vergil sono quelle di chi uccide demoni con intento artistico.

Un modo di creare contenuti extra che lascia parecchio a desiderare, roba da beat ‘em up anni ’80, se non fosse che qua ci troviamo davanti al Bruce Lee dell’hack ‘n slash “di stile”. Imbattibile, intoccabile, il partner perfetto in un doppio con Bayonetta: Vergil è pura potenza, naturalezza e concentrazione, col suo stile da samurai del XXI secolo tra fendenti fulminei in cui l’anima non riesce a seguire la reattività del corpo, inseguendolo blu e fluorescente a una frazione di secondo di distanza, e schivate talmente repentine da dare l’illusione ottica del teletrasporto.

L’arte dello Iaijutsu che incontra la forza sovrannaturale di un demone per dare vita al combat system più appagante dell’opera, in punta di Yamato

L’arte dello Iaijutsu che incontra la forza sovrannaturale di un demone per dare vita al combat system più appagante dell’opera, in punta di Yamato. Un combattente capace di coprire tutta la tridimensionalità dall’arena con un solo schiocco di R1+O, presentandosi davanti ai nemici in una frazione di secondo per poi sparire di nuovo dopo avergli conficcato qualche Mirage Blade nel cranio per non perdere il flow della combo, un massaggio cardiaco al punteggio a suon di pressioni, frenetiche ma mai casuali, sui tasti del DualSense.

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Smembramento sincronizzato. Il Doppelganger è un’abilità devastante!

Il pensiero precede di qualche millesimo l’esecuzione, il lancio di un diavolo in aria a cui segue con naturalezza un balzo per raggiungerlo, Yamato rinfoderata che rilascia un’onda di energia, le mani che afferrano la Mirage Edge sfiorando il trigger, lama di pura potenza infernale, immateriale, dalla personalità simile alla Rebellion del fratello; giù, con uno schianto, il nemico polverizzato. È nella sua versatilità che il giocatore assetato di sfida troverà fonte di eterna esaltazione, in quell’alternarsi di eleganza e forza bruta, con i guanti di Beowulf che mutano il portamento glaciale, fiero e distaccato di Vergil in un’indole animalesca, rabbiosa, furente, mettendo in scena un’esibizione di arti marziali surreale ed esplosiva. Il combattimento diventa una danza, i passi studiati con la pratica, migliaia di scintille blu che invadono la visuale ben oltre i confini dello schermo, prendendo poi la forma del Doppelganger, una two demon army perfettamente coordinata nelle mosse e nell’intento. Passionale e travolgente.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Uno dei migliori (se non il migliore) stylish action sul mercato / Vergil è gameplay totale / Turbo e Il Mitico Cavaliere Oscuro sono ottime modalità aggiuntive.

Contro

  • Ray Tracing acerbo che richiede troppi sacrifici per essere attivato / Le versione old-gen riceveranno solo Vergil come DLC / Artisticamente ha pochi scorci davvero memorabili.
9.2

Ottimo

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