Un po’ di chiarezza fa bene anche alle mie sinapsi neurali, ammaliate dal fascino di Cyberpunk 2077 come se mi avessero installato un cyberware condizionante
IMPRESSIONI SULLA RETINA
Tutto quello che ho scritto fin qui è una lunga riflessione giornalistica, che ho proposto a voi come a me stesso. Un po’ di chiarezza fa bene anche alle mie sinapsi neurali, ammaliate dal fascino di Cyberpunk 2077 come se mi avessero installato un cyberware condizionante. E invece è tutta purissima emozione: mi riconosco in Danilo quando dice di essere finalmente riuscito a immergersi negli scenari di Night City, quelli immaginati nel 1988, ma per altri versi ho cominciato a sognare di camminare di notte, sotto la pioggia battente, in una città al tempo stesso illuminata dai neon e offuscata dallo smog, percorsa da un fiume multicolore di persone, già un lustro di anni prima, quando mio fratello mi ha trascinato al cinema, poco più di dieci anni, per assistere all’esperienza cinematografica che più di qualunque altra ha segnato la mia immaginazione.
Un libro game nascosto sotto una pazzesca presentazione audiovisiva e un’azione mozzafiato, che certo ha dei difetti ma fa brillare il cervello come un groviglio di fibre ottiche
Chiedete un legittimo rimborso se l’esperienza su PS4 o Xbox One vi ha colpevolmente tradito, rammaricatevi per quel che CDPR ha ancora da correggere su PC e next gen, ma auguratevi sempre e comunque che lo sviluppatore abbia la forza per sistemare anche i più piccoli dettagli di Cyberpunk 2077. Il rischio è di non assistere mai più a un progetto videoludico così ambizioso, incredibile amplificatore di un genere che in pochissimi casi è riuscito a staccarsi dalla pagina scritta in modo così potente. Breathtaking, nonostante tutto.