Abbiamo idealizzato Final Fantasy - Editoriale

Un altro potenziale titolo che avevo pensato era “non sappiamo più goderci i bei giochi” o anche un più provocatorio “non ci meritiamo Final Fantasy 16”, ma entrambi in qualche modo avrebbero grattato solo la superficie di quello che, credo, sia un concetto da estrapolare in modo più approfondito. Naturalmente l’articolo che leggerete è frutto di una considerazione personale, giudizio e voto di TGM (riassumibile con “un bene ma non benissimo”) rimangono marchiati col fuoco nella recensione di Dan Hero. 

Quella degli ideali è una bella gatta da pelare a cui personalmente ho cominciato a dedicarmi solo all’uscita cinematografica dell’ultima, discutibilissima trilogia cinematografica di Star Wars. In quel caso, le accoglienze diverse tra pubblico e critica avevano fatto emergere da alcuni angoli bui del web quelli che in modo ironico vengono chiamati “le vedove di Star Wars”, ovvero i fan che sul progetto in questione ritengono sia stato snaturato qualcosa che decenni prima era puro, illibato, vergine e dunque magnifico.

Ho tentato una strada mediamente simile poco dopo l’uscita di Resident Evil Village, mentre un altro nutrito coro di voci criticava la scelta della prima persona, l’assenza dei tank control, rivendicando che il “vero” Resident Evil è altro. Indovinate cosa è successo poco dopo il lancio di Final Fantasy XVI? Esatto, il “vero” Final Fantasy è altro, il franchise non ha più senso di esistere, meglio i vecchi capitoli.

È un approccio ideale sentito spesso: il vero valore è un altro, il tal franchise non ha più senso di esistere, meglio i vecchi capitoli

Torniamo dunque al punto iniziale, col pubblico che tende a idealizzare un amore, una passione attorno a un prodotto che viene espressa in modo assolutistico. Provando a guardare al passato, da quando il pubblico si dice insoddisfatto di un Final Fantasy? Anche senza pensarci, la soluzione ve la passo io: Final Fantasy XII. Due sono gli eventi tragici decretarono il – momentaneo – insuccesso di Final Fantasy XII: introdurre Penelo e aver annientato gradualmente le fasi di combattimento, passando da quello a turni a un ibrido che avrebbe poi portato alla declinazione da gioco action, esperimento che un signor Kingdom Hearts aveva dimostrato essere fattibile e funzionale per giochi di questo calibro.

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Final Fantasy XIII è stato quel che è stato, il XIV nella sua struttura MMO ha avuto fortuna solo in un secondo momento, il XV indebolito sia dal pubblico che da una lavorazione travagliata e adesso l’ira funesta si abbatte sull’ultimo arrivato, il più atteso proprio da chi aveva di nuovo bisogno e voglia di affezionarsi a un prodotto del genere.

un franchise che ha cercato sempre di rinnovarsi e innovarsi, anche perché può permettersi di farlo

Il nocciolo della questione è dunque servito per essere assaporato: non è che forse abbiamo idealizzato troppo Final Fantasy? A conti fatti, parliamo di un franchise che ha cercato sempre di rinnovarsi e innovarsi, saccheggiando qui e là, capace di cambiare sempre le carte in tavola un po’ perché può permettersi di farlo, un po’ perché – in direzione contraria al pensiero comune – ciò che porta a giocare un nuovo Final Fantasy è l’estrema curiosità con cui ogni capitolo viene approcciato dagli sviluppatori, pronti a sorprendere il pubblico, anche quello più critico, che in quella storia così forte, possente ed emozionante può sempre ritrovare qualcosa di buono.

Final Fantasy XVI

Dunque – forse – non si tratta di meritarci o meno un titolo che, nel caso di Final Fantasy, bello o brutto che sia viene celebrato anche solo per l’uscita, bensì di mettere sotto la luce del sole l’idealizzazione del franchise da parte di molti fan nonostante, a ben vedere, si tratti di una saga mai rimasta fedele a sé stessa, che anzi è cambiata snaturando, ottimizzando e introducendo sempre cose nuove, proponendo davvero giochi estremamente diversi tra di loro.

Una simile prospettiva può anche aiutare a contestualizzare meglio anche il rilancio di Final Fantasy XII con la The Zodiac Age

Proviamo a fare un passo in avanti e vedere la questione sotto questa luce. Una simile prospettiva può anche aiutare a contestualizzare meglio anche il rilancio di Final Fantasy XII con la The Zodiac Age, dunque la riproposizione relativamente recente di quello che era davvero un gran bel Final Fantasy, aveva un sistema di classi ed evoluzione delle stesse raffinatissimo, meritava una remaster per essere giocato nuovamente. Certo, Penelo purtroppo rimane nel gioco e non possiamo farci nulla, ma l’assist forse potrebbe essere proprio questo: la difficoltà di apprezzare qualcosa di davvero bello perché ormai ossessionati da un ideale assaporato e mai più rivissuto.

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