Una scelta troppo frettolosa

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In totale contrasto con quanto scritto nel mio precedente editoriale a proposito del rimbecillimento estivo, sto recuperando in questi giorni Fire Emblem Fates. Pantaloni corti, canottierina ignorante e una bibita ghiacciata a portata di mano; non c’è niente di meglio che stendersi al fresco (sì, in Groenlandia forse) in compagnia di un Nintendo 3DS. Certo, il riflesso del sole è capace di perforare irrimediabilmente la retina e se si attiva pure l’effetto 3D si viene catapultati indietro nel tempo; tuttavia, se si riesce a beccare la posizione esatta, allora la consolina Nintendo pare fatta apposta per una bella amaca.

Forte di questa convinzione mi sono messo di buona lena per iniziare l’ultimo capitolo della saga Nintendo. Grazie anche all’ottima recensione del Kikko e all’accoglienza calorosissima che il titolo ha avuto presso il grande pubblico, ho deciso di vincere la mia riluttanza a una trama più impegnativa di un film del compianto Bud Spencer. Se non lo sapete, la particolarità di Fire Emblem Fates è che, a un certo punto, la storia si divide in tre percorsi. Il protagonista del racconto è un principe nohriano, molto amato dai suoi fratelli e con un padre decisamente dispotico. Nel giro delle primissime missioni il giocatore viene a sapere che in realtà il protagonista è un hoshidese, la fazione nemica giurata del Nohr, ed è stato strappato dalla famiglia biologica quando era ancora in fasce. A quel punto il protagonista si trova preso in mezzo in una guerra politica che si estende anche agli effetti personali: lottare per la famiglia d’origine o per quella adottiva? La scelta sta al giocatore. Nel sesto capitolo, in una fase molto embrionale della storia, viene chiesto da che parte stare, o meglio ciò avviene a priori nel momento in cui si acquista una versione del gioco piuttosto che un’altra: con Retaggio ci si schiera con i samurai dell’Hoshido, mentre con Conquista si ripudia la famiglia biologica per appoggiare quella adottiva del Nohr. Grazie a un DLC è possibile giocare a Rivelazione, un percorso alternativo in cui optare per la neutralità, rifiutandosi di scegliere tra le due casate.

In possesso della versione completa di tutti e tre i percorsi, l’ansia della scelta è stata così pressante che ho dovuto mettere il titolo in pausa e cercare su internet informazioni a proposito. Sia ben chiaro: solitamente non reagisco così davanti a un bivio in un videogioco. Sono un consumatore seriale dei titoli Telltale e sono quindi abituato a prendere decisioni nel giro di un battito di ciglia e che cambiano irrimediabilmente il corso dell’avventura. Mi piacciono molto i giochi di David Cage, completamente basati sulle alternative da imboccare in base ai sentimenti del personaggio. Insomma, solitamente sono molto deciso nel momento di assumere una posizione: riesco a mettermi nei panni del mio alter ego e capire quale alternativa sia la più coerente col suo sviluppo. Questa volta, tuttavia, le cose sono state profondamente diverse.

Fire Emblem Fates news 01

l’ansia della scelta, in fire emblem fates, è stata così pressante che ho dovuto mettere il titolo in pausa e cercare su internet informazioni

Questa scelta (e che scelta!) arriva giusto appena l’introduzione delle due famiglie. Il sesto capitolo è tradotto in una manciata di ore, pochi dialoghi, con ancora il dubbio di aver capito perfettamente l’ordine degli eventi. Insomma, ci si trova di punto in bianco a dover decidere il proprio destino senza vere e proprie motivazioni: la famiglia biologica o quella adottiva? Il problema non è solo che percorrendo una delle due strade l’altra viene preclusa, ma che a prescindere ci toccherà affrontare come nemici alcuni tra i personaggi coi quali abbiamo già un minimo di empatia. Non si tratta di scegliere quali Pokémon esclusivi preferire, o come reagirebbe il protagonista nell’ipotetico ruolo che gli abbiamo attribuito; non c’è stato il tempo necessario per farsi un’idea del personaggio, del suo allineamento, del suo comportamento. Il suo io è ambiguo, giustamente spezzato nell’identità di appartenenza a una o all’altra famiglia. Questa scelta non arriva forse in modo troppo repentino? E perché non ho sentito nessuno lamentarsene? Devo veramente decidere qualcosa di così cruciale per l’esperienza sulla base del colore della copertina o delle modalità di gioco? È superficiale e parte da un presupposto sbagliato, cioè che giocherò entrambe le campagne.

C’è la terza via, ed è quella che ho imboccato, pieno di dubbi. La via che sembra urlare forte “Come posso prendere una scelta del genere?”: la via di Rivelazione. Il problema è che, informandomi online, sembra che il DLC sia stato concepito come encore dopo essere passati per Conquista, Retaggio o, possibilmente, entrambi. In pratica Rivelazione è la tappa finale di un percorso, la ciliegina sulla torta. Ma è possibile gustarselo quando la torta non è mai arrivata? È ancora logico giocarlo se non si conoscono i retroscena delle due missioni principali? È quello che mi chiedo da quando l’ho imboccato, ed è quello che ha reso la mia scelta ancora più difficile di quanto non fosse. Fire Emblem Fates mi ha messo in difficoltà già dalla scelta della versione, forse trattata con troppa leggerezza da Nintendo, rea di aver spezzettato in modo troppo prematuro l’identità di un titolo che su quel racconto doveva basare gran parte della sua forza. Preso in mezzo in una scelta impossibile, sono due giorni che non accendo più la consolina Nintendo, combattuto tra rimorso e rimpianto.

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