Into the Radius VR – Recensione

PC VR

Il punto di partenza di Into The Radius è una sorta di S.T.A.L.K.E.R. in realtà virtuale, ma il punto di arrivo torna addirittura indietro nel tempo, al 1972, fino a Picnic Sul Ciglio della Strada.

Sviluppatore / Publisher: CM Games / CM Games Prezzo: 27,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, Oculus Store) Compatibile con: Oculus Quest/Quest 2 con Link (sistema di prova), Oculus Rift/Rift S, Valve Index, HTC Valve, Windows Mixed Reality

Cuore e cervello sono divisi in due in questa recensione. E non parlo della qualità finale di Into the Radius, che comunque ha bisogno di diverse precisazioni, ma della possibilità di far partire tutto, in egual misura, dal seme di S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl o dalle radici di Picnic sul Ciglio della Strada, romanzo breve dei fratelli Strugackij a cui devono la loro stessa esistenza il film Stalker del maestro Andrej Tarkovskij, il gioco di GSC Game World e l’oggetto di questa review, opera di un piccolo studio indipendente.

Tuttavia, visto che questa è una rivista di videogiochi, voglio innanzitutto ricordare l’influenza di Shadow of Chernobyl sui moderni action in soggettiva, a parere di chi scrive equivalente a quella di Half-Life: se, infatti, il primo capolavoro di Valve ha insegnato come fondere un ottimo gameplay d’azione al racconto interattivo, meglio se in soggettiva, la prima sortita videoludica nella Zona d’Esclusione ha tracciato la strada di un’enorme progenie di giochi d’azione a mondo aperto, ben prima dei moderni survival che più o meno apertamente citano S.T.A.L.K.E.R. nel gameplay.

è possibile di far partire tutto, in egual misura, dal seme di S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl o dalle radici del romanzo Picnic sul Ciglio della Strada

Movimento libero in una gigantesca area di gioco (importano poco i caricamenti, concettualmente, in assenza di restrizioni negli spostamenti), personaggi non giocanti che elargiscono quest, venditori di equipaggiamento, ricerca di oggetti speciali e altri tratti più generali hanno enormemente influenzato capisaldi degli FPS open world come Far Cry, ovviamente dal secondo capitolo in poi, mentre il sistema dei danni, peso/organizzazione delle risorse o anche la simulazione balistica servono tutt’oggi come elementi fondanti per miriadi di survival e, se vogliamo, per avanguardie dello shooting realistico come Escape from Tarkov.

Into the Radius recensione

Le entità sono studiate molto bene come effetti, capacità e casuali somiglianze: l’aureola di questo Slider non ha niente a che fare con anime, santi o angeli.

Da parte loro, gli sviluppatori di Into the Radius hanno sentito un’urgenza che io stesso stesso e altri sviluppatori hanno percepito, quella di riscrivere i generi declinati in soggettiva secondo le nuove e iper-immersive frontiere della realtà virtuale. Perché non rimettere insieme i pezzi di S.T.A.L.K.E.R. scagliati in mille direzioni in una vera simulazione VR? Tra l’altro, togliendo di mezzo l’ingombrante Ombra di Chernobyl, il risultato è addirittura tornato indietro nel tempo per accarezzare chi conosce la storia della Zona fin dalla sua nascita… nel 1972.

ROADSIDE PICNIC SIMULATOR

Ognuno per le sue ragioni, o in virtù della loro stessa essenza, il film Stalker e Shadow of Chernobyl si allontanano considerevolmente dallo stampo originale: Tarkovskij (peraltro coadiuvato dagli stessi Strugackij in soggetto e sceneggiatura) sembra quasi continuare il discorso intrapreso nel suo primo film fantascientifico, in merito ad ambienti che sembrano dotati di vita propria come il pianeta Solaris o, appunto, la Zona, capaci di coinvolgere gli esseri umani fino a rappresentare il limite di ciò che conoscono, e allo stesso tempo suggerire il valore di quello che già rientra nella loro esperienza.

Il comparto delle armi da fuoco è molto dettagliato: alcuni tratti di base sono nel tutorial, altri sono rimandati alla diretta esperienza.

S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl, invece, non dimentica mai di essere un survival d’azione con caratteristiche Immersive Sim, e dunque di dover coinvolgere il giocatore senza troppe dispersioni, mentre per il background gode della geniale idea di associare i tratti di Roadside Picnic con quelli di un fatto di cronaca che non solo l’Ucraina, ma l’intero genere umano difficilmente dimenticherà, il disastro di Chernobyl, usandolo come punto di partenza per diversi carpiati narrativi che riportano in modo più preciso al romanzo, attraverso Artefatti e Anomalie di misteriosa origine (con soprannomi specifici affibbiati dagli Stalker, a seconda di proprietà utili o al contrario pericolosissime), militari contrapposti a contrabbandieri, presenze assimilabili a zombie e alcuni dei molteplici finali orchestrati per la parte conclusiva.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Difficile e terrorizzante / L'ispirazione a STALKER prende la via di Roadside Picnick / Simulazione survival ottimamente dettagliata…

Contro

  • …Ma il piccolissimo budget si vede, e tanto.
8

Più che buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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