Certo, terminare Elden Ring come integerrimi lupi solitari membri del “Git Gud” club è sempre bellissimo ma, come ci insegna Solaire di Astora, perché non aiutarci a vicenda in questa avventura?
Sviluppatore / Publisher: FromSoftware / Bandai Namco Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), Xbox Series X|S, PS4, PS5 Data di Lancio: 30 maggio 2025
Non posso negare che Elden Ring Nightreign, come da classico prodotto FromSoftware, mi abbia reso la vita un po’ difficile durante il tempo della prova, una settimana circa d’inferno. Tutto, dal suo completamento fino alla scelta del voto finale di questa recensione, è stato un tornado di pura adrenalina e di discreta frustrazione, di trionfanti vittorie e di fatiche erculee. Persino incasellarlo in un genere specifico non è stato una passeggiata, perché non si tratta davvero di un battle royale, né di un rouguelike e neppure di un simil-Monster Hunter, ma di un particolare collage di idee prese in prestito e adattate al gameplay del gioco originale, Elden Ring, del quale è uno spin off standalone. Il risultato è un particolarissimo titolo nel quale un team di tre giocatori (o un coraggioso lupo solitario, qualora si scelga di giocare in solo) ha il compito di guidare e far sopravvivere il proprio eroe – il Crepuscolare – a un ciclo di due giorni, due notti e una battaglia finale nell’ostile terra di Limveld, mappa ispirata alla regione di Limgrave di Elden Ring, disseminata di pericoli da affrontare o evitare come la peste.
Uno degli innegabili punti di forza di Elden Ring Nightreign sono proprio gli otto personaggi, totalmente diversi nell’aspetto e nelle meccaniche e in grado di offrire un approccio unico e coinvolgente alle singole spedizioni. Ci sono cinque classi adatte al combattimento ravvicinato – Guardiano, Predone, Giustiziere, Selvaggio e Duchessa – le cui capacità difensive incrementano in modo inversamente proporzionale rispetto a quelle offensive, due specializzate nell’attacco a distanza – l’arciere Occhio di ferro e la maga Reclusa – e l’ibrido offensivo/supporto, ossia l’evocatrice Rediviva.
Uno degli innegabili punti di forza di Elden Ring Nightreign sono proprio gli otto personaggi
CON LA NEBBIA ALLA GOLA
Dopo aver superato il tutorial, la nostra avventura comincia alla Rocca della Tavola Rotonda, HUB dal quale possiamo accedere al matchmaking, alle quest dei singoli personaggi, al centro addestramento col quale prendere confidenza coi Nighfarer e alle sezioni di personalizzazione sia estetiche che di gameplay. Dopo aver interagito con la Tavola Rotonda e aver selezionato la modalità di gioco (co-op o singolo), inizia la vera e propria spedizione.
La mappa all’inizio del Giorno Uno è sempre la stessa, aperta ed esplorabile con relativa agilità grazie alla corsa, alla scalata e alle correnti d’aria. Ogni nuova partita è arricchita da una serie di punti di interesse la cui posizione è sì casuale, ma all’interno di un numero definito di possibilità.
L’obiettivo è quello di decidere in fretta la miglior tattica da adottare proprio a seconda della sua configurazione: priorizzare la raccolta delle ricariche per le ampolle sacre alle chiese, visitare quante più fortezze, rovine o castelli alla ricerca di equipaggiamento e rune necessarie per salire di livello, visitare le miniere per ottenere pietre per il potenziamento delle armi o, ancora, sfidare i coriacei e aggressivi boss degli eventi per una chance di ottenere armi di livello superiore. Anche il tipo di strumento d’offesa e di amuleti ottenibili dagli scontri o dai forzieri è casuale, ma il tempo per decidere cosa tenere nel limitato inventario e cosa lasciare indietro scarseggia dato che, come in un battle royale, trascorsi alcuni minuti la mappa si restringe sempre di più all’avanzare di una letale Marea Notturna che si chiuderà sul punto di spawn di uno dei boss possibili della prima notte. Sia nemici comuni che boss fanno parte del repertorio di creature che si possono incontrare in Elden Ring, eccezion fatta per qualche piacevole cameo proveniente dai tre Dark Souls, come Freja o il Nameless King.
La morte è sempre dietro l’angolo, ed è proprio quando ci ritroviamo in ginocchio che il supporto dei nostri compagni di spedizione risulta fondamentale
In tipico stile FromSoftware, si tratta di combattimenti tanto impegnativi e punitivi quanto spettacolari, senza dubbio il secondo fiore all’occhiello di Nightreign. La differenza di difficoltà tra le boss fight delle due notti e quelle contro i Signori della notte è significativa (così come quella tra i Signori stessi), perciò le ricompense ottenibili dalle varie fasi di gioco migliorano a seconda dei progressi ottenuti durante le spedizioni. Le più importanti sono dei potenziamenti equipaggiabili dall’hub, chiamati reliquie, che conferiscono ai nostri Crepuscolari da uno a tre buff passivi o effetti ad armi e abilità, che possono sensibilmente influenzare il gameplay e aumentano man mano le nostre chance di vittoria nelle spedizioni successive. Anche in questo caso, il tipo di reliquia ottenuta è casuale, il che rende il potenziamento dei singoli Crepuscolari un tiro di dadi.
