tra i nostri straordinari doppiatori mi viene in mente per il passato Giorgio Melazzi con Thaddeus Kaine in Zork Nemesis, o più recentemente l’incipit di Alan Wake recitato da Alessandro Zurla o Pino Insegno nel ruolo di Ethan Mars in Heavy Rain
Ancora, qui
in Italia abbiamo doppiatori straordinari, basti ricordare l’eccellente prova di Giorgio Melazzi nel ruolo del generale Thaddeus Kaine in
Zork Nemesis (1996), oppure – senza tornare ai primordi del videogioco – l’incipit di
Alan Wake recitato da Alessandro Zurla, che nulla perde se ascoltato nella nostra lingua madre, anzi (senza contare gli attori che in Italia rappresentano ormai l’identità del personaggio, come
Luca Ward per Sam Fisher, ndMario). E per finire, voglio segnalare l’ottimo Pino Insegno (la voce di Viggo Mortensen, ne
Il Signore degli Anelli, ma non solo) nel ruolo di Ethan Mars (
Heavy Rain). Diverso è il discorso se parliamo di
BioShock. Tutti ricorderete, immagino, lo straordinario lavoro dell’immenso Armin Shimerman (Quark nella serie
Deep Space Nine) profuso per dare voce e “anima” ad Andrew Ryan, e rammenterete certo
quel monologo che è rimasto nella Storia del videogioco. Sarebbe “criminale” ascoltarlo in un altra lingua.

non ricordo giochi dall’inglese tanto complesso da risultare ermetici, fatta eccezione, forse, per i due Torment e Pillars of Eternity
Personalmente,
non trovo particolare difficoltà nel giocare i titoli in lingua originale, né ricordo giochi dall’inglese tanto complesso da risultare ermetici (fatta eccezione, forse, per i due
Torment e
Pillars of Eternity). Nondimeno, i sottotitoli restano sempre su “ON”, e non solo per via di una conoscenza dell’inglese che mi azzardo a definire a malapena sufficiente, ma anche e soprattutto per via di attori che ogni tanto inseriscono il “turbo”, che azzardano bizzarri accenti o che – dando fiato a personaggi anziani o in fin di vita – alitano o smozzicano le parole. Per non parlare del fatto che, nonostante meticolose regolazioni nel menu audio,
in molti videogiochi le piste sonore musicale e del parlato fanno quasi sempre a pugni: provate, per esempio, a capire quello che dice Arngeir (
TES V: Skyrim) dopo che abbiamo sbloccato una parola del potere mentre questa
poderosa OST marca il fragoroso evento. Certo, seguire i sottotitoli distrae dalla scena, dalla regia, dall’espressività sempre più fotorealistica dei bei volti di PG e PNG. Ed è per questo che “sarebbe saggio” padroneggiare meglio l’inglese anche se, come illustrato sopra, potrebbe non bastare.

giochiamo in italiano, quando possibile, così impariamo la madrelingua!
Per concludere, vorrei smontare, con un ultimo aneddoto, quello che per gli estimatori della favella di Shakespeare è il supremo cavallo di battaglia, ovvero:
«I giochi esperiamoli in inglese, così impariamo la lingua». Come ricorderete, due settimane or sono, fra mille difficoltà, è iniziata la scuola. In quel bel dì ancora estivo mi trovavo al bar, il mio tavolino adiacente ma opportunamente distanziato da una famigliola composta da madre e due pargoli al seguito. Orbene, poiché la scuola è sita dirimpetto al caffè, la bimbetta, dimostrando un naturale senso dell’orientamento, a un certo punto ha esclamato:
«Adesso attraversiamo le strisce e abbiamo arrivati». La tentazione di suggerire
«Signora, la porti a scuola, e presto. E già che c’è la lasci là, ché ha tanto bisogno, la sua figliola» è stata forte, nondimeno mi sono trattenuto. Questo però non mi impedisce di affermare:
«Giochiamoli in italiano, quando possibile, i nostri titoli preferiti, così impariamo la madrelingua»!
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