Disintegration – Recensione

PC PS4 Xbox One

Il livello di pulizia e attenzione ai dettagli in tutto ciò che compare su schermo è davvero degno di nota e contribuisce alla sensazione di ritrovarsi in un mondo reale

Per porre fine a tanti mali, viene messa in atto su scala di massa una procedura già effettuata per pochi privilegiati: l’integrazione, tramite cui cui il proprio cervello viene collocato in un corpo robotico. Nell’arco di poco tempo esplode una guerra civile scatenata da una frangia estremista di Integrati, i Rayonne, che si considerano una razza superiore in diritto di sterminare gli ultimi Naturali rimasti che non hanno potuto o voluto compiere il passo cibernetico. Noi vestiamo i panni di Romer Shoal, ex celebrità e pilota di gravicicli integrato ormai da molto, il quale ha nel suo passato una collaborazione con il capo dei fondamentalisti, Black Shuck. La storia inizia quando riusciamo a scappare da una Iron Cloud, le enormi aeronavi dei Rayonne, insieme a uno sparuto gruppo di ribelli che costituirà il nocciolo della nostra squadra.

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Bella la vita di campagna, se non fosse per quei robot assassini che ti danno la caccia.

Romer non ha nella sua natura una predisposizione alla leadership, e tale aspetto è fin troppo marcato nella sceneggiatura, al punto che non si capisce davvero chi abbia stabilito che a essere il capo debba essere lui. Sarà perché sa pilotare i gravicicli? Tra una missione e l’altra abbiamo modo di interagire con gli altri personaggi, il che è di gran lunga l’aspetto meno riuscito del gioco: Romer dimostra la personalità di un calzino usato, non spiccica mezza parola e non fa nulla per diventare credibile come eroe. Il suo discorso motivazionale ai compagni prima di una sortita è: “Non morite”. Ouch.

La storia non è neanche male, ma è proprio la scrittura che non si regge in piedi: quando va bene è debole, ma in certi momenti causa agonia

La storia non sarebbe neanche male, ma è proprio la scrittura che non si regge in piedi: quando va bene è debole, ma in certi momenti causa agonia. Vorrei portarvi un esempio ma equivalerebbe a uno spoiler, allora faccio un paragone: avete presente quei cliché terribili, tipo quando in un film horror salta la luce nel castello e i protagonisti se ne escono con: “Dividiamoci!”. Robe di queste tipo, da gridare contro lo schermo con più rabbia del solito, perché questa volte le azioni del protagonista sono le nostre.

LULLABY

È davvero una nota stonata che stride con tutto il resto, anche perché il world building è affascinante e consente di affrontare tante tematiche da un punto di vista del tutto nuovo, che la storia però sfiora appena. Un tema molto controverso, specie negli ultimi anni, è quello dell’identità sessuale e dell’accettazione di se stessi, e uno dei nostri compagni dice di aver compiuto l’integrazione a causa della difficoltà di accettare il proprio corpo.

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Non so se mi fa più paura la torre sullo sfondo o la combo di due gravicicli leggeri più uno pesante che tra un attimo mi starà addosso. Aspetta, in realtà lo so cosa mi fa più paura.

Ora, il personaggio in questione ha voce e sembianze “femminili”, ma non sappiamo se prima della transizione era una signora di mezza età in sovrappeso, o un ragazzino anoressico, o altro. Che sia una possibile strada da percorrere nei prossimi DLC? Staremo a vedere, di certo su questo aspetto servono dei miglioramenti. Difficile invece chiedere di più alla parte tecnica di Disintegration: durante tutta la mia prova non ho riscontrato neanche mezzo calo di frame rate, nemmeno nelle situazioni più affollate o in presenza di esplosioni o altri effetti. Nonostante le dimensioni ridotte del team di sviluppo. Il comparto audio-visivo fa un gran bell’effetto, con una grafica dettagliata in ogni occasione, e degli effetti sonori che restituiscono con vigore la forza di tutte le armi.

Il comparto audio-visivo è senza dubbio il fiore all’occhiello della produzione, con una grafica dettagliata in ogni occasione senza nessun calo di frame rate

Il livello di pulizia e attenzione ai dettagli in tutto ciò che compare su schermo è davvero degno di nota, e contribuisce alla sensazione di ritrovarsi in un mondo reale, con vere persone che stanno rischiando il tutto per tutto. Se solo non fosse per quei dialoghi terribili. D’altra parte, non stiamo parlando di un gioco di ruolo, dove la componente narrativa deve essere analizzata sotto la lente d’ingrandimento, e per lo stesso motivo non me la sento di lamentarmi dell’impossibilità di scegliere quali membri della squadra ci accompagnano in ogni missione.

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Maledetti. Cecchini maledetti dovunque. Io non li sopporto i cecchini!

Più rilevante per questo genere è invece la componente multiplayer, declinate da Disintegration secondo tre modalità piuttosto tradizionali, che di per sé non lasciano il segno. Apprezzabile invece la varietà delle squadre a disposizione: le differenze tra i gravicicli e le abilità speciali delle unità associate rendono alcuni team molto più propensi all’attacco che alla difesa, mentre altri devono guardarsi bene dall’adottare tattiche spregiudicate per avere qualche speranza di vittoria. Oltre all’abilità dei giocatori in campo, il gioco di squadra può fare la differenza. Ci sono le microtransazioni, ma non gridate subito allo scandalo: nello store c’è solo una manciata di skin alternative, che oltre tutto si possono comprare con i punti ottenuti dalle partite in-game.

In Breve: Il mio cervello deve ancora realizzare da dove arrivi tutta l’adrenalina che di solito riceve solo dagli sparatutto più frenetici. Anzi, Disintegration lo appaga ancora di più perché la soddisfazione che genera è più sfaccettata e rotonda grazie all’innesto degli elementi di gestione tattica. Finalmente abbiamo un gioco nuovo, nel senso assoluto del termine, e fatto bene, bilanciato alla grande. La scrittura della storia e dei personaggi non funziona, inutile girarci attorno, ma tutto il resto gode di un livello di attenzione al dettaglio impressionante, specie per uno studio all’esordio.

Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2GHz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: A soluzione massima (1920×1080) e dettagli su Epic, è sempre filato via tutto liscio in maniera quasi sorprendente. Nessun bug da riportare, né cali di frame rate dagli aurei 60 fps neanche nelle situazioni più concitate. E ce ne sono.

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Pro

  • Gameplay innovativo davvero godurioso.
  • Pulizia tecnica impeccabile.
  • World building affascinante.

Contro

  • I dialoghi affossano i personaggi.
  • Poche modalità multiplayer.
8.9

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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