Expeditions: Rome – Recensione

PC

Dopo conquistadores e vichinghi, Logic Artists ci porta alla (ri)scoperta dell’Antica Roma con un videogioco di ruolo a sfondo tattico dalle molte sfaccettature. Expeditions: Rome è un’opera ambiziosa che prova a far tesoro dell’esperienza accumulata dal team danese.

Sviluppatore / Publisher: Logic Artists / THQ Nordic Prezzo: € 44,99 (solo campagna) Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam, GOG, Epic Games Store)

Come in quasi tutti i gioco di ruolo, anche Expeditions: Rome inizia con la creazione di un avatar. Quest’ultimo è personalizzabile tramite un editor che ci permette di scegliere il suo nome e la sua famiglia, nonché di modificarne sesso e fattezze fisiche, oltre che la classe di appartenenza da un ventaglio di quattro specializzazioni. Si parte con il princeps, ossia il classico legionario armato di gladio e scudo abile nell’accusare i colpi e difendere i suoi compagni dagli attacchi nemici. Vi è poi il veles, un guerriero agile e versatile capace di provocare danni ingenti agli avversari ma davvero poco resistente. La classe dei triarius, invece, è armata di lancia o bastone ed è specializzata nel dare supporto sul campo di battaglia curando gli amici o distruggendo le armature dei nemici. Per finire, il sagittarius è la classe dedita al combattimento dalla distanza.

Una volta creato il proprio personaggio, ecco che veniamo immediatamente trasportati nel I secolo Avanti Cristo, negli ultimi decenni della Repubblica Romana. Il gioco si apre immediatamente con un omicidio, quello del padre del protagonista, e con la fuga di questi dall’Urbe a bordo di una nave partita con il favore della notte dal porto di Ostia. Aiutato a scappare da Lucio Licinio Lucullo, il nostro eroe si ritrova suo malgrado al centro di una cospirazione che rischia di gettare Roma nel caos. Grazie anche all’aiuto del famoso console romano, il protagonista riesce a cadere in piedi e ad assumere la carica di legatus durante la guerra contro Mitridate VI in Grecia. Ben presto ci ritroviamo dunque alla guida di un’intera legione romana grazie alla quale avremo modo non soltanto di partecipare attivamente al conflitto mitridatico, ma anche di indagare sulla cospirazione che ha portato alla prematura dipartita del nostro pater familia.

EXPEDITIONS ROME E IL GIOCO DELLA STORIA

A questo punto, però, va precisato che Expeditions: Rome non ripercorre fedelmente i fatti che conosciamo tutti, o almeno spero che sia così. I ragazzi di Logic Artists ci portano in Grecia, Egitto e Gallia mentre ci fanno fare la conoscenza di personaggi storici come il già citato Lucullo, Cleopatra, Vercingetorige o il celeberrimo Giulio Cesare, ma le vicende narrate nel gioco in molti casi divergono dalla Storia a noi nota.

Expeditions Rome recensione 03

Durante i combattimenti l’interfaccia è molto pulita e permette di tenere tutto sott’occhio.

Una scelta bizzarra, ma non per questo priva di meriti, anche perché le diverse decisioni che siamo chiamati a prendere danno vita a una cascata di “what if?” abbastanza credibili proprio per via di quanto sia verosimile il setting ideato dagli sviluppatori. Questo perché durante il corso delle campagne militari della Legio Victrix, i circa seimila uomini d’armi e servitori guidati dal nostro legatus, ci troviamo a operare delle scelte in grado di generare conseguenze a breve e a lungo termine, tanto che alcune decisioni prese nel primo atto del gioco – per esempio – possono dare i loro frutti (positivi o negativi che siano) anche nei capitoli seguenti creando diramazioni differenti per gli eventi successivi, fino a incidere sui finali multipli.

