Facce da TGM – L’Opinione è lo spazio dedicato alle “columns” di The Games Machine: articoli e visioni su argomenti caldi o fortemente dibattuti che animano le discussioni, anche molto dure, all’interno della redazione di TGM, talvolta con posizioni – davvero o solo in apparenza – antitetiche. L’obiettivo è dar voce ai nostri redattori come specchio del quadro complesso e articolato, talvolta persino controverso, che circonda il mondo dei videogiochi, all’interno di confini dettati da etica e buon gusto ma senza depotenziare il messaggio e, così, la ricerca di confronto su temi sensibili e delicati. Buona lettura!
Qualcuno su X riesuma un post del 2020 dell’Art Director di Obsidian, a lavoro su Avowed, e si arriva a Elon Musk che si sente in dovere di taggare il CEO di tutta Microsoft chiedendo provvedimenti… 14 giorni dopo aver dichiarato che “la Cancel Culture è stata cancellata”.
Promemoria per tutti gli artisti neri alla ricerca di portfolio review o di consigli sul lavoro: i miei DM sono aperti e per me avrete sempre priorità. Ci sono troppi tizi bianchi impomatati nel settore, per favore aiutatemi a rimpiazzarmi, voglio tornare a vivere nei boschi.
– Matt Hansen, Art Director di Avowed (Obsidian Entertainment)
Com’è che si dice? Non si può più dire niente, signora mia. E apparentemente è vero, se le parole riportate qui sopra bastano a generare una caccia alle streghe tale da mettere in dubbio gli ultimi quattro anni di assunzioni in Microsoft videogiochi. Ma andiamo con ordine. Il post su X incriminato, datato 9 giugno 2020, per qualche motivo è diventato virale per i motivi sbagliati nelle scorse due settimane. Matt Hansen con questo tweet invitava artisti e artiste di colore che fossero alla ricerca di consigli o di portfolio review – quindi non di un lavoro, ma di qualcuno all’interno del settore che desse feedback e dritte – a scrivergli in privato. Il tono è abbastanza faceto, come si intuisce da quel “voglio tornare a vivere nei boschi” alla fine del messaggio, ma che prende atto di un problema in realtà ormai certificato all’interno dell’industria del videogioco.
Le classi più basse fanno fatica ad accedere alle posizioni in cui poi i videogiochi si fanno. È un problema (appunto) di classe, ma che chiaramente finisce per toccare anche le minoranze perché spesso e volentieri chi fa parte di una minoranza non ha una famiglia ricca alle spalle. Non è nulla di nuovo, ne parlava molto bene un paio di anni fa People Make Games in un video relativamente breve (meno di 20 minuti) che consiglio assolutamente di guardare. Se non c’hai voglia ti basti sapere che come dice il titolo i videogiochi stanno fallendo nei confronti delle classe operaie. Il che tendenzialmente è male, perché abbiamo già avuto degli esempi pratici di cosa succede ad un medium quando solo i ceti più alti della società possono, per esempio, scrivere.
Per qualche motivo, ad ogni modo, questo post è tornato in auge qualche giorno fa scatenando diverse polemiche. Hansen è stato tacciato di discriminare i “tizi bianchi impomatati” di cui parlava, impedendogli di lavorare favorendo persone di colore. Ma non si tratta solo di gente che invoca il razzismo al contrario: tantissimi post chiamano in causa direttamente Microsoft, minacciando di boicottare Xbox e tutta la sua lineup se l’azienda non prenderà provvedimenti. Si è scomodato nientemeno che Elon Musk, che ha pensato fosse il caso di portare il caso all’attenzione di Satya Nadella – il CEO di Microsoft – premunendosi di definire la faccenda illegale (nonostante come detto il tweet originale non parli di posizioni lavorative). Ma Musk, lo stesso Elon Musk che qualche giorno fa annunciava di scendere in campo per rendere i videogiochi “di nuovo grandi” grazie al suo studio a base di IA, non è l’unica Very Important Person che si è interessata al caso. C’è spazio anche per un ex avvelenato, visto che Chris Avellone – che di Obsidian è stato uno dei cinque co-founder – ha invitato pubblicamente chiunque sia stato rifiutato dopo un colloquio dall’azienda a contattare un avvocato.
“Sulla base delle recenti notizie, se siete stati rifiutati da Obsidian per una posizione come artisti negli scorsi anni, chiamate un avvocato. Una discriminazione durante il processo di assunzione, in particolare da parte di uno studio Microsoft, vi potrebbe permettere di non dover mai più cercare un lavoro.”
– Chris Avellone, 27 novembre 2024
A stupire non sono tanto le reazioni di Avellone e Musk, che sono comunque rilevanti visti la notorietà e il peso mediatico delle figure – oltre al fatto che mica Musk aveva comprato Twitter per farlo diventare X in nome del free speech. Stupisce soprattutto come nemmeno un anno fa quando in tendenza c’era Hogwarts Legacy le stesse persone che adesso parlano di boicottaggio ritenevano inutile la stessa azione nei confronti del gioco tratto dall’immaginario di J. K. Rowling. Qualcuno addirittura lo definiva deplorevole dal punto di vista morale, perché un boicottaggio avrebbe punito Avalanche Software per colpe non sue, proprio quando la software house stava per giocarsi il suo primo match ball tra i videogiochi Tripla-A (beh, per alcuni specifici versi le cose stavano proprio così nd.II-Variety).
Improvvisamente tutto questo non è un problema nei confronti di Avowed. Obsidian, quella Obsidian che abbiamo amato per Fallout: New Vegas, per Outer Worlds, per Pentiment, passa in secondo piano. È fondamentale che Matt Hansem venga estromesso per qualcosa che ha scritto sul suo profilo privato quattro anni fa, anche se parlava soltanto di portfolio review. È la Cancel Culture. Quella che Elon Musk giurava di aver abolito. E allora inevitabilmente mi viene in mente quel citatissimo passaggio de La Fattoria degli Animali di George Orwell in cui si diceva che tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
O forse in questo caso sono solo più animali degli altri.