Dieci anni dopo Dark Souls ci ho riprovato con Elden Ring – L'Opinione

Tutto si può dire tranne che la mia posizione su Dark Souls fosse equivoca. Ci avevo dedicato un editoriale e il titolo parlava da solo. Mica facciamo clickbait, noi di TGM. E l’opinione che mi ero formato ha poi influenzato le mie scelte negli anni successivi, nel senso che, banalmente, non avevo acquistato altri titoli di FromSoftware.




Non è stato semplice, in particolar modo con Sekiro, perché l’ambientazione nipponica mi attira da sempre, quindi la tentazione era stata forte. L’uscita di Elden Ring fu l’ennesima picconata al muro della mia convinzione, che ormai mostrava evidenti segni di prossimo cedimento. Fin da quando lessi la nostra recensione, parte di me aveva capito che, prima o poi, avrei comprato questo esperimento open world, facendo così un secondo tentativo con i GDR della casa nipponica.

LA CONGIUNTURA ARMORED CORE-ELDEN RING

Aspettavo dunque un segnale dagli dei videoludici, e in effetti si è presentata una congiuntura astrale piuttosto curiosa: proprio nelle settimane coincidenti con gli ultimi saldi estivi di Steam, ho partecipato all’evento di anteprima di Armored Core VI Fires of Rubicon, e quindi parte di me ha pensato che non sarebbe stato male prepararmi con un po’ di Elden Ring. Sì, lo so, non ci vuole molto a convincermi. Prima di far partire la prima partita, ho sentito la necessità di studiare un po’ e vedere quali tipi di build fossero consigliate per i principianti, nonostante fossi ben conscio che qualsiasi personaggio considerato “OP”, lo sarebbe stato solo in riferimento agli standard di FromSoftware.

Ho scartato l’Astrologo perché preferivo un approccio melee, e quindi ho scelto il guerriero con l’idea di farne un personaggio basato sul sanguinamento. Pronti via, ho scoperto che c’era anche una sezione di tutorial. Wow, non me l’aspettavo. Poi, uscito dalla cava iniziale (che mi ha ricordato un po’ l’idea del sotterraneo d’apertura di Elder Scroll IV Oblivion), sono sbucato a Limgrave, con il suo bellissimo paesaggio dominato dall’albero d’oro in lontananza. Non so cosa sia esattamente né che nome abbia, quindi perdonate la descrizione fuori canone. Vicino al primo falò; o, ancora meglio, il primo luogo di grazia, ho visto un cavaliere bello grosso e ho subito voluto vedere di che pasta fosse fatto Elden Ring. Pasta FromSoftware ovviamente, a giudicare dalle legnate che ho preso, senza nessuna possibilità di appello. Nessun problema, comunque, si trattava giusto di un test, e l’ho preso quasi come un suggerimento da parte degli sviluppatori, che sembravano dirmi “Guarda che questo è un open world, mica devi per forza seguire il sentiero tracciato”.

Allora così ho fatto, ho seguito gli scogli a ovest, ho trovato qualche povero zombie che mi è quasi dispiaciuto abbattere, e sono arrivato al primo dungeon che ho incontrato (saltando il luogo di grazia della chiesa di Elleh, ma questo non lo sapevo). Le piccole segrete sono state molto illuminanti per me. In fondo al corridoio c’era una stanza, dove ho visto un mostriciattolo non meglio identificato

E poi ho conosciuto il signor Margit. Mamma mia quanti schiaffi mi sono preso. Tanti, tanti schiaffi

Mi sono avvicinato con cautela e, per quanto era ovvio che una trappola fosse nell’aria, sono rimasto sorpreso dall’agilità dell’altro nemico che mi ha attaccato da dietro un angolo della stanza, e nel giro di pochi secondi sono morto. Al tentativo successivo, forte dell’esperienza, li ho eliminati e sono proseguito nel dungeon, che ho trovato un bijoux di level design: compatto, con una struttura quasi a spirale dove la verticalità aumenta il senso di esplorazione e allo stesso tempo viene usata a scopi pratici per evitare back-tracking. Ho molto apprezzato.

Oltretutto, la posizione del luogo di grazia permetteva di arrivare alla stanza del boss finale, inizialmente chiusa da una leva collocata alla fine del sotterraneo, senza doversi scontrare con nessun nemico, che ho trovato molto comodo. Il boss finale era una sorta di grosso gatto meccanico sputafuoco con una corona al collo e uno spadone così grosso che quasi toccava il soffitto. Abbastanza potente, ma molto lento. Mi ha ucciso qualche volta, ma vedevo che poco a poco stavo imparando come affrontarlo, e sono riuscito a sconfiggerlo nel giro di pochi tentativi, forse cinque o sei. Non ricordo esattamente, ma quello che conta è che non è stato frustrante e sono andato a dormire con una bella sensazione senza essermi privato di ore di sonno.