Il nostro eroe si ritrova suo malgrado al centro di una cospirazione che rischia di gettare Roma nel caos

Avendo le sue radici ben piantate nella Storia dell’Antica Roma, dunque, la terza iterazione della serie Expeditions punta a offrire un intreccio articolato che si poggia anche su un cast di comprimari di tutto rispetto. Durante l’avventura, difatti, abbiamo modo di fare la conoscenza di altri personaggi che si uniranno alla legione per aiutare il protagonista nelle sue imprese. Questi non soltanto presteranno servizio fianco a fianco sul campo di battaglia, ma ci accompagneranno nelle nostre peregrinazioni fornendoci consigli sulle mosse da intraprendere, intervenendo durante le conversazioni ed esprimendo le loro opinioni circa le azioni del protagonista. I comprimari risultano ben scritti, ognuno con un suo carattere ben definito, ed è davvero difficile non affezionarsi a loro dopo aver trascorso decine di ore in compagnia di un gruppo variegato che comprende personalità di ogni sorta. In linea di massima, l’intero comparto narrativo di Expeditions: Rome si rivela di qualità, anche se in un certo senso l’immersione viene minata da un doppiaggio davvero scadente. Il gioco non è localizzato in italiano, pertanto bisogna per forza di cose sorbirsi i romani che parlano con lo stesso accento british dei teppistelli dei sobborghi londinesi, o addirittura certi egizi con un’inflessione indiana che ha davvero poco senso di esistere. Un peccato perché è un qualcosa a cui non ci si abitua mai nemmeno dopo ore e ore di gioco.

SI VIS PACEM PARA BELLUM

Di tutt’altra caratura, invece, il comparto prettamente ludico. Questo si basa su un mix di free roaming su una mappa che rappresenta la regione coinvolta in un determinato conflitto, intramezzato da dei combattimenti tattici a turni in stile XCOM, e con l’aggiunta di alcune semplici dinamiche gestionali e di strategia su vasta scala.

Expeditions Rome recensione 02

Gli eventi casuali sono rappresentati da brevi quest testuali.

Il protagonista e i suoi compagni di viaggio – sin da subito identificati come pretoriani – possono muoversi liberamente nei territori attraverso una mappa dell’overworld che include gli insediamenti, le location di importanza minore e le posizioni delle armate nemiche. Da qui possiamo entrare direttamente all’interno dei luoghi di interesse e interagire con i PNG che possono fornirci nuove missioni principali e secondarie, oppure essere disposti a scambiare le loro merci con noi. A tal proposito bisogna sempre tenere sotto controllo le razioni di cibo e acqua, le quali vengono consumate con il passare del tempo e ogni volta che ci si muove sulla mappa. Rimanere a secco di razioni potrebbe portare a conseguenze davvero spiacevoli: la lealtà dei pretoriani tende a calare rapidamente se non mangiano o bevono per periodi prolungati.

Gli attacchi a disposizione di ciascun pretoriano sono legati al suo equipaggiamento

Le missioni possono poi essere portate a termine in vari modi: magari facendo leva sulle capacità dialettiche del legatus, oppure offrendo un bel po’ di denari all’interlocutore di turno, e – perché no – anche facendo parlare le armi. In questo caso, come già anticipato, l’azione si sposta su una scacchiera con caselle esagonali al cui interno muovere a turno i diversi pretoriani al seguito dell’eroe (e il protagonista stesso, naturalmente). Qui i personaggi possono essere attivati nell’ordine che si preferisce, senza la necessità di completare tutte le azioni di un singolo pretoriano per poi passare all’altro. Le opzioni tattiche dipendono poi dalle abilità derivanti dalla classe di appartenenza di ogni singolo elemento del party, nonché dalle armi a sua disposizione. Già perché curiosamente gli attacchi a disposizione di ciascun pretoriano sono legati al suo equipaggiamento: per esempio, una certa tipologia di arco in dotazione a un sagittarius potrebbe fornire la capacità di scoccare frecce avvelenate, mentre un princeps con lancia e scudo ha accesso a colpi perforanti che in alcuni casi possono oltrepassare le difese nemiche. Ritoccare l’equipaggiamento di un personaggio va quindi a modificare anche i suoi attacchi e le opzioni tattiche a disposizione; per non parlare del fatto che alcune armi e armature avanzate possono sbloccare anche dei potenti bonus passivi.

Expeditions Rome recensione 05

Il sistema che governa il loot è molto simile a quello di un action RPG à la Diablo.

