Adoro Elden Ring, ma odio il suo gioco cooperativo

Il viaggio per diventare Lord Ancestrale non è per forza triste e solitario: Elden Ring ci offre la possibilità di affrontare le sfide più ardue in compagnia di altri giocatori. Ma forse il sistema di gioco cooperativo di From Software avrebbe bisogno di compiere qualche passo in avanti.

Elden Ring gioco cooperativo

Partiamo con un chiarimento: non è che odi il gioco cooperativo a prescindere, anzi, casomai il contrario. Giocare in compagnia e cercare di perseguire un obiettivo comune è una cosa che mi piace un sacco, ed è il motivo per cui mi sono gettato a capofitto in giochi come Aliens: Fireteam Elite e Rainbow Six Extraction. Credo sia anche giusto specificare che il mio problema non è Elden Ring, di per sé. Anzi, l’ultima creazione di From Software mi è piaciuta da impazzire, me la sono letteralmente divorata e ora conto i lunghi giorni che ci separano dall’annuncio dei DLC (che ci saranno, vero Miyazaki? Non spezzarmi il cuore come hai fatto con Sekiro). E mi diverto anche molto a fare jolly cooperation nell’Interregno: una volta arrivato verso le fasi finali del gioco ho iniziato a lasciare il mio segno dorato davanti alle porte di alcuni boss un po’ insidiosi e a girare su canali Discord in cui la gente chiede aiuto e la sensazione di aver contribuito ad aiutare qualcuno a progredire nel suo viaggio verso il trono di Lord Ancestrale vale assolutamente il tempo speso. E anche le saette runiche che si ottengono come ricompensa non fanno schifo, ecco.

ELDEN RING IN COMPAGNIA

Però qualche problema c’è, altrimenti non sarei qui a scrivere questo pezzo. Prima di tutto, gli errori di connessione. Questi purtroppo tendono ad apparire in maniera regolare, e ogni volta che sul mio schermo appare il messaggio “Errore di connessione. Tornerai nel tuo mondo” io mi sento un po’ come quel personaggio lì che c’è in tutti i Souls e il cui ruolo è quello di farsi cogliere dallo scoramento. Ma, va bene, quelli sono problemi tecnici potenzialmente risolvibili, non per questo meno fastidiosi beninteso, però non è una questione di design come invece altri elementi del comparto cooperativo a cui sento di poter rivolgere delle critiche.

Elden Ring gioco cooperativo

Poi volete mettere quanto è bello esplorare in compagnia luoghi affascinanti come… ehm, sì, ecco.

AL NETTO DI QUALCHE MODIFICA MINORE, IL GIOCO COOPERATIVO È INVARIATO RISPETTO AGLI SCORSI GIOCHI DI FROM SOFTWARE

Prima di proseguire con il discorso, credo che sia giusto spiegare almeno a grandi linee come funziona il multiplayer in Elden Ring; chi ha già familiarità con i soulslike di From Software non avrà bisogno di questo ripasso, ma visto che c’è tanta gente lì che guarda incuriosita dalla finestrella partire dalle basi mi sembra la scelta migliore. Dunque: il gioco cooperativo prende il via tramite i segni d’evocazione. Utilizzando un oggetto consumabile facile da reperire o creare, inizieremo a vedere i segni dorati lasciati sul terreno da altri giocatori, che poi potremo attivare per “evocarli” all’interno della nostra partita. Questo metodo va utilizzato anche nel caso in cui volessimo giocare con persone che già conosciamo piuttosto che con stranieri: per aiutarci a semplificare la cosa esiste un sistema di password che forza l’associazione fra giocatori, ma scordatevi di poter invitare un amico nel vostro mondo tramite la lista amici di Steam o del vostro account PlayStation o Xbox.

Chiaro che in un gioco in cui possiamo uccidere ogni NPC, impedire le interazioni serve anche a proteggerli.

Il gioco cooperativo ha anche un obiettivo ben specifico, e cioè quello di sconfiggere il boss di quell’area. Questo non significa che affrontare il boss è l’unica cosa che potete fare: se evocate un alleato al Castello di Grantempesta, potrete tranquillamente gironzolare in compagnia (cercando di non farvi ammazzare dai falchi sputafiamme…) per l’intera struttura; sconfiggete il boss, in questo caso Godrick, e i giocatori che vi hanno aiutato otterranno una saetta runica e torneranno al loro mondo d’origine. Inoltre, dato che il boss della zona è stato sconfitto, in quell’area non potrete più evocare nessuno.

IL TERZO INCOMODO

Attenzione, però: non avrete solo i classici nemici che vagano per la mappa di cui preoccuparvi. Dare il via a una sessione cooperativa di Elden Ring vi esporrà infatti alle invasioni: questo significa che nella vostra partita potranno entrare senza bisogno di invito giocatori, riconoscibili per il modello di colore rosso, il cui compito è quello di uccidervi. Ora, io penso che i giochi della From Software abbiano moltissimi meriti, nel corso degli anni il nome dello studio è per me diventato un marchio di garanzia, ma se c’è una cosa che ho sempre trovato pessima nei loro titoli è proprio il PvP (che però produce dei bei meme, indubbiamente); e sono sicuro che ci siano altri che storceranno il naso all’idea che una cosa semplice come decidere di passare un po’ di tempo a giocare in compagnia debba esporci al multiplayer competitivo, soprattutto considerato che esiste questa bella cosa che si chiama “pvp meta” che è costituito da armi divertenti da affrontare tipo Moonveil e Rivers of Blood o da gente che si nasconde dietro uno scudo enorme a punzecchiarvi con una spadina.

Elden Ring gioco cooperativo

Affrontare alcuni boss in compagnia è comunque una bella sfida. Tipo questa simpatica semidea qui.

Ma al di là della componente PvP, ci sono vari elementi che mi fanno pensare che il gioco cooperativo di Elden Ring non sia al passo con i tempi, e che si sia persa un’occasione per evolversi rispetto a quanto è presente nei Souls. Se ci sono altri giocatori nella vostra partita, per esempio, non è possibile evocare il cavallo. Se un altro giocatore muore, o se muore chi sta ospitando la partita, tutto il processo di evocazione dovrà essere ripetuto da capo, portando dunque a una certa macchinosità.

CREDO CHE ELDEN RING TRARREBBE SOLO BENEFICIO DA UN MULTIPLAYER PIÙ SNELLO E CON MENO PALETTI

I giocatori evocati non possono interagire con gli NPC in nessuno modo, mercanti inclusi, né potranno utilizzare i siti di grazia, limitando dunque la loro possibilità di adattare la build, ad esempio cambiando le ceneri di guerra o le affinità delle armi. Qualche tempo fa giocavo a Remnant: From the Ashes, e affrontandolo in compagnia di alcuni amici non potevo fare a meno di pensare “cacchio, immagina se anche i Souls funzionassero così”: inviti dalla lista amici, progressione condivisa, interazione con i mercanti, possibilità di respawn al “focolare” in caso di morte di uno dei giocatori. E, certo, mi rendo conto che l’approccio di Miyazaki e di compagni al multigiocatore vuole essere diverso, finalizzato al raggiungimento di obiettivi specifici più che ad offrire un’esperienza interamente condivisa, ma non posso fare a meno di chiedermi: sarebbe davvero così terribile permettere più libertà nel gioco cooperativo? Andrebbe davvero a sminuire il senso del gioco?

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