LO SHOCK DA MELINA A MARGIT

Tutto bene quindi? Fino ad ora, sì. Presto per dirlo? Sicuramente sì, non ci sono dubbi. Nella seconda serata con Elden Ring sono andato avanti, ho parlato con Melina in modo da iniziare a salire di livello, ho affrontato dei soldati che ho abbattuto con più facilità di quello che pensavo, mentre solo il loro tenente mi ha dato qualche difficoltà iniziale. Poi ho tirato giù un gigante al secondo tentativo sulla via verso un castello. Mi è piaciuto molto quando ho notato che proprio quel gigante, quanto lo portavo alla luce del sole, si copriva gli occhi con una mano, il che mi dava maggiore margine di manovra per i miei attacchi. Proprio un bel tocco, anche se mi sarebbe piaciuto capirne di più su lore sottostante, sul background di quel tipo di nemico. Ma niente, questa cripticità è uno degli aspetti dei GDR di FromSoftware che fatico a mandar giù e che sto ritrovando in pieno in Elden Ring. Tra altri soldati e qualche lupo, stava andando tutto liscio. Troppo, forse.

Elden Ring

Ma non ci facevo troppo caso, forse perché ero estremamente preso e affascinato dal mondo di gioco. Che spettacolo la salita sulla collina dove il vento spazza con forza ogni albero nelle vicinanze! Quel moto delle fronde unito all’effetto sonoro sibilante delle raffiche di vento mi facevano pensare di essere proprio lì, trasportato magicamente nel regno di Limgrave, avanzando con fatica verso un imponente castello. E poi al castello ci sono arrivato. E ho conosciuto il signor Margit. Mamma mia quanti schiaffi mi sono preso. Tanti, tanti schiaffi. Il problema era che, al contrario del boss del mini-dungeon, non vedevo alcun miglioramento, nemmeno dopo un bel po’ di tentativi. Soprattutto, quando riuscivo a colpirlo, la quantità di danno che gli facevo era davvero minima, e dopo una rapida stima ho pensato che, anche se fossi riuscito a non farmi mai colpire, sarei dovuto andare avanti così per un quarto d’ora almeno

Fin da quando ho letto la nostra recensione, una parte di me aveva capito che avrei comprato Elden Ring

Siccome non sono masochista fino a questo punto, ho deciso di fare una breve ricerca, e ho così scoperto che in sostanza ero arrivato del tutto impreparato allo scontro. Innanzitutto, ero a un livello molto inferiore rispetto a quello consigliato per affrontare Margit, e poi non avevo né capito come evocare il PNG che mi poteva aiutare, né tantomeno sapevo come funzionavano gli spiriti. Su questo, ammetto che la responsabilità è mia: non avevo seguito il suggerimento di evocare il cavallo-fantasma e, quindi, non ero arrivato a sbloccare gli spiriti. Ma non l’avevo fatto solo perché non avevo ancora sentito la necessità di coprire spazi con una cavalcatura. Mi sembrava quasi un peccato percorrere di fretta quelle magnifiche lande. Poco male, ho capito di aver perso l’equivalente di quasi un livello intero di rune, ma ho anche scoperto che ho un sacco di cose da fare prima di tornare dal mio simpatico nuovo amico.

Elden Ring

In sostanza, mi sa che mi sono imbattuto fin da subito nelle gioie e dolori della struttura open world: è vero che sono arrivato a una boss fight prima di avere davvero qualche chance di vittoria, ma al tempo stesso adesso non sono finito in un vicolo cieco, e mi basta tornare indietro e esplorare un’altra parte dell’affascinante mondo di Elden Ring. Tutto ciò vuol dire che mi rimangio quello che ho detto di Dark Souls? Assolutamente no, è davvero troppo presto per arrivare a un dietro front totale, e poi, in fondo, sarebbe poi così male cambiare punto di vista?

Tutto ciò vuol dire che mi rimangio quello che ho detto di Dark Souls? Assolutamente no, è davvero troppo presto per arrivare a un dietro front totale

Gli anni passano e la nostra esperienza videoludica cresce, facendo evolvere le nostre esigenze. Io, per esempio, è da un po’ che sento la necessità di un livello di difficoltà superiore a quello che trovo di solito. Ma di questo ne parliamo un’altra volta.

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