Va inoltre fatto un plauso agli sviluppatori, in particolare ai designer delle arene, per aver creato delle scacchiere davvero interessanti e varie. Senza considerare che nelle oltre cinquanta ore che ho impiegato a completare il gioco, raramente ho combattuto nel medesimo livello. E che dire degli assedi? In determinati passaggi dell’avventura ci troviamo a partecipare a delle lunghissime battaglie con più obiettivi, quasi sempre concatenati tra loro, che possono durare addirittura più di un’ora. Qui Expeditions: Rome riesce davvero a brillare sfoggiando tutte le sue armi migliori, mettendo il giocatore al centro di scontri dal sapore epico, tanto da farlo sentire davvero il protagonista di una pagina importantissima della sua storia, quella scritta organicamente dopo ogni scelta e ogni decisione presa. Il merito è anche della straordinaria colonna sonora, tanto pomposa quanto solenne, che accompagna ogni singola fase del gioco e muta dinamicamente in base alle azioni del giocatore.

VENI VIDI VICI

Eppure non è tutto, giacché nella formula di gameplay di Expeditions: Rome vi è anche un altro substrato di profondità formato dalle battaglie campali. La mappa del teatro di guerra è difatti suddivisa in più regioni che vanno conquistate una a una, e per farlo bisogna schierare la Legio Victrix comandata dal protagonista, il quale delega i compiti di gestione dell’esercito ai suoi centurioni.

Nella formula di gameplay vi è anche un altro substrato di profondità formato dalle battaglie campali

In termini ludici ciò consiste nel muovere la legione sulla mappa per conquistare gli avamposti nemici, dopodiché la contesa tra le due forze viene risolta in automatico con una minima possibilità di influenzare l’esito dello scontro sulla base delle capacità di comando del centurione delegato, e degli stratagemmi che possiamo utilizzare nelle quattro fasi che compongono la battaglia (schieramento, mischia, imprevisto, epilogo). C’è però da dire che queste battaglie a lungo andare diventano una inutile formalità dal momento che i nemici si ritrovano quasi sempre in schiacciante inferiorità numerica, ma purtroppo, per come è strutturato il gioco, è necessario conquistare sempre più territori per proseguire nell’avventura e avere accesso alle missioni della quest principale.

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Le battaglie tra eserciti sono mostrate in modo molto schematico.

Per fortuna la gestione della legione non porta via troppo tempo ed è così possibile dedicarsi quasi esclusivamente alla vera ciccia di Expeditions: Rome, quindi l’esplorazione, la componente ruolistica e i combattimenti tattici a turni. Tutti elementi che si incastrano quasi alla perfezione, con soli pochi inciampi: tra questi bisogna purtroppo citare alcuni bug. A volte mi sono imbattuto in unità che si sono incastrate in elementi dello scenario durante le battaglie tattiche, per non parlare di diversi casi in cui i nemici controllati dall’intelligenza artificiale – generalmente di buon livello – hanno deciso di suicidarsi attraversando fiamme o trappole invece di aggirare gli ostacoli prendendo una strada più lunga. Sono presenti anche alcuni glitch grafici, come uno sfarfallio di luci e ombre, ma in questo caso i problemi non hanno alcun impatto sul gioco vero e proprio.

In breve: Non lasciatevi ingannare da una presentazione poco rifinita, a tratti addirittura grezza, e non lasciatevi buttare giù da un doppiaggio di fattura scadente: Expeditions Rome è un videogioco che sa regalare un’esperienza ruolistica di prim’ordine lungo il corso delle circa 50-60 ore necessarie a portare a termine l’opera. La componente tattica risulta ben congegnata, laddove l’esplorazione garantisce una buona dose di varietà non soltanto per ciò che concerne le ambientazioni, ma anche sotto il profilo degli eventi e delle arene all’interno delle quali si svolgono i combattimenti. In soldoni, se amate gli RPG tattici non potete lasciarvi sfuggire l’ultima fatica di Logic Artists.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Ho notato una certa pesantezza soprattutto durante le battaglie con molti elementi a schermo, accusando cali di frame rate e un utilizzo spropositato della memoria video, tanto da costringermi a ridurre la qualità generale da Ultra a Alto.

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Pro

  • Un’esperienza ruolistica di prim’ordine. / Combattimenti tattici profondi. / Piuttosto vario e longevo.

Contro

  • Doppiaggio orribile. / C’è più di qualche bug. / Verosimile, ma storicamente inaccurato.
8.5

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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