Sulla scelta del velivolo per la mia sessione di turismo virtuale non ho avuto la minima incertezza: per i voli puramente esplorativi vado secco sul Savage Club di Zlin Aviation. Monoposto, monoelica, super maneggevole e molto lento. E soprattutto, giallo.
Giallo come solo un aereo pensato per sorvolare le savane africane può essere giallo
E non ha deluso: domina l’intero panorama come un vero signore, magnanimo e protettivo. Ho circumnavigato il monte/promontorio, identificando diverse spiagge che ho intenzione di visitare nei prossimi giorni (vi sto scrivendo da un Frecciargento che mi lascerà ad Ancona tra non più di un paio d’ore), e in particolare mi ha ispirato quella che si trova leggermente a nord del Conero: l’ho già battezzata come la mia preferita. Chiaro, anche la zona di Numana e Sirolo mi sono sembrate meritevoli, ma a volte non si sa bene il perché di certe intuizioni.
LE GIOIE DEL TURISMO VIRTUALE
Microsoft Flight Simulator è forse l’esempio più eclatante di un gioco con cui fare del turismo virtuale, che di questi tempi ha più declinazioni del solito: non solo si può andare in avanscoperta per esplorare luoghi dove si andrà per davvero come ho fatto io, ma nulla vieta di organizzare veri e propri tour virtuali. Grazie alle tecnologie di Bing Maps e Azure AI, ogni angolo del pianeta è a portata di joypad. Sembra una frase da spot, ma le potenzialità del simulatore Microsoft rasentano davvero l’infinito. Il mondo del videogioco ha saputo offrire altri notevoli esempi che vanno nella stessa direzione, grazie a open world sicuramente più limitati, ma magari ancora più dettagliati ed evocativi. Ancora ricordo quanta voglia mi era venuta di andare in Turchia giocando ad Assassin’s Creed Brotherhood (o era Revelations?), e posso solo immaginare quanto quella stessa trilogia abbia affascinato milioni di stranieri che si saranno innamorati di alcune tra le più belle città italiane ancor prima di aver messo piede nel nostro Bel Paese.
Certe volte non sono solo gli edifici e gli scorci panoramici: della Roma di Ubisoft non dimenticherò il cielo, di quel blu intenso e cosparso di nuvole bianche e dense. È una versione leggermente drammatizzata della controparte reale, ma in qualche modo gli sviluppatori erano riusciti a ricreare una sensazione che avevo sì percepito nel paio d’anni in cui vissi lì, ma forse senza averla mai processata per intero. Come tralasciare, poi, le trasfigurazioni urbanistiche nelle opere di Rockstar Games? Il livello di studio dietro i loro giochi è davvero impressionante, e se programmate di fare un giro a New York, la Liberty City di GTA IV è un ottimo modo per cominciare ad orientarvi per la Grande Mela e prepararvi a quando sarete lì di persona.
Ci sarà ancora davvero bisogno di costosissimi voli intercontinentali per poter dire di essere stati oltreoceano?