A volte ritornano, anche se non se ne sentiva particolarmente il bisogno. Go Vacation è un mulievento sportivo uscito sette anni fa per Wii, e il vostro guardingo occhio critico non faticherà a collocarlo in un’epoca oramai appartenente al passato. Era in effetti un periodo bizzarro, dominato dalla plastica. Chitarre, batterie, ammennicoli di ogni forma da collegare ai Wiimote e armi, un mondo di polimeri che adesso accumula polvere in soffitta accanto all’orologio a pendolo del nonno. Go Vacation è praticamente la risposta di Bandai Namco alla popolarità di giochi come Wii Sports, ed è tornato dalla tomba per ricordarci quanto fossero belli (?!) quegli anni.
SOLE, WHISKY E SEI IN POLE POSITION
Sulla carta e giudicando solo i meri numeri, il titolo di Bandai Namco è un fuoriclasse dell’intrattenimento. Quattro resort suddivisi in mare, montagna, neve e città ospitano oltre cinquanta attività: sembrerebbe l’affare del secolo, un generatore infinito di divertimento, tuttavia l’apparente abbondanza dell’offerta di Namco Bandai va filtrata e inquadrata. Go Vacation è dedicato a una fascia demografica di giovanissimi, e se bazzicate nel colorato mondo dei videogiochi da qualche primavera di troppo, faticherete nel trovare un verace entusiasmo nella stragrande maggioranza delle attività proposte.
A prima vista, con le sue innumerevoli attività, Go Vacation può apparire un fuoriclasse dell’intrattenimento
MARACAIBO, MARE FORZA NOVE
Neppure la giovane età del potenziale target può salvare buona parte dell’offerta dalla banalità. Spesso questo è dovuto anche ai comandi che sfruttano il giroscopio, retaggio di quei tempi brutti a cui accennavamo in apertura, e che trasformano eventi di per sé banali come il paracadutismo in un appuntamento da evitare. Tutto sommato, però, il pacchetto non è male, grazie soprattutto all’estensione delle quattro località di villeggiatura, sufficientemente vaste e ricche di scrigni e missioni secondarie da spingere i più dedicati a passare al setaccio ogni metro quadro alla ricerca di animali da fotografare o capi d’abbigliamento esotici con cui personalizzare Mii e avatar.
i più giovani troveranno pane per i loro denti più a lungo, grazie allo split screen a quattro per esplorare l’isola
Discorso opposto per il sonoro, che prenderebbe un 110% netto se fossimo sulle pagine di Zzap! Al di là degli effetti sonori ambientali, i remix di tracce storiche Namco – come il tema di Mappy o di Pac-Mania – sono stati sufficienti a prolungare la mia permanenza dalle parti di Kawawii più del dovuto, arrivando a gargantueschi livelli di libidine con l’ascolto della colonna sonora di Toy Pop, suonata da un inaspettato ukulele che avrebbe reso fiera Junko Ozawa in persona.
Go Vacation ha parecchi problemi, ma potrebbe rappresentare un acquisto consigliatissimo se vi trovate fratellini o figli in giro per casa, desiderosi di mettere le mani sul vostro Switch. Possiede più profondità di quanto la modalità storia possa inizialmente suggerire, ma tenete sempre presente che non si tratta di nulla in grado di mantenere alto l’interesse di videogiocatori navigati.