Dino Path Trail – Recensione

PC

I dinosauri tornano protagonisti nel Far West alternativo di Dino Path Trail, un survival roguelike dove ogni passo tra polvere e piombo potrebbe essere l’ultimo.

Sviluppatore / Publisher: Void Pointer / Human Qube Games Prezzo: € 14.79 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam) Data di uscita: Già disponibile

Ogni tanto spunta fuori qualcuno che riesuma i dominatori della Terra vissuti milioni di anni fa e decide di rimetterli “al centro del villaggio”, come direbbe un ex allenatore della Roma, la stessa città del giovane studio italiano Void Pointer. Spesso e volentieri non nel modo che ci si aspetta, proprio come fa Dino Path Trail, un survival roguelike sviluppato proprio nel Belpaese che, dopo oltre tre anni di sviluppo, è approdato di recente su Steam.

Si tratta di un’opera prima che sa di polvere, piombo e preistoria, capace di mescolare suggestioni western, atmosfere da frontiera maledetta e creature del Giurassico con una coerenza sorprendente. A colpire per prima è l’ambientazione, un contesto che, sulla carta, suona abbastanza folle: un West alternativo in cui i dinosauri non si sono mai estinti e convivono, si fa per dire, con banditi, cacciatori di taglie e pistoleri solitari. Il risultato è un mondo ostile e affascinante, irto di perigli, dove il confine tra civiltà e natura selvaggia è sottilissimo e le cose peggiorano a ogni alba.

DINO PATH TRAIL: SOPRAVVIVENZA A OROLOGERIA

Nel bizzarro mondo di Dino Path Trail impersoniamo Lucy, una pistolera dal grilletto facile e dalla vita complicata, la cui sorella è stata rapita da una banda di criminali con un piano malvagio. La componente narrativa essenziale è solo il pretesto per spingerci a esplorare una landa generata proceduralmente, tra anfratti rocciosi, paludi e vette innevate. Le varie location, che formano un percorso a tappe sulla falsariga di Slay the Spire, sono costruite su biomi casuali, ognuno con pericoli e risorse diverse.

Restare troppo a lungo in una zona significa attirare predatori sempre più grossi e cacciatori di taglie in cerca di fortuna

Restare troppo a lungo in una zona significa attirare predatori sempre più grossi e, a cadenza regolare, cacciatori di taglie in cerca di fortuna, giacché più passa il tempo più aumenta la taglia sulla nostra testa. Ciò trasforma ogni run in una corsa contro il tempo: partendo sempre dal centro della mappa, dove si trova il nostro campo base itinerante, dobbiamo muoverci in continuazione per recuperare materiali con cui creare strumenti viepiù evoluti e potenziamenti per l’hub, diventare più forti e poterci così garantire la sopravvivenza tra un deinonychus troppo curioso, un fortino dei banditi da assaltare e un sentire verso la prossima location da scoprire.

Dino Path Trail

Bello che i dinosauri attacchino anche i banditi.

Dino Path Trail propone uno stuzzicante mix di survival e azione roguelike con visuale top down, una prospettiva ottima per avere sempre la situazione sotto controllo… o almeno illudersi che sia così. La raccolta delle risorse è legata a dei minigiochi di precisione, e meno errori si compiono più risorse si ottengono. Lo stesso vale per il reload durante i combattimenti, i quali richiedono tempismo per infliggere maggiori danni e gestione delle risorse come l’acqua – la stamina per la schivata e lo scatto. Bisogna prenderci un attimo la mano tra mira, armi differenti (qualcuna in più sarebbe la benvenuta), mod e potenziamenti elementali, ma l’impostazione à la carpe diem del combat system sa regalare soddisfazioni. Quando si soccombe, invece, emerge l’anima roguelike dell’esperienza nostrana. Il sistema di progressione persistente salva solo le ricette di crafting e le scoperte narrative, mentre l’equipaggiamento e i potenziamenti di Lucy e del campo base accumulati vengono persi a ogni morte, obbligandoci a ricominciare. In netto contrasto con lo stile artistico leggere che lo caratterizza, il gioco bastona brutalmente la superficialità e premia la pianificazione; la raccolta di risorse non deve essere bulimica (dipende dalle nostre priorità), l’inventario è limitato e il tempo non è galantuomo nel Dino Path, è solo uno dei numerosi nemici di Lucy.