QUALCUNO HA DETTO LOCUSTE?
La tattica ottimale per arrivare ai Signori della notte si è rivelata ben presto quella di trasformare il party in un piccolo sciame di locuste che, con rapidità, consuma tutto ciò che trova sul suo cammino prima che il tempo a sua disposizione termini. Fortunatamente, ogni tipo di punto di interesse ha dai due ai quattro possibili boss al suo interno, ma la loro posizione è sempre la stessa. Si tratta di una scelta di design necessaria a livello di programmazione che ci consente di imparare i vari pattern e muoverci con sempre più confidenza, o anche di una lama a doppio taglio dato che, a differenza di un roguelike classico con mappe generate proceduralmente, Nightreign rischia di imprigionare i giocatori in lunghe routine, specialmente dopo la terza o la quarta morte consecutiva al cospetto dei Signori.
Se su Elden Ring, infatti, possiamo placare la frustrazione di morire e rimorire nello stesso punto semplicemente cambiando zona e affrontando nuovi nemici in ambienti diversi, in Nightreign l’unica varietà è conferita dai due tipi di modificatori ambientali: la comparsa di una delle Terre Mutevoli, ossia modifiche a porzioni della mappa di base – seppur molto belle, anch’esse vittime di eccessiva linearità – o l’inizio di un Cataclisma, che va dalla comparsa di altri boss o copie degli stessi Crepuscolari fino alla tediosissima invasione di (guarda tu!) sciami di locuste che, se non evitate a dovere, rubano uno o più livelli penalizzando in modo consistente la riuscita della spedizione.
Nightreign rischia di imprigionare i giocatori in lunghe routine
GIOIE E DOLORI DELLA GIOIOSA COOPERAZIONE
Pensato, a detta degli stessi sviluppatori, per essere prima di tutto un co-op piuttosto che un gioco single player, Nightreign mette davanti al giocatore tre possibili approcci e, a mio parere, tre esperienze diametralmente opposte in termini di godibilità. Organizzare spedizioni con due amici utilizzando un qualsiasi programma esterno di chat vocale permette a Nightreign di mettere in risalto i suoi punti di forza. Avere un modo per coordinarci, guidarci a vicenda e cambiare tattiche all’ultimo secondo è stato, ancor più di qualsiasi build, l’asso nella manica che ha permesso a me e al mio party di affrontare e sconfiggere l’ultimo Signore della notte e arrivare ai titoli di coda, al termine di una spedizione durante la quale sinergia e rapidità hanno fatto la vera differenza tra la vittoria e l’ennesimo ritorno alla Rocca a mani semivuote.
Al contrario, le partite alle quali ho preso parte utilizzando il matchmaking online (sia con due giocatori random o con un terzo unitosi al nostro duo) si sono rivelate un’esperienza tutt’altro che entusiasmante. Il singolo marker e il semplice ping per gli oggetti a nostra disposizione sono decisamente inadeguati a supportare il livello di coordinazione che un gioco così complesso richiede. Molte spedizioni si sono trasformate presto in disordinate e stressanti corse contro il tempo culminanti in cocenti sconfitte una volta messi faccia a faccia coi boss delle notti o coi Signori.
Molte spedizioni si sono trasformate presto in disordinate e stressanti corse contro il tempo
L’OCCASIONE MANCATA
La vera occasione sprecata di Elden Ring Nightreign si presenta però con le storie dei Crepuscolari. Contrariamente a quanto FromSoftware ci ha abituati, lo svolgimento delle quest – chiamate Rimembranze – è piuttosto lineare e, la maggior parte delle volte, ci viene richiesto di sconfiggere determinati boss o trovare oggetti durante una spedizione (le cui posizioni sono chiaramente indicate nella mappa) anch’essi protetti da boss.
Le ricompense finali, che includono delle utilissime reliquie, sono forse l’unico incentivo reale per portarle a termine e l’impressione avuta è quella che siano state implementate più che altro per incentivare i giocatori a provare tutti gli otto personaggi piuttosto che fossilizzarsi su uno, più che per arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco complessiva. In questo senso, se la situazione del co-op con sconosciuti online può essere modificata con un aggiornamento correttivo, temo che per l’impostazione di quanto appena esposto, le storie dei Crepuscolari, eventuali miglioramenti siano molto più complicati da attuare.
In Breve: Per chi come me ha improvvisato sgangherati co-op con le evocazioni per giocare a Elden Ring anche con gli amici, Nightreign centra l’obiettivo di farti dire “ma sì, proviamone un’altra” al termine di ogni spedizione e, personalmente, non vedo l’ora di ributtarmici dentro assieme a dei fidati compagni di avventure. È impensabile però che, nel 2025, FromSoftware non abbia implementato strumenti che permettano a un gruppo non “pre-made” di avere un’esperienza altrettanto piacevole, rendendo un titolo già di per sé molto impegnativo (specialmente per i novizi del genere) inutilmente frustrante. Confidiamo, almeno per questo aspetto, in una patch correttiva.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Neanche la modalità prestazioni mi ha salvata dagli occasionali cali di frame su console ben noti a chi ha esperienza anche su Elden Ring. Bene invece la stabilità dei server, essenziale per giocare in gruppo senza paura di disconnetterci durante i momenti più critici compromettendo così la riuscita della spedizione.