Lo scopo del gioco è quello di buttare fuori la concorrenza e conquistare sempre più zone della città
ALCOOL A FIUMI
Un impero che deve essere gestito accuratamente, pena la bancarotta. La parte manageriale di Empire of Sin è altrettanto importante e ci offre l’opportunità di erigere locali di facciata che nascondono speakeasy, case da gioco, bordelli e distillerie illegali. Ognuno di essi può essere potenziato investendo denaro nella sicurezza, nella capacità di attrarre nuova clientela e generare maggiori profitti, nonché in quella di evitare le attenzioni delle forze dell’ordine e ritardare quanto più possibile i raid di polizia e federali.
Quartiere dopo quartiere, lo scopo del gioco è quindi quello di buttare fuori la concorrenza e conquistare sempre più zone della città, con la forza naturalmente. Anche se va detto che è presente persino un sistema di gestione dei rapporti diplomatici con le altre fazioni. Questo è decisamente semplicistico dal momento che non vi sono opzioni per inglobare pacificamente le attività criminali di un rivale all’interno del proprio impero, dunque alla fine per vincere bisognerà per forza di cose arrivare ai ferri corti; nel frattempo, però, si possono effettuare scambi commerciali, instaurare accordi di non belligeranza, chiedere favori in base ai livelli di fiducia e onore raggiunti, e ovviamente si può provare a corrompere la polizia affinché chiuda entrambi gli occhi durante le attività investigative. Da segnalare, tuttavia, che ogni tanto la diplomazia non funziona come dovrebbe: non è raro accettare richieste di patti di non aggressione che poi vengono annullati dal richiedente dopo qualche secondo; oppure a volte capita di ricevere offerte di scambio che hanno davvero poco senso logico.
Purtroppo i problemi del comparto diplomatico non sono gli unici di cui soffre Empire of Sin. Il gioco di Romero Games è afflitto da numerosi bug che in alcuni casi rischiano di compromettere l’intera partita, tra personaggi che scompaiono misteriosamente, quest che non si attivano, glitch grafici, animazioni bloccate, e gli immancabili crash occasionali. Il team è a conoscenza di gran parte di questi problemi ed è già al lavoro per risolverli (ad esempio nella patch del day one, già applicata sulla versione review) ma la sensazione generale è che Empire of Sin avrebbe avuto bisogno di una gestazione leggermente più lunga: almeno un paio di mesi di sviluppo in più per smussarne gli angoli non avrebbero di certo guastato.
In breve: Empire of Sin è un buon ibrido che non si fa mancare proprio nulla, prendendo in prestito dinamiche dai gestionali, dai tattici a turni e dai giochi di ruolo. L’ambientazione di una Chicago degli anni Venti e Trenta nella morsa della criminalità organizzata è resa benissimo, il livello di scrittura di quest e dialoghi è sempre molto alto, mentre le varie opzioni di personalizzazione forniscono tante libertà al giocatore. Purtroppo i combattimenti tendono ad assomigliarsi troppo tra loro e sono ancora presenti parecchi bug e glitch, alcuni dei quali risolti negli ultimi giorni dimostrando la buona volontà dello sviluppatore.
Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Empire of Sin è un titolo molto leggero che gira senza problemi sulla configurazione impiegata impostando il massimo livello di dettaglio a risoluzione 1440p (fatti salvi i bug citati nel corpo della recensione).
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