JURASSIC PATH

Pur senza eccellere in alcun ambito specifico, la formula di Void Pointer si lascia gustare piacevolmente per la coerenza dei suoi ingredienti; il combat system, il crafting e la gestione tra equipaggiamento, tools e campo base funzionano bene assieme. Qua e là si notano margini di miglioramento, ad esempio l’UI è un po’ macchinosa, tuttavia la base delle meccaniche è solida. Ottima inoltre la scelta di inserire munizioni elementali e modifiche per le armi, una scelta di design che aumenta la varietà generale.

il combat system, il crafting e la gestione tra equipaggiamento, tools e campo base funzionano bene

Chiaramente i dinosauri sono le star, come ogni gioco in cui sono coinvolti. Void Pointer si è affidata a un paleontologo per garantire una rappresentazione scientificamente accurata delle creature preistoriche, evitando il cliché del lucertolone cinematografico e puntando su animali plausibili, spesso piumati e dotati di comportamenti credibili. Ogni specie ha pattern di attacco e di movimento distinti, indice della cura profusa nel realizzare non dei mostri pieni di zanne, ma animali in carne e ossa tanto affascinanti quanto letali per l’essere umano.

TRA OMBRE E POLVERE

Da un punto di vista prettamente ludico Dino Path Trail convince, nonostante qualche sbavatura tecnica tipo collisioni ballerine o nemici che rimangono incastrati. Pur apprezzando il cel shading volutamente semplice e polveroso che richiama le illustrazioni western classiche, le animazioni talvolta appaiono legnose. C’è poi una certa ripetitività di fondo, in buona misura intrinseca del genere, ma che forse potrebbe essere mitigata con una maggiore varietà di eventi, armi, nemici e situazioni. Allo stato attuale delle cose il rischio è che, dopo diverse ore di gioco, le run finiscano per sembrare troppo simili tra loro.

I minigiochi a cui mi riferisco e un altare in cui sbloccare un potenziamento per Lucy, a patto di avere un uovo di dinosauro da offrire.

Tra i numerosi pregi e alcuni difetti, Dino Path Trail è una scommessa coraggiosa che vale la pena di seguire. Il gioco non è particolarmente innovativo, ma è solido come un Carnotauro, ha un suo stile ben definito e le idee chiare circa la propria identità, tratti che gli permettono di distinguersi nel marasma di produzioni create con lo stampino. L’atmosfera e la personalità piacciono, parimenti ad alcune interessanti feature ben integrate in un gameplay più stratificato di quanto non sembri inizialmente.

Dino Path Trail riesce a distinguersi nel marasma di produzioni fatte con lo stampino

Rivisitando a modo suo dinamiche già viste altrove e aggiungendoci del suo, Dino Path Trail riesce a farsi riconoscere grazie ai suoi diversi pregi, come il contesto bizzarro e il rispettoso trattamento riservato ai dinosauri. Un buon esordio per Void Pointer, non c’è dubbio. L’augurio è che questo sia solo l’inizio per qualcosa di più grande: quando uno studio di sviluppo è mosso da una simile passione per ciò che fa, tutto è possibile. Anche ricordare al mondo che l’Italia videoludica è viva e vegeta, a differenza dei dinosauri.

In Breve: Nel Far West dove i dinosauri non si sono mai estinti, Dino Path Trail prova a farsi largo a colpi di piombo e piume. L’opera prima di Void Pointer ha un’ambientazione folle e affascinante, un combat system nervoso che sa regalare soddisfazioni e un buon mix tra crafting, gestione del campo base e sopravvivenza a orologeria. Funziona, anche se non tutto gira liscio: l’UI è un po’ macchinosa, le collisioni ogni tanto fanno le bizze e, dopo qualche run, la ripetitività si fa sentire. Non inventa nulla, ma ha personalità da vendere e il coraggio di provarci, e questo basta per tenerlo d’occhio.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: comparto audio-visivo semplice ed efficace, indubbiamente aiutato da una direzione artistica di qualità. Si consiglia l’utilizzo del pad data la natura twin stick shooter, per il resto niente da segnalare: traduzione in italiano presente e zero problemi di fluidità, il gioco è leggero come una piuma. Di quale creatura, decidetelo voi.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Ambientazione accattivante, dinosauri accurati / Buon mix tra survival e roguelike / Mod armi, campo itinerante, progressione persistente, le buone idee ci sono eccome!

Contro

  • Tende alla ripetitività, ma è anche fisiologico / Qualche sbavatura tecnica / Sul fronte varietà si può spingere di più
8

Più che buono

Password dimenticata